Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
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Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Risorse finanziarie: il Sistema Italia all’estero sull’orlo del precipizio
Il sistema di servizi e di promozione delle comunità italiane nel mondo, costruito con un
lavoro faticoso e con tanto volontariato dalla rete associazionistica e dagli organismi di
rappresentanza, rischia di implodere a causa delle dissennate politiche finanziarie che il
Governo sta attuando verso i cittadini italiani all’estero. Non si può dire che il Governo di
Silvio Berlusconi ami gli italiani emigrati, un disamore che getta interrogativi pesanti anche
sul ruolo dei parlamentari del PDL eletti nella Circoscrizione Estero.
Già in una precedente Newsletter avevo denunciato i tagli effettuati dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze su alcuni capitoli di spesa del bilancio del Ministero degli
Affari Esteri relativi alle comunità emigrate. Si trattava di risorse stanziate dal Governo
Prodi con la Finanziaria 2008, una legge già in vigore, ridotte dal Ministro Tremonti per
reperire i fondi occorrenti per l’abolizione dell’ICI. Oltre al danno la beffa! Gli italiani
emigrati, penalizzati dai tagli, sono stati esclusi anche dall’abolizione dell’ICI.
Con il D.L. n. 112, recante “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione delle finanza pubblica e la perequazione tributaria”, e la
Legge Finanziaria 2009 in versione ridotta che il Parlamento discuterà nei prossimi giorni, il
funzionamento dei servizi per le comunità italiane emigrate rischiano la paralisi se non il
crollo. Il Governo Prodi, pur in una logica di risanamento dei conti pubblici, aveva destinato
82 milioni di euro al bilancio del MAE per garantire i servizi ai nostri connazionali emigrati.
Il Governo Berlusconi ha invece ridotto a poco più di 31 milioni di euro le disponibilità
finanziarie gestite al MAE dalla Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie.
Le preoccupazioni e le conseguenze più immediate sono per gli interventi diretti alla
diffusione e promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. I corsi per i giovani
italiani o oriundi italiani funzionano – sotto il profilo finanziario – per anno solare, per cui
le attività avviate con l’anno scolastico iniziato da poco dovranno essere in larga
parte soppresse all’inizio del 2009. A regime, infatti, il costo delle attività scolastiche
condotte dagli Enti Gestori è di circa 30 milioni di euro annui e occorre sottolineare che i
corsi di lingua e cultura italiana facenti capo ai summenzionati Enti e ai docenti di ruolo
sono frequentati da circa 600 mila giovani in tutto il mondo.
I tagli avranno un effetto dirompente anche sull’assistenza ai nostri connazionali ultra
sessantacinquenni in condizioni di palese povertà. Sono cittadini italiani a pieno titolo che
tanto hanno dato al nostro Paese con le loro rimesse e il legame profondo con l’Italia e che
ora si vedono negare il supporto minimo assicurato dalla nostra Costituzione ai cittadini che
vivono le stesse difficoltà in Italia.
Il Governo continua a fare orecchie da mercante alle nostre richieste e la decretazione
d’urgenza adottata dal Governo, con il continuo ricorso al voto di fiducia, ha impedito
all’opposizione e ai suoi parlamentari eletti all’estero di far valere gli emendamenti
puntualmente presentati per rimediare alla situazione illustrata.
Dulcis in fundo: le prospettive per gli anni successivi sono ancora più deleterie rispetto al
quadro 2009, poiché la politica di smantellamento proseguirà drasticamente anche nel 2010
e 2011. A nulla serve ricordare costantemente il flusso finanziario che dagli italiani
all’estero giunge in Italia, in termini di turismo di ritorno, acquisti, promozione dei prodotti
italiani e, last but not list, il poderoso fattore economico “pensioni” (miliardi di euro)
pagate dai sistemi previdenziali delle nazioni europee ed extra europee agli italiani exemigrati
rientrati nel nostro Paese.
Di questo passo dobbiamo dire addio alla promozione del nostro Sistema Paese nel quadro
dell’internazionalizzione, all’assistenza ai più deboli e al funzionamento di quelle strutture
di rappresentanza, come Comites e CGIE, faticosamente costruite.
Non lo possiamo accettare! Gli italiani nel mondo devono ribellarsi a tutto ciò, è ora di
smascherare con i numeri le falsità degli annunci benevoli nei confronti delle nostre
comunità nel mondo, di cui sono prodighi i Ministri del Governo Berlusconi quando sono
“in trasferta”.
dalla Newsletter nr. 4 di Franco Narducci
Il sistema di servizi e di promozione delle comunità italiane nel mondo, costruito con un
lavoro faticoso e con tanto volontariato dalla rete associazionistica e dagli organismi di
rappresentanza, rischia di implodere a causa delle dissennate politiche finanziarie che il
Governo sta attuando verso i cittadini italiani all’estero. Non si può dire che il Governo di
Silvio Berlusconi ami gli italiani emigrati, un disamore che getta interrogativi pesanti anche
sul ruolo dei parlamentari del PDL eletti nella Circoscrizione Estero.
Già in una precedente Newsletter avevo denunciato i tagli effettuati dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze su alcuni capitoli di spesa del bilancio del Ministero degli
Affari Esteri relativi alle comunità emigrate. Si trattava di risorse stanziate dal Governo
Prodi con la Finanziaria 2008, una legge già in vigore, ridotte dal Ministro Tremonti per
reperire i fondi occorrenti per l’abolizione dell’ICI. Oltre al danno la beffa! Gli italiani
emigrati, penalizzati dai tagli, sono stati esclusi anche dall’abolizione dell’ICI.
Con il D.L. n. 112, recante “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione delle finanza pubblica e la perequazione tributaria”, e la
Legge Finanziaria 2009 in versione ridotta che il Parlamento discuterà nei prossimi giorni, il
funzionamento dei servizi per le comunità italiane emigrate rischiano la paralisi se non il
crollo. Il Governo Prodi, pur in una logica di risanamento dei conti pubblici, aveva destinato
82 milioni di euro al bilancio del MAE per garantire i servizi ai nostri connazionali emigrati.
Il Governo Berlusconi ha invece ridotto a poco più di 31 milioni di euro le disponibilità
finanziarie gestite al MAE dalla Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie.
Le preoccupazioni e le conseguenze più immediate sono per gli interventi diretti alla
diffusione e promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. I corsi per i giovani
italiani o oriundi italiani funzionano – sotto il profilo finanziario – per anno solare, per cui
le attività avviate con l’anno scolastico iniziato da poco dovranno essere in larga
parte soppresse all’inizio del 2009. A regime, infatti, il costo delle attività scolastiche
condotte dagli Enti Gestori è di circa 30 milioni di euro annui e occorre sottolineare che i
corsi di lingua e cultura italiana facenti capo ai summenzionati Enti e ai docenti di ruolo
sono frequentati da circa 600 mila giovani in tutto il mondo.
I tagli avranno un effetto dirompente anche sull’assistenza ai nostri connazionali ultra
sessantacinquenni in condizioni di palese povertà. Sono cittadini italiani a pieno titolo che
tanto hanno dato al nostro Paese con le loro rimesse e il legame profondo con l’Italia e che
ora si vedono negare il supporto minimo assicurato dalla nostra Costituzione ai cittadini che
vivono le stesse difficoltà in Italia.
Il Governo continua a fare orecchie da mercante alle nostre richieste e la decretazione
d’urgenza adottata dal Governo, con il continuo ricorso al voto di fiducia, ha impedito
all’opposizione e ai suoi parlamentari eletti all’estero di far valere gli emendamenti
puntualmente presentati per rimediare alla situazione illustrata.
Dulcis in fundo: le prospettive per gli anni successivi sono ancora più deleterie rispetto al
quadro 2009, poiché la politica di smantellamento proseguirà drasticamente anche nel 2010
e 2011. A nulla serve ricordare costantemente il flusso finanziario che dagli italiani
all’estero giunge in Italia, in termini di turismo di ritorno, acquisti, promozione dei prodotti
italiani e, last but not list, il poderoso fattore economico “pensioni” (miliardi di euro)
pagate dai sistemi previdenziali delle nazioni europee ed extra europee agli italiani exemigrati
rientrati nel nostro Paese.
Di questo passo dobbiamo dire addio alla promozione del nostro Sistema Paese nel quadro
dell’internazionalizzione, all’assistenza ai più deboli e al funzionamento di quelle strutture
di rappresentanza, come Comites e CGIE, faticosamente costruite.
Non lo possiamo accettare! Gli italiani nel mondo devono ribellarsi a tutto ciò, è ora di
smascherare con i numeri le falsità degli annunci benevoli nei confronti delle nostre
comunità nel mondo, di cui sono prodighi i Ministri del Governo Berlusconi quando sono
“in trasferta”.
dalla Newsletter nr. 4 di Franco Narducci
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
LETTERA APERTA ALLE/AI CONSIGLIERI DEL CGIE, DEI COMITES
Come ho già avuto modo di informarvi, la Finanziaria 2009 attualmente all'esame del Parlamento riduce drasticamente i finanziamenti destinati alle comunità italiane che vivono nel Mondo.
Se la situazione dovesse rimanere cosi come é stata preventivata dal Governo, ci troveremo di fatto di fronte allo smantellamento puro e semplice di politiche ed interventi indispensabili in favore delle nostre Comunità ed, in particolare, in materia di diffusione di lingua e cultura italiana e di assistenza diretta ed indiretta.
La finanziaria 2009 assegna ai capitoli di bilancio per gli italiani all'estero una somma pari a 31.5 milioni di euro rispetto ai circa 82 milioni della finanziaria 2008.
Considerato gli impegni già contratti dall'amministrazione relativi alla copertura delle polizze assicurative sanitarie, resteranno disponibili per tutti gli altri interventi una somma pari a circa 23 milioni.
Il bilancio 2008 per gli italiani all'estero fissa solo per i contributi per la diffusione della lingua e cultura italiana una somma pari a 34 milioni di euro e per l'assistenza diretta 29 milioni di euro.
L’impegno quotidiano fino ad ora portato avanti a vantaggio nella promozione della nostra lingua e cultura italiana, rischia di essere vanificato da una finanziaria non solo disastrosa e ingiusta ma, addirittura, “incoerente” e miope nel collegamento con le sue comunità all’estero. E questo il CGIE, pur consapevole della gravità di un momento economico-finanziario che va svelando giorno dopo giorno la sua complessità, non può accettarlo.
Una finanziaria “ingiusta”, dicevo, perché non tiene in alcun conto l’apporto dato dagli Enti Gestori con competenza e, soprattutto, conoscenza del territorio, allo sviluppo della promozione della lingua e cultura italiana in ciascun Paese estero e molto spesso nel più assoluto volontariato.
Non tiene, altresì, conto della impossibilità di proseguire i corsi da parte degli oltre due terzi dei 700.000 ragazzi che attualmente li frequentano.
Non si preoccupa, infine, del licenziamento degli insegnanti – per alcuni già in atto - mettendo al lastrico gli Enti Gestori che dovranno far fronte agli impegni già contratti e risponderne finanziariamente.
“Incoerente” perché la conoscenza della lingua e cultura italiana viene, al tempo stesso, rivendicata e dichiarata dal Ministro Frattini e dal Governo come imprescindibile nella strategia di promozione della presenza economica italiana nel mondo. E, come tale, importante antidoto alla crisi economia e supporto indispensabile ad un più ampio sviluppo delle relazioni economiche ed all’internazionalizzazione delle nostre piccole e medie imprese.
Ma, soprattutto, “miope” verso il futuro dell’Italia e delle sue comunità all’estero. E non solo rispetto al collegamento futuro con le nuove generazioni di origine italiana all’estero, quanto anche rispetto ad un calcolo puramente “finanziario” delle risorse che dovrà mettere in campo nella “dismissione” della “rete” per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero.
Come italiani all’estero siamo pronti ad assumere le nostre responsabilità nel sostegno al Paese, al nostro Paese di origine, del quale continuiamo a far parte a pieno titolo, ma non intendiamo subire passivamente questa situazione e solo una forte partecipazione e mobilitazione può contribuire a superarla, spingendo il Governo a rimediare alla reale prospettiva di smantellamento di ogni tipo di intervento che condurrebbe inevitabilmente alla definitiva rottura del rapporto del nostro Paese con le proprie comunità.
Il CGIE continuerà a “negoziare” la portata dell’impegno di quanti operano in Italia ed all’estero a vantaggio delle nostre comunità, nell’ambito delle competenze che la legge istitutiva affida al Consiglio ed a sostegno del mandato affidato dalle comunità ai parlamentari eletti dalla Circoscrizione Estero.
Tale impegno sarà ancora più forte ed incisivo se la voce di tutta la rappresentanza sarà fortemente sostenuta da una forte mobilitazione della nostra comunità in ogni città e Paese.
Pertanto mi rivolgo a voi che operate nei Comites, negli Enti Gestori, nella rete associativa, ai Consiglieri del CGIE ed in particolare ai genitori dei ragazzi che frequentano i corsi di lingua e cultura perché siano definite opportune iniziative per una allargata mobilitazione, per manifestare una forte e decisa protesta in ogni Circoscrizione consolare in ogni Paese e Continente.
Insieme, sono sicuro, riusciremo a far valere le nostre ragioni.
Molte cordialità
Elio Carozza
dal sito http://news.laltraitalia.eu/index.php
Come ho già avuto modo di informarvi, la Finanziaria 2009 attualmente all'esame del Parlamento riduce drasticamente i finanziamenti destinati alle comunità italiane che vivono nel Mondo.
Se la situazione dovesse rimanere cosi come é stata preventivata dal Governo, ci troveremo di fatto di fronte allo smantellamento puro e semplice di politiche ed interventi indispensabili in favore delle nostre Comunità ed, in particolare, in materia di diffusione di lingua e cultura italiana e di assistenza diretta ed indiretta.
La finanziaria 2009 assegna ai capitoli di bilancio per gli italiani all'estero una somma pari a 31.5 milioni di euro rispetto ai circa 82 milioni della finanziaria 2008.
Considerato gli impegni già contratti dall'amministrazione relativi alla copertura delle polizze assicurative sanitarie, resteranno disponibili per tutti gli altri interventi una somma pari a circa 23 milioni.
Il bilancio 2008 per gli italiani all'estero fissa solo per i contributi per la diffusione della lingua e cultura italiana una somma pari a 34 milioni di euro e per l'assistenza diretta 29 milioni di euro.
L’impegno quotidiano fino ad ora portato avanti a vantaggio nella promozione della nostra lingua e cultura italiana, rischia di essere vanificato da una finanziaria non solo disastrosa e ingiusta ma, addirittura, “incoerente” e miope nel collegamento con le sue comunità all’estero. E questo il CGIE, pur consapevole della gravità di un momento economico-finanziario che va svelando giorno dopo giorno la sua complessità, non può accettarlo.
Una finanziaria “ingiusta”, dicevo, perché non tiene in alcun conto l’apporto dato dagli Enti Gestori con competenza e, soprattutto, conoscenza del territorio, allo sviluppo della promozione della lingua e cultura italiana in ciascun Paese estero e molto spesso nel più assoluto volontariato.
Non tiene, altresì, conto della impossibilità di proseguire i corsi da parte degli oltre due terzi dei 700.000 ragazzi che attualmente li frequentano.
Non si preoccupa, infine, del licenziamento degli insegnanti – per alcuni già in atto - mettendo al lastrico gli Enti Gestori che dovranno far fronte agli impegni già contratti e risponderne finanziariamente.
“Incoerente” perché la conoscenza della lingua e cultura italiana viene, al tempo stesso, rivendicata e dichiarata dal Ministro Frattini e dal Governo come imprescindibile nella strategia di promozione della presenza economica italiana nel mondo. E, come tale, importante antidoto alla crisi economia e supporto indispensabile ad un più ampio sviluppo delle relazioni economiche ed all’internazionalizzazione delle nostre piccole e medie imprese.
Ma, soprattutto, “miope” verso il futuro dell’Italia e delle sue comunità all’estero. E non solo rispetto al collegamento futuro con le nuove generazioni di origine italiana all’estero, quanto anche rispetto ad un calcolo puramente “finanziario” delle risorse che dovrà mettere in campo nella “dismissione” della “rete” per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero.
Come italiani all’estero siamo pronti ad assumere le nostre responsabilità nel sostegno al Paese, al nostro Paese di origine, del quale continuiamo a far parte a pieno titolo, ma non intendiamo subire passivamente questa situazione e solo una forte partecipazione e mobilitazione può contribuire a superarla, spingendo il Governo a rimediare alla reale prospettiva di smantellamento di ogni tipo di intervento che condurrebbe inevitabilmente alla definitiva rottura del rapporto del nostro Paese con le proprie comunità.
Il CGIE continuerà a “negoziare” la portata dell’impegno di quanti operano in Italia ed all’estero a vantaggio delle nostre comunità, nell’ambito delle competenze che la legge istitutiva affida al Consiglio ed a sostegno del mandato affidato dalle comunità ai parlamentari eletti dalla Circoscrizione Estero.
Tale impegno sarà ancora più forte ed incisivo se la voce di tutta la rappresentanza sarà fortemente sostenuta da una forte mobilitazione della nostra comunità in ogni città e Paese.
Pertanto mi rivolgo a voi che operate nei Comites, negli Enti Gestori, nella rete associativa, ai Consiglieri del CGIE ed in particolare ai genitori dei ragazzi che frequentano i corsi di lingua e cultura perché siano definite opportune iniziative per una allargata mobilitazione, per manifestare una forte e decisa protesta in ogni Circoscrizione consolare in ogni Paese e Continente.
Insieme, sono sicuro, riusciremo a far valere le nostre ragioni.
Molte cordialità
Elio Carozza
dal sito http://news.laltraitalia.eu/index.php
Ultima modifica di annalaura il Gio 23 Ott 2008, 15:43 - modificato 1 volta.
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
LE INIZIATIVE TRA GLI ITALIANI ALL’ESTERO A SOSTEGNO DELLA MANIFESTAZIONE DEL PD “SALVA L’ITALIA”
Di fronte alla crisi finanziaria, alle scelte di chiusura e all’irresponsabilità del governo Berlusconi, la manifestazione promossa dal PD il 25 ottobre assume un’importanza ancora maggiore
“Di fronte alla crisi finanziaria, alle scelte di chiusura e all’irresponsabilità del governo Berlusconi, la manifestazione promossa dal PD il 25 ottobre assume un’importanza ancora maggiore, come momento di partecipazione democratica, di proposta e di responsabilità nazionale. In contemporanea con la manifestazione del Circo Massimo, si terranno iniziative e assemblee in molte città del mondo dove sono presenti comunità di nostri connazionali, in diversi paesi europei, in Australia, in Brasile, Argentina e Uruguay, negli Stati Uniti e in Canada. Saranno occasioni importanti per parlare di scuola, di economia, di legalità, tutti temi che hanno a che fare anche con la vita quotidiana e con i diritti dei 4 milioni di cittadini con passaporto italiano residenti all’estero”. Lo afferma Luciano Neri (Coordinamento Nazionale PD – Circoscrizione Estero), il quale aggiunge: “La crescita di attenzione, in Italia e all’estero, verso questa scadenza nasce dal riconoscimento del declino che sta attraversando il paese e dal crescente sostegno che le proposte di responsabilità del PD stanno ottenendo, proposte credibili e praticabili finalizzate alla tutela dei risparmi, delle famiglie, delle piccole e medie imprese, alla protezione di salari, stipendi e pensioni, chiedendo l’attivazione nel contempo di efficaci misure antispeculazione. Veltroni è intervenuto personalmente per chiedere comportamenti responsabili, offrendo contestualmente il contributo del Partito Democratico esattamente come avviene in queste ore negli Stati Uniti, con l’impegno comune di Obama e McCain, e in tutti i paesi occidentali. Quest’insieme di valutazioni e di consapevolezza – conclude Neri – sono alla base dell’impegno per una manifestazione che sarà molto partecipata e molto importante per il paese”. (Luciano Neri, PD)
dal sito http://news.laltraitalia.eu/index.php
Di fronte alla crisi finanziaria, alle scelte di chiusura e all’irresponsabilità del governo Berlusconi, la manifestazione promossa dal PD il 25 ottobre assume un’importanza ancora maggiore
“Di fronte alla crisi finanziaria, alle scelte di chiusura e all’irresponsabilità del governo Berlusconi, la manifestazione promossa dal PD il 25 ottobre assume un’importanza ancora maggiore, come momento di partecipazione democratica, di proposta e di responsabilità nazionale. In contemporanea con la manifestazione del Circo Massimo, si terranno iniziative e assemblee in molte città del mondo dove sono presenti comunità di nostri connazionali, in diversi paesi europei, in Australia, in Brasile, Argentina e Uruguay, negli Stati Uniti e in Canada. Saranno occasioni importanti per parlare di scuola, di economia, di legalità, tutti temi che hanno a che fare anche con la vita quotidiana e con i diritti dei 4 milioni di cittadini con passaporto italiano residenti all’estero”. Lo afferma Luciano Neri (Coordinamento Nazionale PD – Circoscrizione Estero), il quale aggiunge: “La crescita di attenzione, in Italia e all’estero, verso questa scadenza nasce dal riconoscimento del declino che sta attraversando il paese e dal crescente sostegno che le proposte di responsabilità del PD stanno ottenendo, proposte credibili e praticabili finalizzate alla tutela dei risparmi, delle famiglie, delle piccole e medie imprese, alla protezione di salari, stipendi e pensioni, chiedendo l’attivazione nel contempo di efficaci misure antispeculazione. Veltroni è intervenuto personalmente per chiedere comportamenti responsabili, offrendo contestualmente il contributo del Partito Democratico esattamente come avviene in queste ore negli Stati Uniti, con l’impegno comune di Obama e McCain, e in tutti i paesi occidentali. Quest’insieme di valutazioni e di consapevolezza – conclude Neri – sono alla base dell’impegno per una manifestazione che sarà molto partecipata e molto importante per il paese”. (Luciano Neri, PD)
dal sito http://news.laltraitalia.eu/index.php
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Gentili Signore e gentili Signori,
il dibattito parlamentare continua purtroppo a non essere al centro della vita politica nella sua vera sostanza e cioè come capacità - assegnata dalla Costituzione - di legiferare. Il Parlamento è invece costretto a legiferare in stretta ottemperanza alle direttive del Governo Berlusconi che attraverso il voto di fiducia ha strozzato ogni possibilità di proposta da parte sia dell’opposizione che dei parlamentari della maggioranza stessa. E’ il caso, per esempio, della riforma della scuola e si avvia ad esserlo anche per la finanziaria. Il famigerato decreto 133 ha scatenato le proteste negli atenei e nei licei soprattutto per i pesanti tagli introdotti con la riforma Gelmini. Come recitava uno striscione degli studenti qualche giorno fa, è una strana matematica quella fondata su “meno risorse = più qualità”.
La legge finanziaria sta cancellando gli italiani all’estero dalla sua attenzione e che dire poi dell’elezione del Giudice costituzionale che, se non fosse stato per il ripetuto intervento del Capo dello Stato, si sarebbe perpetrata in eterno a causa dell’imposizione, da parte di Berlusconi, del suo avvocato come candidato designato: l’on. Pecorella.
Purtroppo con i provvedimenti del Governo, siano essi di carattere finanziario che sociale, l’Italia rischia di fare un salto all’indietro pauroso, in assenza di basi per affrontare il futuro!
Un futuro che vede, per le sollecitazioni imposte dal processo di globalizzazione economica e sociale, l’affermarsi di una società interculturale che ha bisogno di essere ricondotta ad una unità di valori fondamentali con il metodo del dialogo e non della separazione. La maggioranza di governo che fa di fronte a queste sfide? Propone le classi separate per i figli degli immigrati. E’ in gioco il modello di società da costruire in un momento critico nella storia sociale del nostro Paese!
Per queste ragioni sabato prossimo manifesteremo a Roma per salvare l’Italia! E manifesteremo anche in molte città all’estero per dire no ad una politica che penalizza pesantemente le comunità italiane emigrate.
La condizione alla quale ci sta trascinando il Governo Berlusconi è da vera emergenza e perciò è necessario che ognuno si attivi per spirito di amor patrio, per l’Italia alla quale siamo profondamente legati!
Franco Narducci
Roma, 24 ottobre 2008
Newsletter nr. 5 di Franco Narducci
il dibattito parlamentare continua purtroppo a non essere al centro della vita politica nella sua vera sostanza e cioè come capacità - assegnata dalla Costituzione - di legiferare. Il Parlamento è invece costretto a legiferare in stretta ottemperanza alle direttive del Governo Berlusconi che attraverso il voto di fiducia ha strozzato ogni possibilità di proposta da parte sia dell’opposizione che dei parlamentari della maggioranza stessa. E’ il caso, per esempio, della riforma della scuola e si avvia ad esserlo anche per la finanziaria. Il famigerato decreto 133 ha scatenato le proteste negli atenei e nei licei soprattutto per i pesanti tagli introdotti con la riforma Gelmini. Come recitava uno striscione degli studenti qualche giorno fa, è una strana matematica quella fondata su “meno risorse = più qualità”.
La legge finanziaria sta cancellando gli italiani all’estero dalla sua attenzione e che dire poi dell’elezione del Giudice costituzionale che, se non fosse stato per il ripetuto intervento del Capo dello Stato, si sarebbe perpetrata in eterno a causa dell’imposizione, da parte di Berlusconi, del suo avvocato come candidato designato: l’on. Pecorella.
Purtroppo con i provvedimenti del Governo, siano essi di carattere finanziario che sociale, l’Italia rischia di fare un salto all’indietro pauroso, in assenza di basi per affrontare il futuro!
Un futuro che vede, per le sollecitazioni imposte dal processo di globalizzazione economica e sociale, l’affermarsi di una società interculturale che ha bisogno di essere ricondotta ad una unità di valori fondamentali con il metodo del dialogo e non della separazione. La maggioranza di governo che fa di fronte a queste sfide? Propone le classi separate per i figli degli immigrati. E’ in gioco il modello di società da costruire in un momento critico nella storia sociale del nostro Paese!
Per queste ragioni sabato prossimo manifesteremo a Roma per salvare l’Italia! E manifesteremo anche in molte città all’estero per dire no ad una politica che penalizza pesantemente le comunità italiane emigrate.
La condizione alla quale ci sta trascinando il Governo Berlusconi è da vera emergenza e perciò è necessario che ognuno si attivi per spirito di amor patrio, per l’Italia alla quale siamo profondamente legati!
Franco Narducci
Roma, 24 ottobre 2008
Newsletter nr. 5 di Franco Narducci
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Italiani nel mondo
FINANZIARIA VERAMENTE DISTRUTTIVA
(Corriere degli Italiani 15 Ottobre 2008)
- di FRANCO NARDUCCI -
Così non va! La politica del Governo Berlusconi verso le comunità italiane all’estero è decisamente ostile. L’allarme era scattato già nello scorso mese di giugno allorché fu convertito in legge il DL n. 93 (Disposizioni
urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie) che ha abolito l’ICI sulla prima casa.
Infatti, al fine di reperire le risorse per far fronte al buco derivante dall’abolizione dell’ICI, il Governo aveva operato tagli consistenti su fondi già stanziati dalla finanziaria di Prodi, colpendo anche le comunità italiane all’estero.
Durante la campagna elettorale la senatrice Contini, responsabile del Partito della Libertà all’estero, fu prodiga di
promesse arrivando a sostenere l’incostituzionalità dei provvedimenti discriminatori indirizzati agli italiani all’estero che, tra l’altro, non hanno dimenticato la lettera e l’abbraccio a tutti che l’allora on. Silvio Berlusconi, e ora Presidente del Consiglio, inviò a tutti i cittadini italiani residenti all’estero. Un abbraccio che alla prima prova dei fatti (la succitata legge) si è rivelato letale: le comunità italiane residenti all’estero non solo sono state escluse dal provvedimento sull’ICI ma è stato tolto loro anche l’ulteriore detrazione approvata dal Governo Prodi.
Ma, come si usa dire, "Il peggio non è mai morto!" e il successivo DL n. 112 (Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione delle finanza pubblica e la perequazione tributaria) - la famosa manovra economica triennale spiegata in 9 minuti dal Ministro Tremonti - ha assestato un colpo durissimo al bilancio del Ministero degli affari esteri e di conseguenza agli stanziamenti che occorrono per
far funzionare la rete di servizi che le nostre comunità hanno costruito attraverso un impegno di decenni e con tanto lavoro di volontariato.
L’attuale coalizione al potere, anziché confermare l’impegno straordinario prodotto dal Governo Prodi, ha deciso di
smantellare tutto negando dignità alle comunità italiane all’estero che generano un flusso economico per il nostro Paese, che definire enorme è riduttivo. Basti pensare alle pensioni pagate dall’estero ai nostri ex emigrati ora residenti in Italia, che assommano a diversi miliardi di euro, o al turismo di ritorno e alla promozione e commercializzazione dei prodotti italiani.
Uno studio dell’università di Mannheim sull’imprenditoria sviluppata dagli immigrati in Germania quantifica, per esempio, che sul solo versante della ristorazione gli italiani fatturano oltre 15 miliardi di Euro (la metà di quanto fatturano i turchi con il commercio) e ci vuole poca immaginazione per sapere che i prodotti utilizzati provengono in grandissima parte dall’Italia. A fronte di tutto ciò il Governo ha tagliato i fondi agli anziani (ultra sessantacinquenni) in stato d’indigenza e ha introdotto misure restrittive che limitano, fino ad abolirla, l’erogazione dell’assegno sociale istituito dalla legge n. 335 del 1995. In tema di rete consolare con i vari annunci di questi ultimi mesi sulla impostazione dell’informatica e degli accorpamenti consolari abbiamo raggiunto il ridicolo. Ora abbiamo in Svizzera e Germania, dove si concentra la maggioranza degli italiani in Europa, meno uffici consolari del 1911, cioè quasi 100 anni fa, quando la nostra presenza era un decimo di quella attuale. I parlamentari del Partito Democratico hanno protestato con veemenza in Commissione affari esteri e comunitari per i tagli al bilancio del MAE contenuti nella finanziaria 2009. Una manovra distruttiva che proseguirà imperterrita anche nel 2010 e 2011 (come detto, è a carattere triennale) e produrrà conseguenze negative
per l’immagine dell’Italia all’estero e danni gravissimi per la promozione della nostra lingua e della nostra cultura che dovrebbe accompagnare in ogni fase l’espansione del nostro sistema sociale, culturale ed economico.
Tenteremo in via emendativa di porre rimedio a queste decisioni insensate, ma temiamo che il Governo porrà ancora una volta la fiducia sul proprio provvedimento, che ignora le esigenze e la necessità dei servizi primari per i cittadini italiani all’estero. Alla vigilia della 1° Conferenza dei giovani italiani all’estero, il governo manda un pessimo segnale di scarso interesse proprio a loro, alle giovani generazioni d’italiani che vivono nel mondo. Come spiegare altrimenti le conseguenze della legge finanziaria che nel 2009 vedrà i contributi agli enti gestori dei corsi di lingua italiana nel mondo passare da 34 milioni di euro a 14 milioni e 500mila, il contributo per l’assistenza diretta ai connazionali indigenti da 28 milioni e 500 mila a 10 milioni e 777 mila, l’assistenza indiretta passare da 2 milioni e 274 mila a 1 milione. Inoltre il contributo per le attività culturali, gestito dalla rete diplomatico-consolare, passare da 3 milioni e 450 mila a 996 mila, mentre il contributo al CGIE passerà da 2 milioni a 1 milione e 550 mila, quello ai Comites passare da 3 milioni e 74 mila
a 2 milioni e 540 mila, mentre il contributo per i Comitati dei presidenti (Intercomites) sarà ridotto da 226mila a 170 mila euro. Sulla sola Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie il Governo ha effettuato un taglio di 41 milioni 596 mila, riducendo le risorse a 31milioni 553 mila euro; una situazione inaccettabile e per il rispetto dovuto agli italiani nel mondo e per il rispetto dovuto al funzionamento minimale delle istituzioni ad essi collegate. Si tratta di un grave passo indietro rispetto all’operato del Governo Prodi, che potrebbe assestare un colpo letale al legame che unisce le comunità italiane emigrate e l’Italia. Le responsabilità di quanto sta accadendo sono evidenti, ma non può consolarci: mobilitiamoci per non distruggere la storia, la nostra storia di cittadini residenti all’estero profondamente attaccati alle proprie radici.
Deputato alla Camera
Newsletter nr. 5 di Franco Narducci
FINANZIARIA VERAMENTE DISTRUTTIVA
(Corriere degli Italiani 15 Ottobre 2008)
- di FRANCO NARDUCCI -
Così non va! La politica del Governo Berlusconi verso le comunità italiane all’estero è decisamente ostile. L’allarme era scattato già nello scorso mese di giugno allorché fu convertito in legge il DL n. 93 (Disposizioni
urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie) che ha abolito l’ICI sulla prima casa.
Infatti, al fine di reperire le risorse per far fronte al buco derivante dall’abolizione dell’ICI, il Governo aveva operato tagli consistenti su fondi già stanziati dalla finanziaria di Prodi, colpendo anche le comunità italiane all’estero.
Durante la campagna elettorale la senatrice Contini, responsabile del Partito della Libertà all’estero, fu prodiga di
promesse arrivando a sostenere l’incostituzionalità dei provvedimenti discriminatori indirizzati agli italiani all’estero che, tra l’altro, non hanno dimenticato la lettera e l’abbraccio a tutti che l’allora on. Silvio Berlusconi, e ora Presidente del Consiglio, inviò a tutti i cittadini italiani residenti all’estero. Un abbraccio che alla prima prova dei fatti (la succitata legge) si è rivelato letale: le comunità italiane residenti all’estero non solo sono state escluse dal provvedimento sull’ICI ma è stato tolto loro anche l’ulteriore detrazione approvata dal Governo Prodi.
Ma, come si usa dire, "Il peggio non è mai morto!" e il successivo DL n. 112 (Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione delle finanza pubblica e la perequazione tributaria) - la famosa manovra economica triennale spiegata in 9 minuti dal Ministro Tremonti - ha assestato un colpo durissimo al bilancio del Ministero degli affari esteri e di conseguenza agli stanziamenti che occorrono per
far funzionare la rete di servizi che le nostre comunità hanno costruito attraverso un impegno di decenni e con tanto lavoro di volontariato.
L’attuale coalizione al potere, anziché confermare l’impegno straordinario prodotto dal Governo Prodi, ha deciso di
smantellare tutto negando dignità alle comunità italiane all’estero che generano un flusso economico per il nostro Paese, che definire enorme è riduttivo. Basti pensare alle pensioni pagate dall’estero ai nostri ex emigrati ora residenti in Italia, che assommano a diversi miliardi di euro, o al turismo di ritorno e alla promozione e commercializzazione dei prodotti italiani.
Uno studio dell’università di Mannheim sull’imprenditoria sviluppata dagli immigrati in Germania quantifica, per esempio, che sul solo versante della ristorazione gli italiani fatturano oltre 15 miliardi di Euro (la metà di quanto fatturano i turchi con il commercio) e ci vuole poca immaginazione per sapere che i prodotti utilizzati provengono in grandissima parte dall’Italia. A fronte di tutto ciò il Governo ha tagliato i fondi agli anziani (ultra sessantacinquenni) in stato d’indigenza e ha introdotto misure restrittive che limitano, fino ad abolirla, l’erogazione dell’assegno sociale istituito dalla legge n. 335 del 1995. In tema di rete consolare con i vari annunci di questi ultimi mesi sulla impostazione dell’informatica e degli accorpamenti consolari abbiamo raggiunto il ridicolo. Ora abbiamo in Svizzera e Germania, dove si concentra la maggioranza degli italiani in Europa, meno uffici consolari del 1911, cioè quasi 100 anni fa, quando la nostra presenza era un decimo di quella attuale. I parlamentari del Partito Democratico hanno protestato con veemenza in Commissione affari esteri e comunitari per i tagli al bilancio del MAE contenuti nella finanziaria 2009. Una manovra distruttiva che proseguirà imperterrita anche nel 2010 e 2011 (come detto, è a carattere triennale) e produrrà conseguenze negative
per l’immagine dell’Italia all’estero e danni gravissimi per la promozione della nostra lingua e della nostra cultura che dovrebbe accompagnare in ogni fase l’espansione del nostro sistema sociale, culturale ed economico.
Tenteremo in via emendativa di porre rimedio a queste decisioni insensate, ma temiamo che il Governo porrà ancora una volta la fiducia sul proprio provvedimento, che ignora le esigenze e la necessità dei servizi primari per i cittadini italiani all’estero. Alla vigilia della 1° Conferenza dei giovani italiani all’estero, il governo manda un pessimo segnale di scarso interesse proprio a loro, alle giovani generazioni d’italiani che vivono nel mondo. Come spiegare altrimenti le conseguenze della legge finanziaria che nel 2009 vedrà i contributi agli enti gestori dei corsi di lingua italiana nel mondo passare da 34 milioni di euro a 14 milioni e 500mila, il contributo per l’assistenza diretta ai connazionali indigenti da 28 milioni e 500 mila a 10 milioni e 777 mila, l’assistenza indiretta passare da 2 milioni e 274 mila a 1 milione. Inoltre il contributo per le attività culturali, gestito dalla rete diplomatico-consolare, passare da 3 milioni e 450 mila a 996 mila, mentre il contributo al CGIE passerà da 2 milioni a 1 milione e 550 mila, quello ai Comites passare da 3 milioni e 74 mila
a 2 milioni e 540 mila, mentre il contributo per i Comitati dei presidenti (Intercomites) sarà ridotto da 226mila a 170 mila euro. Sulla sola Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie il Governo ha effettuato un taglio di 41 milioni 596 mila, riducendo le risorse a 31milioni 553 mila euro; una situazione inaccettabile e per il rispetto dovuto agli italiani nel mondo e per il rispetto dovuto al funzionamento minimale delle istituzioni ad essi collegate. Si tratta di un grave passo indietro rispetto all’operato del Governo Prodi, che potrebbe assestare un colpo letale al legame che unisce le comunità italiane emigrate e l’Italia. Le responsabilità di quanto sta accadendo sono evidenti, ma non può consolarci: mobilitiamoci per non distruggere la storia, la nostra storia di cittadini residenti all’estero profondamente attaccati alle proprie radici.
Deputato alla Camera
Newsletter nr. 5 di Franco Narducci
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Il Pd si mobilita contro i tagli della finanziaria 2009 alle risorse per gli italiani all’estero
Fassino: Ci batteremo in Parlamento. Chiediamo al governo di aprire un confronto nelle Commissioni di merito e con gli eletti della circoscrizione Estero
Chiocchetti.“Il 25 ottobre gli italiani all’estero del Pd in piazza con lo slogan “Ci tagliano la lingua”
ROMA - “Noi intendiamo batterci nel Parlamento ed all’estero per evitare che siano posti in essere i tagli ai capitoli di spesa per gli italiani nel mondo previsti dalla Finanziaria 2009. Chiediamo quindi al governo di aprire un confronto su questo punto da svilupparsi nelle Commissioni parlamentari di merito dove verranno discussi gli emendamenti che abbiamo predisposto per il ripristino dei fondi. Speriamo altresì che l’esecutivo abbia la sensibilità e l’intelligenza di confrontarsi con i parlamentari eletti all’estero”. Con queste parole Piero Fassino l ministro ombra degli Esteri con delega agli italiani all'estero, ha illustrato gli obiettivi della campagna informativa e di mobilitazione contro i tagli di bilancio alle risorse degli italiani all’estero che il Pd intende promuovere in Italia e presso le comunità nel mondo. Erano presenti alla conferenza stampa svoltasi a Roma presso l’ex Hotel Bologna oltre a Luciano Neri ed Eugenio Marino (Pd Mondo), i parlamentari eletti all’estero per il Pd Laura Garavini, Claudio Micheloni, Franco Narducci, Fabio Porta e Antonino Randazzo.
“Ci auguriamo che le nostre richieste abbiano una risposta - ha aggiunto Fassino -. Pensiamo inoltre che queste proposte, in quanto dettate nell’interesse generale delle comunità nel mondo, possano essere condivise anche dai parlamentari eletti all’estero nelle liste del centro destra. In queste settimane promuoveremo inoltre, presso le varie comunità, una serie d’incontri volti a sensibilizzare i connazionali sui tagli alla finanziaria e a far pesare in questo ambito la loro voce”.
Fassino ha ricordato come a tutt’oggi le decurtazioni alle risorse pubbliche per gli italiani all’estero ammontino, rispetto al 2008 a quasi 42 milioni di euro. Se non ci saranno ripensamenti si passerà infatti dai 73 milioni, previsti nella scorsa finanziaria, a 31,5 milioni di euro. Per quanto riguarda i singoli capitoli di spesa Fassino ha precisato come i contributi per gli enti gestori all’estero, le strutture che erogano attività educative scolastiche e culturali, passino da 34 milioni a 14 milioni di euro e le spese per le iniziative culturali ed informative si riducano da 3.250.000 euro a meno di un milione. Fortemente ridimensionate anche le risorse per l’assistenza sociale che passano da 30 a 11 milioni di euro.
Secondo Fassino questi tagli, oltre ad essere ingiustificati, mettono in discussione sia l’assetto delle attività culturali all’estero, che svolgono un ruolo essenziale per la valorizzazione e la crescita dell’identità italiana delle nostre comunità, sia i livelli minimi di assistenza sociale che sino ad oggi sono stati erogati a quella parte della nostra emigrazione che si trova in situazioni di particolari fragilità. L’esponente del Pd si è inoltre detto preoccupato del calo delle risorse per la rappresentanza degli italiani all’estero, ad esempio per il rinnovo dei Comites e del Cgie, e per la possibile riduzione dell’impegno a far votare i nostri connazionali in vista delle prossime elezioni europee.
Dopo aver evidenziato la mancata nomina da parte dell’attuale esecutivo di un ministro o di un vice ministro per gli italiani nel mondo che avrebbe dato rilievo istituzionale alle nostre comunità, Fassino ha criticato la non estensione dell’esenzione Ici ai connazionali all’estero che posseggono una casa in Italia.
“Le comunità italiane - ha concluso Fassino - sono parte integrante della vita di tante nazioni. Proprio per questo risulta ancora più incomprensibile che queste collettività, molto apprezzate dalle autorità politiche ed istituzionali dei paesi in cui vivono, siano invece disconosciute dall’esecutivo italiano. Noi chiediamo dunque una netta inversione di tendenza, di atteggiamento e di attenzione che torni a guardare alle comunità italiane, non come un problema , ma come una straordinaria risorsa”.
Maurizio Chiocchetti, responsabile del Pd per gli italiani all’estero, ha poi annunciato la presenza di una nutrita rappresentanza degli italiani nel mondo alla manifestazione del 25 ottobre a Roma. I rappresentanti delle comunità italiane all’estero porteranno in piazza lo slogan “Ci tagliano la lingua”. Una frase d’effetto che si riferisce alla riduzione dei finanziamenti per i corsi di lingua e cultura italiana. Chiocchetti, che addita come “inconcepibili e inammissibili” le decurtazioni alle risorse per i connazionali nel mondo, critica sia l’ipotesi avanzata dal sottosegretario Mantica, quella di eliminare il voto in loco nei Paesi membri dell’Unione alle prossime elezioni europee, sia l’ordine del giorno, approvato dalla maggioranza in commissione Esteri della Camera dei Deputati , che chiede, allo scopo di risparmiare risorse da destinare all’assistenza, il rinvio delle elezioni di Comites e Cgie.
“Oltre alla manifestazione – ha aggiunto Chiocchetti - ci impegneremo per fare in modo che si torni indietro con queste decisioni. A tale scopo i nostri parlamentari eletti all’estero hanno già presentato molti emendamenti. Queste iniziative saranno affiancate da un movimento più ampio di protesta in tutto il mondo, facendo pressioni sulle rappresentanze consolari affinché arrivi al Governo la protesta e quindi la voce dei nostri connazionali”.(Goffredo Morgia- Inform).
http://www.franconarducci.com/Archivio/tabid/67/articleType/ArticleView/articleId/226/Default.aspx
Fassino: Ci batteremo in Parlamento. Chiediamo al governo di aprire un confronto nelle Commissioni di merito e con gli eletti della circoscrizione Estero
Chiocchetti.“Il 25 ottobre gli italiani all’estero del Pd in piazza con lo slogan “Ci tagliano la lingua”
ROMA - “Noi intendiamo batterci nel Parlamento ed all’estero per evitare che siano posti in essere i tagli ai capitoli di spesa per gli italiani nel mondo previsti dalla Finanziaria 2009. Chiediamo quindi al governo di aprire un confronto su questo punto da svilupparsi nelle Commissioni parlamentari di merito dove verranno discussi gli emendamenti che abbiamo predisposto per il ripristino dei fondi. Speriamo altresì che l’esecutivo abbia la sensibilità e l’intelligenza di confrontarsi con i parlamentari eletti all’estero”. Con queste parole Piero Fassino l ministro ombra degli Esteri con delega agli italiani all'estero, ha illustrato gli obiettivi della campagna informativa e di mobilitazione contro i tagli di bilancio alle risorse degli italiani all’estero che il Pd intende promuovere in Italia e presso le comunità nel mondo. Erano presenti alla conferenza stampa svoltasi a Roma presso l’ex Hotel Bologna oltre a Luciano Neri ed Eugenio Marino (Pd Mondo), i parlamentari eletti all’estero per il Pd Laura Garavini, Claudio Micheloni, Franco Narducci, Fabio Porta e Antonino Randazzo.
“Ci auguriamo che le nostre richieste abbiano una risposta - ha aggiunto Fassino -. Pensiamo inoltre che queste proposte, in quanto dettate nell’interesse generale delle comunità nel mondo, possano essere condivise anche dai parlamentari eletti all’estero nelle liste del centro destra. In queste settimane promuoveremo inoltre, presso le varie comunità, una serie d’incontri volti a sensibilizzare i connazionali sui tagli alla finanziaria e a far pesare in questo ambito la loro voce”.
Fassino ha ricordato come a tutt’oggi le decurtazioni alle risorse pubbliche per gli italiani all’estero ammontino, rispetto al 2008 a quasi 42 milioni di euro. Se non ci saranno ripensamenti si passerà infatti dai 73 milioni, previsti nella scorsa finanziaria, a 31,5 milioni di euro. Per quanto riguarda i singoli capitoli di spesa Fassino ha precisato come i contributi per gli enti gestori all’estero, le strutture che erogano attività educative scolastiche e culturali, passino da 34 milioni a 14 milioni di euro e le spese per le iniziative culturali ed informative si riducano da 3.250.000 euro a meno di un milione. Fortemente ridimensionate anche le risorse per l’assistenza sociale che passano da 30 a 11 milioni di euro.
Secondo Fassino questi tagli, oltre ad essere ingiustificati, mettono in discussione sia l’assetto delle attività culturali all’estero, che svolgono un ruolo essenziale per la valorizzazione e la crescita dell’identità italiana delle nostre comunità, sia i livelli minimi di assistenza sociale che sino ad oggi sono stati erogati a quella parte della nostra emigrazione che si trova in situazioni di particolari fragilità. L’esponente del Pd si è inoltre detto preoccupato del calo delle risorse per la rappresentanza degli italiani all’estero, ad esempio per il rinnovo dei Comites e del Cgie, e per la possibile riduzione dell’impegno a far votare i nostri connazionali in vista delle prossime elezioni europee.
Dopo aver evidenziato la mancata nomina da parte dell’attuale esecutivo di un ministro o di un vice ministro per gli italiani nel mondo che avrebbe dato rilievo istituzionale alle nostre comunità, Fassino ha criticato la non estensione dell’esenzione Ici ai connazionali all’estero che posseggono una casa in Italia.
“Le comunità italiane - ha concluso Fassino - sono parte integrante della vita di tante nazioni. Proprio per questo risulta ancora più incomprensibile che queste collettività, molto apprezzate dalle autorità politiche ed istituzionali dei paesi in cui vivono, siano invece disconosciute dall’esecutivo italiano. Noi chiediamo dunque una netta inversione di tendenza, di atteggiamento e di attenzione che torni a guardare alle comunità italiane, non come un problema , ma come una straordinaria risorsa”.
Maurizio Chiocchetti, responsabile del Pd per gli italiani all’estero, ha poi annunciato la presenza di una nutrita rappresentanza degli italiani nel mondo alla manifestazione del 25 ottobre a Roma. I rappresentanti delle comunità italiane all’estero porteranno in piazza lo slogan “Ci tagliano la lingua”. Una frase d’effetto che si riferisce alla riduzione dei finanziamenti per i corsi di lingua e cultura italiana. Chiocchetti, che addita come “inconcepibili e inammissibili” le decurtazioni alle risorse per i connazionali nel mondo, critica sia l’ipotesi avanzata dal sottosegretario Mantica, quella di eliminare il voto in loco nei Paesi membri dell’Unione alle prossime elezioni europee, sia l’ordine del giorno, approvato dalla maggioranza in commissione Esteri della Camera dei Deputati , che chiede, allo scopo di risparmiare risorse da destinare all’assistenza, il rinvio delle elezioni di Comites e Cgie.
“Oltre alla manifestazione – ha aggiunto Chiocchetti - ci impegneremo per fare in modo che si torni indietro con queste decisioni. A tale scopo i nostri parlamentari eletti all’estero hanno già presentato molti emendamenti. Queste iniziative saranno affiancate da un movimento più ampio di protesta in tutto il mondo, facendo pressioni sulle rappresentanze consolari affinché arrivi al Governo la protesta e quindi la voce dei nostri connazionali”.(Goffredo Morgia- Inform).
http://www.franconarducci.com/Archivio/tabid/67/articleType/ArticleView/articleId/226/Default.aspx
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Comites Zurigo
UNA MANIFESTAZIONE AL RIPARO DI STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE
Servizio di: la redazione
Lunedì 27 ottobre 2008
Svizzera: a Berna una manifestazione al riparo di strumentalizzazioni politiche
La decisione dell'Intercomites svizzero di accogliere il Sottosegretario agli Esteri, Sen. Alfredo Mantica, con una manifestazione di protesta contro la Finanziaria 2009-2011 del Governo italiano, ha trovato uno straordinario interesse da parte della comunità italiana in Svizzera.
L'adesione di operatori della scuola, di comitati genitori e di tante associazioni, alla protesta indetta per venerdì 31 ottobre a Berna, rivela la volontà diffusa di battersi per la salvaguardia dell'italianità in Svizzera e nel Mondo.
Questa battaglia, che vede impegnati in primo piano i Comites, il Cgie e la delegazione parlamentare del Partito democratico eletta all'estero, è condotta al riparo di ogni strumentalizzazione politica. È una battaglia per il diritto all'apprendimento della lingua italiana e alla diffusione della cultura italiana.
L'Intercomites svizzero deve respingere il tentativo di qualche personaggio in cerca di un ruolo nella scena politica italiana, di etichettare la manifestazione di Berna.
L'emigrazione italiana in Svizzera non ha bisogno di supporti logistici proposti maldestramente da Luciano Neri all'assemblea del Pd svizzero, ma di condivisione politica in Italia e nel Mondo.
Paolo Da Costa
Presidente del Comites di Zurigo
http://www.tuttoitalia.ch/tuttoitalia/News.asp?IDNotizia=10784
UNA MANIFESTAZIONE AL RIPARO DI STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE
Servizio di: la redazione
Lunedì 27 ottobre 2008
Svizzera: a Berna una manifestazione al riparo di strumentalizzazioni politiche
La decisione dell'Intercomites svizzero di accogliere il Sottosegretario agli Esteri, Sen. Alfredo Mantica, con una manifestazione di protesta contro la Finanziaria 2009-2011 del Governo italiano, ha trovato uno straordinario interesse da parte della comunità italiana in Svizzera.
L'adesione di operatori della scuola, di comitati genitori e di tante associazioni, alla protesta indetta per venerdì 31 ottobre a Berna, rivela la volontà diffusa di battersi per la salvaguardia dell'italianità in Svizzera e nel Mondo.
Questa battaglia, che vede impegnati in primo piano i Comites, il Cgie e la delegazione parlamentare del Partito democratico eletta all'estero, è condotta al riparo di ogni strumentalizzazione politica. È una battaglia per il diritto all'apprendimento della lingua italiana e alla diffusione della cultura italiana.
L'Intercomites svizzero deve respingere il tentativo di qualche personaggio in cerca di un ruolo nella scena politica italiana, di etichettare la manifestazione di Berna.
L'emigrazione italiana in Svizzera non ha bisogno di supporti logistici proposti maldestramente da Luciano Neri all'assemblea del Pd svizzero, ma di condivisione politica in Italia e nel Mondo.
Paolo Da Costa
Presidente del Comites di Zurigo
http://www.tuttoitalia.ch/tuttoitalia/News.asp?IDNotizia=10784
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
SALVIAMO L'ITALIA NEL MONDO
Servizio di: la redazione
Lunedì 27 ottobre 2008
Nella giornata della grandissima manifestazione nazionale organizzata dal Partito Democratico al Circo Massimo di Roma, per richiamare il governo italiano ad agire diversamente da come ha fatto in questi primi sei mesi di legislatura e a rispettare oltre ai dettami costituzionali anche il ruolo dell'opposizione, si è riunito anche a Zurigo il PD elvetico per solidarizzare e seguire le proposte della piazza italiana, nella quale era presente una corposa delegazione di italiani all'estero con lo slogan "ci tagliano la lingua".
Ai lavori tenuti espressamente nella città delle grandi banche, costruita con il sacrificio e l'ingegno degli italiani, erano presenti delegazioni di tutte le circoscrizioni territoriali.
Contestualmente a Zurigo militanti, coordinatori circoscrizionali, eletti nei Comites e nel CGIE ed i parlamentari del PD residenti nella Confederazione elvetica hanno tenuto un seminario per aggiornare il processo organizzativo e portare definitivamente a termine il percorso costituente del partito in Svizzera.
In questa fase assieme alla costituizione dei circoli sul territorio, dell'avvio del tesseramento già per altro avanzato in alcune zone della Svizzera, saranno perseguiti anche appuntamenti e iniziative politiche, campagne informative sostenute da giornate di formazione alla politica.
Al termine di questo non facile ma entusiasmante percorso, previsto per la prossima primavera, saranno raccolti i risultati di questo lavoro, che già oggi si prospetta variegato e ricco di contenuti da apportare dentro le specificità del più grande partito riformista italiano.. Il tempo a disposizione fino alla prossima primavera sarà utilizzato per far maturare le condizioni e per dare una solida struttura di base, un'organizzazione capace di esprimersi con autorevolezza nei vari ambiti politici sulle questioni italiane, svizzere, europee e di impegno generale per far avanzare i diritti e le aspettative dei cittadini italiani ovunque essi risiedano e renderli protagonisti dei processi evoluti e di progresso della società moderna.
Il Partito democratico in Svizzera sarà un partito inclusivo, interprete delle forme più avanzate di partecipazione, anche nei partiti locali con i quali si rafforzeranno le intese di collaborazione e militanza, e si doterà di stumenti nuovi per coinvolgere i cittadini alla politica. Le elezioni primarie in Svizzera, alle quali si è già fatto riferimento nel recente passato, saranno il fondamento di questa pratica democratica. Su questi concetti si è soffermato il professor Renzo Carli, dell'Università "La Sapienza" di Roma, invitato al seminario per portare un contributo diretto sulle proteste degli studenti italiani impegnati a contrastare il decreto legge sulla riforma della scuola italiana proposto dal Ministro Mariastella Gelmini.
Ed è proprio per contrastare i duri e devastanti provvedimenti finanziari proposti dal governo nella finanziaria del 2009, che toccano in modo sconsiderato anche la vita delle comunità italiane all'estero, in maniera tale da metterne in seria discussione il sistema che la qualifica nelle forme e nei contenuti, che il Partito democratico in Svizzera ha deciso di impegnare la propria organizzazione a sostegno della manifestazione nazionale, indetta a Berna il 31 ottobre 2008, dall'Intercomites e dalla delegazione del CGIE svizzeri.
E' compito di una forza politica consapevole e responabile farsi carico del bene comune e del futuro della società che rappresenta. Gli italiani all'estero vanno messi in condizione di continuare a curare i riferimenti culturali, politici e sociali con la madre patria. Perciò il PD in Svizzera sosterrà la manifestazione degli italiani di Berna e si appella a tutti i cittadini, chiamandoli a partecipare nelle forme e nei modi più appropriati per salvare l'Italia nel mondo.
http://www.tuttoitalia.ch/tuttoitalia/news.asp?IDNotizia=10786
Servizio di: la redazione
Lunedì 27 ottobre 2008
Nella giornata della grandissima manifestazione nazionale organizzata dal Partito Democratico al Circo Massimo di Roma, per richiamare il governo italiano ad agire diversamente da come ha fatto in questi primi sei mesi di legislatura e a rispettare oltre ai dettami costituzionali anche il ruolo dell'opposizione, si è riunito anche a Zurigo il PD elvetico per solidarizzare e seguire le proposte della piazza italiana, nella quale era presente una corposa delegazione di italiani all'estero con lo slogan "ci tagliano la lingua".
Ai lavori tenuti espressamente nella città delle grandi banche, costruita con il sacrificio e l'ingegno degli italiani, erano presenti delegazioni di tutte le circoscrizioni territoriali.
Contestualmente a Zurigo militanti, coordinatori circoscrizionali, eletti nei Comites e nel CGIE ed i parlamentari del PD residenti nella Confederazione elvetica hanno tenuto un seminario per aggiornare il processo organizzativo e portare definitivamente a termine il percorso costituente del partito in Svizzera.
In questa fase assieme alla costituizione dei circoli sul territorio, dell'avvio del tesseramento già per altro avanzato in alcune zone della Svizzera, saranno perseguiti anche appuntamenti e iniziative politiche, campagne informative sostenute da giornate di formazione alla politica.
Al termine di questo non facile ma entusiasmante percorso, previsto per la prossima primavera, saranno raccolti i risultati di questo lavoro, che già oggi si prospetta variegato e ricco di contenuti da apportare dentro le specificità del più grande partito riformista italiano.. Il tempo a disposizione fino alla prossima primavera sarà utilizzato per far maturare le condizioni e per dare una solida struttura di base, un'organizzazione capace di esprimersi con autorevolezza nei vari ambiti politici sulle questioni italiane, svizzere, europee e di impegno generale per far avanzare i diritti e le aspettative dei cittadini italiani ovunque essi risiedano e renderli protagonisti dei processi evoluti e di progresso della società moderna.
Il Partito democratico in Svizzera sarà un partito inclusivo, interprete delle forme più avanzate di partecipazione, anche nei partiti locali con i quali si rafforzeranno le intese di collaborazione e militanza, e si doterà di stumenti nuovi per coinvolgere i cittadini alla politica. Le elezioni primarie in Svizzera, alle quali si è già fatto riferimento nel recente passato, saranno il fondamento di questa pratica democratica. Su questi concetti si è soffermato il professor Renzo Carli, dell'Università "La Sapienza" di Roma, invitato al seminario per portare un contributo diretto sulle proteste degli studenti italiani impegnati a contrastare il decreto legge sulla riforma della scuola italiana proposto dal Ministro Mariastella Gelmini.
Ed è proprio per contrastare i duri e devastanti provvedimenti finanziari proposti dal governo nella finanziaria del 2009, che toccano in modo sconsiderato anche la vita delle comunità italiane all'estero, in maniera tale da metterne in seria discussione il sistema che la qualifica nelle forme e nei contenuti, che il Partito democratico in Svizzera ha deciso di impegnare la propria organizzazione a sostegno della manifestazione nazionale, indetta a Berna il 31 ottobre 2008, dall'Intercomites e dalla delegazione del CGIE svizzeri.
E' compito di una forza politica consapevole e responabile farsi carico del bene comune e del futuro della società che rappresenta. Gli italiani all'estero vanno messi in condizione di continuare a curare i riferimenti culturali, politici e sociali con la madre patria. Perciò il PD in Svizzera sosterrà la manifestazione degli italiani di Berna e si appella a tutti i cittadini, chiamandoli a partecipare nelle forme e nei modi più appropriati per salvare l'Italia nel mondo.
http://www.tuttoitalia.ch/tuttoitalia/news.asp?IDNotizia=10786
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
INFORM - N. 209 - 29 ottobre 2008
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ITALIANI ALL’ESTERO
Franco Narducci (Pd) su “ilsole24ore.com” :“Finanziaria 2009 distruttiva per le comunità italiane all'estero”
Franco Narducci deputato Pd e presidente dell’Unaie, su www.ilsole24ore.com chiede maggiori risorse per gli italiani all'estero. Sul quotidiano economico si legge che “Narducci, eletto nella circoscrizione Europa, chiede di ripristinare le risorse destinate al bilancio della Direzione generale degli italiani all'estero del Ministero degli Affari Esteri”.
Narducci sottolinea che “la Finanziaria 2009 è distruttiva per le comunità italiane all'estero, poiché taglia pesantemente gli interventi dello Stato verso i suoi cittadini emigrati, in particolare sui capitoli di spesa riguardanti la promozione della lingua e della cultura italiana, relativamente alle attività affidate agli enti gestori”.
“Il pericolo concreto – afferma il deputato - è quello di distruggere il legame con la grande comunità italiana all'estero che garantisce un enorme flusso economico generato dal turismo di ritorno e dalle rimesse che giungono in Italia, anche sotto forma di pensioni pagate da Stati esteri a italiani che hanno lavorato all'estero”. “Il lavoro degli italiani all'estero genera, inoltre, un forte flusso di esportazioni dall'Italia verso la Germania” ricorda Narducci. Che cita “uno studio dell'Università di Manhheim sul significato "dell'imprenditoria etnica" in Germania”. Lo studio “ha rivelato, per esempio – fa osservare Narducci - che le attività imprenditoriali attivate dalla comunità italiana in Germania, per lo più nel settore della ristorazione, equivalgono a un fatturato di 15,1 miliardi l'anno” (Inform)
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ITALIANI ALL’ESTERO
Franco Narducci (Pd) su “ilsole24ore.com” :“Finanziaria 2009 distruttiva per le comunità italiane all'estero”
Franco Narducci deputato Pd e presidente dell’Unaie, su www.ilsole24ore.com chiede maggiori risorse per gli italiani all'estero. Sul quotidiano economico si legge che “Narducci, eletto nella circoscrizione Europa, chiede di ripristinare le risorse destinate al bilancio della Direzione generale degli italiani all'estero del Ministero degli Affari Esteri”.
Narducci sottolinea che “la Finanziaria 2009 è distruttiva per le comunità italiane all'estero, poiché taglia pesantemente gli interventi dello Stato verso i suoi cittadini emigrati, in particolare sui capitoli di spesa riguardanti la promozione della lingua e della cultura italiana, relativamente alle attività affidate agli enti gestori”.
“Il pericolo concreto – afferma il deputato - è quello di distruggere il legame con la grande comunità italiana all'estero che garantisce un enorme flusso economico generato dal turismo di ritorno e dalle rimesse che giungono in Italia, anche sotto forma di pensioni pagate da Stati esteri a italiani che hanno lavorato all'estero”. “Il lavoro degli italiani all'estero genera, inoltre, un forte flusso di esportazioni dall'Italia verso la Germania” ricorda Narducci. Che cita “uno studio dell'Università di Manhheim sul significato "dell'imprenditoria etnica" in Germania”. Lo studio “ha rivelato, per esempio – fa osservare Narducci - che le attività imprenditoriali attivate dalla comunità italiana in Germania, per lo più nel settore della ristorazione, equivalgono a un fatturato di 15,1 miliardi l'anno” (Inform)
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
INFORM - N. 209 - 29 ottobre 2008
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ITALIANI ALL’ESTERO
Manifestazione alla Casa d’Italia in occasione della visita del sottosegretario Mantica
La UIM sosterrà la protesta del 31 ottobre a Berna contro i tagli previsti dalla Finanziaria 2009
Dino Nardi: Un SOS dall’Altra Italia
ZURIGO – Un Sos dall’Altra Italia. Con questo messaggio di richiesta d’aiuto al Parlamento ed alle forze politiche italiane l’Unione degli Italiani nel Mondo (UIM) sosterrà la protesta con cui la comunità italiana in Svizzera accoglierà il Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri, con delega per gli italiani nel mondo, senatore Alfredo Mantica, venerdì 31 ottobre a Berna alla Casa d’Italia dove, alle ore 15, il rappresentante del governo italiano parteciperà all’incontro con l’Intercomites ed il CGIE elvetici ed i giovani che rappresenteranno la gioventù italiana in Svizzera alla Conferenza mondiale dei giovani italiani che si terrà a Roma agli inizi di dicembre.
Una manifestazione indetta per protestare contro i provvedimenti presi già in questi primi mesi di vita dal governo Berlusconi e dalla maggioranza che lo sostiene. Provvedimenti che, in alcuni casi, hanno discriminato gli italiani all’estero da quelli in patria e, in altri, hanno drasticamente ridotto i finanziamenti destinati alle iniziative a favore degli emigrati.
Si è iniziato con l’escludere i cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), proprietari di un’abitazione in Italia, dai benefici dell’esenzione dell’ICI sulla prima casa (prima discriminazione tra cittadini italiani).
Si è proseguito aggiungendo il nuovo requisito di dieci anni di residenza in Italia per poter beneficiare del diritto all’assegno sociale da parte degli ultra sessantacinquenni indigenti, un requisito che, di fatto, esclude da questo diritto tutti quegli emigrati italiani che, da anziani, decidono di rimpatriare e che si dovessero trovare, anch’essi, in uno stato di indigenza economica (seconda discriminazione).
Poi è arrivata la Legge Finanziaria 2009 (ancora da approvare, ma blindatissima) ed il Ministero degli Affari Esteri (MAE), che, come altri ministeri, ha dovuto subire un taglio al suo bilancio, ha spalmato le minori risorse essenzialmente sui capitali di spesa destinati alla Cooperazione allo sviluppo (400 milioni di euro) ed agli italiani all’estero (50 milioni di euro). Così che, per gli italiani all’estero, la Finanziaria 2009 assegna complessivamente solo 31,5 milioni di euro a fronte degli 82 milioni che gli aveva destinato la Finanziaria 2008.
Da questa precaria situazione finanziaria il danno ricadrà soprattutto sugli emigrati indigenti i cui sussidi economici per il prossimo anno saranno a grave rischio, come pure lo sarà il rinnovo di alcune polizze assicurative contro le malattie che nel 2008 erano state stipulate per loro dal MAE in alcuni Paesi dell’America Latina.
Altra batosta vi sarà per i corsi di lingua e cultura italiana se si pensa che, solo per questa voce di spesa, la Finanziaria 2008 aveva destinato ben 34 milioni di euro. Corsi frequentati in tutto il mondo da 700'000 ragazzi di cui oltre 15'000 in Svizzera. Alla faccia dell’importanza della diffusione della lingua italiana nel mondo ribadita continuamente dallo stesso Ministro degli Esteri, Franco Frattini.
È del tutto legittima, pertanto, la protesta organizzata dalla comunità italiana in Svizzera in occasione della visita di venerdì 31 ottobre del Sottosegretario Alfredo Mantica ed altrettanto dovrebbero fare le comunità italiane in ogni parte del mondo in occasione di visite di rappresentanti del governo italiano.
Visto che questo governo e la maggioranza che lo sostiene stanno strangolando l’italianità nel mondo, sia consentito all’AltraItalia almeno di protestare!
(Dino Nardi*/Inform)
*CdP CGIE e coordinatore UIM in Europa.
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ITALIANI ALL’ESTERO
Manifestazione alla Casa d’Italia in occasione della visita del sottosegretario Mantica
La UIM sosterrà la protesta del 31 ottobre a Berna contro i tagli previsti dalla Finanziaria 2009
Dino Nardi: Un SOS dall’Altra Italia
ZURIGO – Un Sos dall’Altra Italia. Con questo messaggio di richiesta d’aiuto al Parlamento ed alle forze politiche italiane l’Unione degli Italiani nel Mondo (UIM) sosterrà la protesta con cui la comunità italiana in Svizzera accoglierà il Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri, con delega per gli italiani nel mondo, senatore Alfredo Mantica, venerdì 31 ottobre a Berna alla Casa d’Italia dove, alle ore 15, il rappresentante del governo italiano parteciperà all’incontro con l’Intercomites ed il CGIE elvetici ed i giovani che rappresenteranno la gioventù italiana in Svizzera alla Conferenza mondiale dei giovani italiani che si terrà a Roma agli inizi di dicembre.
Una manifestazione indetta per protestare contro i provvedimenti presi già in questi primi mesi di vita dal governo Berlusconi e dalla maggioranza che lo sostiene. Provvedimenti che, in alcuni casi, hanno discriminato gli italiani all’estero da quelli in patria e, in altri, hanno drasticamente ridotto i finanziamenti destinati alle iniziative a favore degli emigrati.
Si è iniziato con l’escludere i cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), proprietari di un’abitazione in Italia, dai benefici dell’esenzione dell’ICI sulla prima casa (prima discriminazione tra cittadini italiani).
Si è proseguito aggiungendo il nuovo requisito di dieci anni di residenza in Italia per poter beneficiare del diritto all’assegno sociale da parte degli ultra sessantacinquenni indigenti, un requisito che, di fatto, esclude da questo diritto tutti quegli emigrati italiani che, da anziani, decidono di rimpatriare e che si dovessero trovare, anch’essi, in uno stato di indigenza economica (seconda discriminazione).
Poi è arrivata la Legge Finanziaria 2009 (ancora da approvare, ma blindatissima) ed il Ministero degli Affari Esteri (MAE), che, come altri ministeri, ha dovuto subire un taglio al suo bilancio, ha spalmato le minori risorse essenzialmente sui capitali di spesa destinati alla Cooperazione allo sviluppo (400 milioni di euro) ed agli italiani all’estero (50 milioni di euro). Così che, per gli italiani all’estero, la Finanziaria 2009 assegna complessivamente solo 31,5 milioni di euro a fronte degli 82 milioni che gli aveva destinato la Finanziaria 2008.
Da questa precaria situazione finanziaria il danno ricadrà soprattutto sugli emigrati indigenti i cui sussidi economici per il prossimo anno saranno a grave rischio, come pure lo sarà il rinnovo di alcune polizze assicurative contro le malattie che nel 2008 erano state stipulate per loro dal MAE in alcuni Paesi dell’America Latina.
Altra batosta vi sarà per i corsi di lingua e cultura italiana se si pensa che, solo per questa voce di spesa, la Finanziaria 2008 aveva destinato ben 34 milioni di euro. Corsi frequentati in tutto il mondo da 700'000 ragazzi di cui oltre 15'000 in Svizzera. Alla faccia dell’importanza della diffusione della lingua italiana nel mondo ribadita continuamente dallo stesso Ministro degli Esteri, Franco Frattini.
È del tutto legittima, pertanto, la protesta organizzata dalla comunità italiana in Svizzera in occasione della visita di venerdì 31 ottobre del Sottosegretario Alfredo Mantica ed altrettanto dovrebbero fare le comunità italiane in ogni parte del mondo in occasione di visite di rappresentanti del governo italiano.
Visto che questo governo e la maggioranza che lo sostiene stanno strangolando l’italianità nel mondo, sia consentito all’AltraItalia almeno di protestare!
(Dino Nardi*/Inform)
*CdP CGIE e coordinatore UIM in Europa.
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
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Signor Presidente, investa nella lingua italiana - di Silvana Mangione
Signor Presidente Berlusconi, La prego, salvi l’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero e con essa l’immagine e lo sviluppo economico dell’Italia.
di Silvana Mangione
Il Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi, ha dichiarato che la situazione di crisi economica internazionale dovrà riflettersi in alcuni aggiustamenti alla Finanziaria. Questo è il succo delle affermazioni trasmesse dal TG1 il 28 ottobre. Giusto. Bisogna vedere quali saranno gli aggiustamenti.
Uno, fondamentale, necessario, lungimirante, da statista, è quello della riapertura dei tagli alle attività degli italiani all’estero, in particolare nel campo dell’insegnamento e della diffusione della lingua e della cultura italiana. Ogni finanziaria o legge di bilancio che dir si voglia è in realtà costituita da una lunga serie di “investimenti”: sociali, industriali, nelle infrastrutture e nella ricerca, nella scuola e nell’arte, nella promozione del commercio e del turismo, nel mantenimento delle piccole e grandi realtà che rendono il nostro paese unico e irripetibile, nella proiezione della Repubblica italiana sul palcoscenico del mondo con tutte le sue risorse, i suoi punti di forza, le sue bellezze. Agli investimenti devono corrispondere i “ritorni in soldoni”, le “ricadute produttive”, i “risultati positivi”.
L’Italia ha sempre avuto la funzione – non scritta ma concreta – di aprire la strada a nuovi modi di vivere il quotidiano, di far sì che al benessere fisico si accompagnasse quello intellettuale, di indirizzare il mondo verso un approccio più raffinato e soddisfacente del rapporto con le cose e le persone. Anche storicamente l’Italia, non ancora unita, è stata punto d’arrivo di tutti coloro che erano interessati nella cultura, che erano convinti che le tante sfaccettature del nostro Paese dovessero essere conosciute dal mondo intero. Tutti sono venuti a conquistarci. Tutti si sono fermati e sono diventati parte di noi. Poi siamo andati noi a conquistare gli altri Paesi, con la nostra emigrazione, che portava inconsciamente con sé le bellezze e la cultura italiana, le radici della nostra lingua, travestite da dialetti, il coraggio e la tenacia di vedere e volere il futuro. Quel che succede dopo è noto a tutti. Gli “emigrati” italiani hanno conquistato il mondo e lo hanno italianizzato. Da soli, da principio. Poi, con lo sguardo lungo degli statisti che hanno compreso quale ricchezza e forza di penetrazione rappresentassero, con la prima legge sulla promozione dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero, la famosa 153/71. A questa legge, ora tanto vituperata perché é stata ampiamente superata dai tempi e dalle esigenze attuali, era tuttavia sottesa un’intuizione geniale: insegnando la lingua ai discendenti degli emigrati si allargava un bacino di appartenenza nazionale che copriva tutti i Paesi del globo terracqueo. A quale fine? Affinché coloro che risiedevano fuori dai confini continuassero a riconoscersi nella terra d’origine e la popolazione del Bel Paese fosse allargata ad includerci tutti.
Un piccolo territorio nazionale con un popolo numericamente doppio di quello rimasto in Patria. Vi pare poco? Forse allora non si previde appieno un altro effetto importantissimo dell’italianizzazione di usi e costumi provocata dalla rete delle presenze di origine italiana: la nascita di una schiera di italofili, che presto diventano italofoni essi stessi. Chi stava nelle stanze dei bottoni ha intelligentemente promosso la politica dell’inserimento dei corsi di lingua e cultura italiana all’interno delle scuole locali, alle quali non si poteva certamente dire: «Contribuisco al finanziamento del corso, ma tu devi espellere dalla classe tutte le mattine, gli studenti non italiani» e la spirale virtuosa è andata crescendo, inarrestabile. Sono nati enti gestori dei corsi in tutto il mondo ed anche parecchie scuole bilingui e biculturali. Hanno resistito negli anni delle vacche magre, delle accuse ingiustificate, delle difficoltà. Sono quasi tutti degni del massimo rispetto per il lavoro che svolgono. Qualche mela marcia c’è stata qua e là, di solito molto piccola e scomparsa ineluttabilmente nel nulla. Hanno – gli enti gestori – promosso la conclusione di Convenzioni fra i rappresentanti della Repubblica Italiana e gli Stati esteri in cui agiscono. Gli impegni assunti sono di solito reciproci e prevedono contributi da ambe le parti. Cosa succederà all’immagine ed alla credibilità dell’Italia quando – con i tagli del 60% alle previsioni di spesa per il 2009, che andranno all’80% nel 2010 e al 100%, vale a dire all’azzeramento assoluto nel 2011 – si dovrà dire agli Stati esteri: «Abbiamo scherzato. Se volete l’italiano pagatevelo da soli»? Non possiamo certamente permetterci di fare questo mentre altri Paesi stanno profondendo centinaia di milioni di investimenti per imporre le proprie lingue nelle aree di mercato più importanti del mondo.
L’assorbimento di una nuova lingua e una nuova cultura si traduce insensibilmente nel desiderio di impossessarsi anche dei prodotti concreti che provengono da quella fonte, si trasforma in una esterofilia perdurante e catalizzatrice di ricche ricadute commerciali e turistiche per il Paese in questione. Se i nostri governanti credono che non ci sia competizione perché l’italiano è lingua di cultura, si dimenticano che il mondo ha già due lingue obbligate: lo spagnolo e l’inglese. La nostra deve essere imposta come terza lingua, appunto, di cultura, deve essere sostenuta dalle attività degli Istituti Italiani di Cultura, che non possono continuare a funzionare con €200.000 a fronte degli svariati milioni di Euro o di Yen o di Rupie o di monete dell’OPEC che si riversano su equivalenti organi di promozione nelle città chiave della mondializzazione.
Vox clamabat in deserto, dice il più grande libro della saggezza umana. Questa mia voce che urla nel deserto della sordità di alcuni che stanno annullando l’intuizione geniale della 153/71 – ora in via di modifica sotto la cura di due deputati davvero competenti: Elena Centemero e Franco Narducci – non è più sola. Tutte le comunità, tutte le loro rappresentanze democratiche – almeno quelle che sono interessate a fare qualcosa di più che procacciarsi gli inviti al Consolato e alle cene – tutte le persone di buona volontà, tutti coloro che amano l’Italia e l’italiano stanno gridando insieme a me: «Non tagliate i fondi all’italiano!», perché significherebbe non solo impedire lo stesso mantenimento in esistenza della nostra lingua fra poche decine d’anni, ma anche il progressivo esaurirsi del mercato trainante dei nostri beni di consumo.
Signor Presidente Berlusconi, La prego, salvi l’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero e con essa l’immagine e lo sviluppo economico dell’Italia.
Silvana Mangione - Gente d'ItaliaItalia chiama Italia
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Signor Presidente, investa nella lingua italiana - di Silvana Mangione
Signor Presidente Berlusconi, La prego, salvi l’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero e con essa l’immagine e lo sviluppo economico dell’Italia.
di Silvana Mangione
Il Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi, ha dichiarato che la situazione di crisi economica internazionale dovrà riflettersi in alcuni aggiustamenti alla Finanziaria. Questo è il succo delle affermazioni trasmesse dal TG1 il 28 ottobre. Giusto. Bisogna vedere quali saranno gli aggiustamenti.
Uno, fondamentale, necessario, lungimirante, da statista, è quello della riapertura dei tagli alle attività degli italiani all’estero, in particolare nel campo dell’insegnamento e della diffusione della lingua e della cultura italiana. Ogni finanziaria o legge di bilancio che dir si voglia è in realtà costituita da una lunga serie di “investimenti”: sociali, industriali, nelle infrastrutture e nella ricerca, nella scuola e nell’arte, nella promozione del commercio e del turismo, nel mantenimento delle piccole e grandi realtà che rendono il nostro paese unico e irripetibile, nella proiezione della Repubblica italiana sul palcoscenico del mondo con tutte le sue risorse, i suoi punti di forza, le sue bellezze. Agli investimenti devono corrispondere i “ritorni in soldoni”, le “ricadute produttive”, i “risultati positivi”.
L’Italia ha sempre avuto la funzione – non scritta ma concreta – di aprire la strada a nuovi modi di vivere il quotidiano, di far sì che al benessere fisico si accompagnasse quello intellettuale, di indirizzare il mondo verso un approccio più raffinato e soddisfacente del rapporto con le cose e le persone. Anche storicamente l’Italia, non ancora unita, è stata punto d’arrivo di tutti coloro che erano interessati nella cultura, che erano convinti che le tante sfaccettature del nostro Paese dovessero essere conosciute dal mondo intero. Tutti sono venuti a conquistarci. Tutti si sono fermati e sono diventati parte di noi. Poi siamo andati noi a conquistare gli altri Paesi, con la nostra emigrazione, che portava inconsciamente con sé le bellezze e la cultura italiana, le radici della nostra lingua, travestite da dialetti, il coraggio e la tenacia di vedere e volere il futuro. Quel che succede dopo è noto a tutti. Gli “emigrati” italiani hanno conquistato il mondo e lo hanno italianizzato. Da soli, da principio. Poi, con lo sguardo lungo degli statisti che hanno compreso quale ricchezza e forza di penetrazione rappresentassero, con la prima legge sulla promozione dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero, la famosa 153/71. A questa legge, ora tanto vituperata perché é stata ampiamente superata dai tempi e dalle esigenze attuali, era tuttavia sottesa un’intuizione geniale: insegnando la lingua ai discendenti degli emigrati si allargava un bacino di appartenenza nazionale che copriva tutti i Paesi del globo terracqueo. A quale fine? Affinché coloro che risiedevano fuori dai confini continuassero a riconoscersi nella terra d’origine e la popolazione del Bel Paese fosse allargata ad includerci tutti.
Un piccolo territorio nazionale con un popolo numericamente doppio di quello rimasto in Patria. Vi pare poco? Forse allora non si previde appieno un altro effetto importantissimo dell’italianizzazione di usi e costumi provocata dalla rete delle presenze di origine italiana: la nascita di una schiera di italofili, che presto diventano italofoni essi stessi. Chi stava nelle stanze dei bottoni ha intelligentemente promosso la politica dell’inserimento dei corsi di lingua e cultura italiana all’interno delle scuole locali, alle quali non si poteva certamente dire: «Contribuisco al finanziamento del corso, ma tu devi espellere dalla classe tutte le mattine, gli studenti non italiani» e la spirale virtuosa è andata crescendo, inarrestabile. Sono nati enti gestori dei corsi in tutto il mondo ed anche parecchie scuole bilingui e biculturali. Hanno resistito negli anni delle vacche magre, delle accuse ingiustificate, delle difficoltà. Sono quasi tutti degni del massimo rispetto per il lavoro che svolgono. Qualche mela marcia c’è stata qua e là, di solito molto piccola e scomparsa ineluttabilmente nel nulla. Hanno – gli enti gestori – promosso la conclusione di Convenzioni fra i rappresentanti della Repubblica Italiana e gli Stati esteri in cui agiscono. Gli impegni assunti sono di solito reciproci e prevedono contributi da ambe le parti. Cosa succederà all’immagine ed alla credibilità dell’Italia quando – con i tagli del 60% alle previsioni di spesa per il 2009, che andranno all’80% nel 2010 e al 100%, vale a dire all’azzeramento assoluto nel 2011 – si dovrà dire agli Stati esteri: «Abbiamo scherzato. Se volete l’italiano pagatevelo da soli»? Non possiamo certamente permetterci di fare questo mentre altri Paesi stanno profondendo centinaia di milioni di investimenti per imporre le proprie lingue nelle aree di mercato più importanti del mondo.
L’assorbimento di una nuova lingua e una nuova cultura si traduce insensibilmente nel desiderio di impossessarsi anche dei prodotti concreti che provengono da quella fonte, si trasforma in una esterofilia perdurante e catalizzatrice di ricche ricadute commerciali e turistiche per il Paese in questione. Se i nostri governanti credono che non ci sia competizione perché l’italiano è lingua di cultura, si dimenticano che il mondo ha già due lingue obbligate: lo spagnolo e l’inglese. La nostra deve essere imposta come terza lingua, appunto, di cultura, deve essere sostenuta dalle attività degli Istituti Italiani di Cultura, che non possono continuare a funzionare con €200.000 a fronte degli svariati milioni di Euro o di Yen o di Rupie o di monete dell’OPEC che si riversano su equivalenti organi di promozione nelle città chiave della mondializzazione.
Vox clamabat in deserto, dice il più grande libro della saggezza umana. Questa mia voce che urla nel deserto della sordità di alcuni che stanno annullando l’intuizione geniale della 153/71 – ora in via di modifica sotto la cura di due deputati davvero competenti: Elena Centemero e Franco Narducci – non è più sola. Tutte le comunità, tutte le loro rappresentanze democratiche – almeno quelle che sono interessate a fare qualcosa di più che procacciarsi gli inviti al Consolato e alle cene – tutte le persone di buona volontà, tutti coloro che amano l’Italia e l’italiano stanno gridando insieme a me: «Non tagliate i fondi all’italiano!», perché significherebbe non solo impedire lo stesso mantenimento in esistenza della nostra lingua fra poche decine d’anni, ma anche il progressivo esaurirsi del mercato trainante dei nostri beni di consumo.
Signor Presidente Berlusconi, La prego, salvi l’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero e con essa l’immagine e lo sviluppo economico dell’Italia.
Silvana Mangione - Gente d'ItaliaItalia chiama Italia
cri64- Numero di messaggi : 90
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Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
scusa Annalaura, ho fatto un copia-incolla , ma non riesco a togliere alcune parti....
cri64- Numero di messaggi : 90
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Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
31 Oct 2008 21:26:00
Mantica a Berna: "più flessibilità" nella gestione delle risorse destinate agli italiani all'estero
Il sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, è stato oggi a Berna per una serie di colloqui con i nostri connazionali residenti in Svizzera.
In particolare, Mantica ha incontrato gli eletti all'estero residenti nella confederazione elvetica (Franco Narducci, Gianni Farina, Claudio Micheloni, assente ingiustificato l'On. Antonio Razzi), i membri del Cgie, i presidenti dei Comites svizzeri e una rappresentanza dei giovani italiani in Svizzera, in preparazione della "Conferenza mondiale dei Giovani italiani nel mondo" che si terrà a Roma, alla Fao, l'11 e 12 dicembre.
Il senatore di Alleanza Nazionale ha fatto sapere che chiederà al ministero delle Finanze di poter adattare la spesa destinata agli italiani all'estero nel 2009 "con una certa flessibilità", per poter distribuire le risorse "tra pubblico e privato", soprattutto per quanto riguarda l'insegnamento dell'idioma italiano nel mondo, e quindi le scuole italiane all'estero.
Questo l'impegno assunto da Mantica nell'incontro con i parlamentari italiani eletti all'estero residenti in Svizzera, i membri del Cgie e il coordinatore degli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura in Svizzera, Roger Nesti, che hanno avanzato le loro preoccupazioni sui tagli previsti dalla Finanziaria nel 2009.
In particolare, ha spiegato il sottosegretario, la spesa destinata ai corsi di lingua e cultura italiana dovrebbe essere distribuita in modo più flessibile tra docenti di ruolo all'estero ed Enti gestori (i più danneggiati dai tagli previsti) secondo "valutazioni di qualità: chiederò ai consoli un'assunzione di responsabilità nel dare giudizi qualitativi su quello che avviene".
"La scelta di tagliare - ha aggiunto Mantica - non è legata a una scelta politica del ministero degli Esteri o della mia delega per gli italiani nel mondo, ma è legata purtroppo alla contabilità dello Stato".
E contro i tagli previsti nella Finanziaria 2009, i parlamentari italiani eletti all'estero ''sosterranno in un clima bipartisan l'emendamento mirato alla costituzione di un fondo di 40 milioni di euro, che dovrebbe ricostituire alcuni dei capitoli di spesa'', in particolare per i ''corsi di lingue e cultura italiana, l'assistenza, gli organismi di rappresentanza''. Lo ha detto Franco Narducci, deputato del Pd eletto all'estero, al termine dell'incontro oggi a Berna con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, al quale ha presentato la preoccupazione dei nostri connazionali in Svizzera per i tagli previsti nella spesa destinata agli italiani all'estero.
La via emendativa ''con compensazioni che non comportano aumenti di spesa, e' l'unica percorribile'', ha spiegato Narducci, secondo il quale si rischia di ''distruggere un sistema di rete che gli italiani hanno costituito e per il quale, per la stessa ammissione del sottosegretario Mantica, nel 2011 non si sapra' piu' come fare''.
Mantica, alla sua visita alla Casa d'Italia di Berna, è stato accolto da un centinaio di manifestanti italiani residenti in Svizzera, che ha contestato con fischi e slogan il sottosegretario agli Esteri, per i tagli di circa 40 milioni di euro circa previsti nella finanziaria 2009 alla spesa per gli italiani all'estero, e che, come detto, colpiranno in particolare il settore della diffusione della cultura italiana in Svizzera.
'Siamo italiani, non vogliamo diventare italiondi'; 'L'istruzione costa troppo, provate con l'ignoranza'; 'La legge italiana ci taglia la lingua': questi alcuni degli striscioni esposti dai dimostranti, che urlavano 'Vergogna, vergogna'.
Il sottosegretario ha quindi ricevuto una delegazione di manifestanti provenienti da Berna, Basilea, Zurigo, Ginevra e anche dal Principato del Liechtenstein, rappresentati soprattutto da insegnanti e da responsabili degli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera.
''Questi tagli per noi rappresentano una decapitazione, non sappiamo come finire l'anno scolastico'', ha detto Francesco Margarone, insegnante e membro del Comites di Berna. ''La nostra e' un'emergenza come quella dell'Alitalia, per questo pensiamo che con un decreto queste risorse possano essere trovate'', ha auspicato Michele Schiavone, membro del Consiglio Generale degli italiani all'estero (Cgie).
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11717/2008-10-31.html
Mantica a Berna: "più flessibilità" nella gestione delle risorse destinate agli italiani all'estero
Il sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, è stato oggi a Berna per una serie di colloqui con i nostri connazionali residenti in Svizzera.
In particolare, Mantica ha incontrato gli eletti all'estero residenti nella confederazione elvetica (Franco Narducci, Gianni Farina, Claudio Micheloni, assente ingiustificato l'On. Antonio Razzi), i membri del Cgie, i presidenti dei Comites svizzeri e una rappresentanza dei giovani italiani in Svizzera, in preparazione della "Conferenza mondiale dei Giovani italiani nel mondo" che si terrà a Roma, alla Fao, l'11 e 12 dicembre.
Il senatore di Alleanza Nazionale ha fatto sapere che chiederà al ministero delle Finanze di poter adattare la spesa destinata agli italiani all'estero nel 2009 "con una certa flessibilità", per poter distribuire le risorse "tra pubblico e privato", soprattutto per quanto riguarda l'insegnamento dell'idioma italiano nel mondo, e quindi le scuole italiane all'estero.
Questo l'impegno assunto da Mantica nell'incontro con i parlamentari italiani eletti all'estero residenti in Svizzera, i membri del Cgie e il coordinatore degli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura in Svizzera, Roger Nesti, che hanno avanzato le loro preoccupazioni sui tagli previsti dalla Finanziaria nel 2009.
In particolare, ha spiegato il sottosegretario, la spesa destinata ai corsi di lingua e cultura italiana dovrebbe essere distribuita in modo più flessibile tra docenti di ruolo all'estero ed Enti gestori (i più danneggiati dai tagli previsti) secondo "valutazioni di qualità: chiederò ai consoli un'assunzione di responsabilità nel dare giudizi qualitativi su quello che avviene".
"La scelta di tagliare - ha aggiunto Mantica - non è legata a una scelta politica del ministero degli Esteri o della mia delega per gli italiani nel mondo, ma è legata purtroppo alla contabilità dello Stato".
E contro i tagli previsti nella Finanziaria 2009, i parlamentari italiani eletti all'estero ''sosterranno in un clima bipartisan l'emendamento mirato alla costituzione di un fondo di 40 milioni di euro, che dovrebbe ricostituire alcuni dei capitoli di spesa'', in particolare per i ''corsi di lingue e cultura italiana, l'assistenza, gli organismi di rappresentanza''. Lo ha detto Franco Narducci, deputato del Pd eletto all'estero, al termine dell'incontro oggi a Berna con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, al quale ha presentato la preoccupazione dei nostri connazionali in Svizzera per i tagli previsti nella spesa destinata agli italiani all'estero.
La via emendativa ''con compensazioni che non comportano aumenti di spesa, e' l'unica percorribile'', ha spiegato Narducci, secondo il quale si rischia di ''distruggere un sistema di rete che gli italiani hanno costituito e per il quale, per la stessa ammissione del sottosegretario Mantica, nel 2011 non si sapra' piu' come fare''.
Mantica, alla sua visita alla Casa d'Italia di Berna, è stato accolto da un centinaio di manifestanti italiani residenti in Svizzera, che ha contestato con fischi e slogan il sottosegretario agli Esteri, per i tagli di circa 40 milioni di euro circa previsti nella finanziaria 2009 alla spesa per gli italiani all'estero, e che, come detto, colpiranno in particolare il settore della diffusione della cultura italiana in Svizzera.
'Siamo italiani, non vogliamo diventare italiondi'; 'L'istruzione costa troppo, provate con l'ignoranza'; 'La legge italiana ci taglia la lingua': questi alcuni degli striscioni esposti dai dimostranti, che urlavano 'Vergogna, vergogna'.
Il sottosegretario ha quindi ricevuto una delegazione di manifestanti provenienti da Berna, Basilea, Zurigo, Ginevra e anche dal Principato del Liechtenstein, rappresentati soprattutto da insegnanti e da responsabili degli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera.
''Questi tagli per noi rappresentano una decapitazione, non sappiamo come finire l'anno scolastico'', ha detto Francesco Margarone, insegnante e membro del Comites di Berna. ''La nostra e' un'emergenza come quella dell'Alitalia, per questo pensiamo che con un decreto queste risorse possano essere trovate'', ha auspicato Michele Schiavone, membro del Consiglio Generale degli italiani all'estero (Cgie).
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11717/2008-10-31.html
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
03 Nov 2008 08:15:00
Mantica a Berna, Svizzera: Finanziaria, "siamo al prendere o lasciare"
di Ricky Filosa
Lo scorso venerdì 31 ottobre, il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, si è recato a Berna – Svizzera – per incontrare i Comites svizzeri, i rappresentanti svizzeri del Cgie e i parlamentari all’estero eletti nella confederazione elvetica, tutti dell’opposizione.
I parlamentari presenti erano Franco Narducci, Claudio Micheloni e Gianni Farina, tutti e tre del Partito Democratico. Assente non giustificato Antonio Razzi, il deputato dell’Italia dei Valori, che - come lui stesso ha ammesso - non sapeva nemmeno dell’incontro: infatti, intervistato il giorno prima da Italia chiama Italia, Razzi confessava di non essere a conoscenza della visita di Mantica in Svizzera. Incredibile, ma è così. A dimostrazione che la comunicazione è spesso cosa non facile nemmeno fra gli eletti all'estero, o fra essi e il governo. Oppure, è Razzi che rappresenta un caso a sè: anche questo è possibile.
Verso le 8 del mattino, Mantica è partito dall’aereoporto militare di Campino con volo di Stato diretto a Berna: al suo seguito, oltre alla delegazione dei giornalisti delle varie testate – fra le quali, oltre Italia chiama Italia, anche l’Ansa, Il Velino e Rai International - presente, fra gli altri, il ministro plenipotenziario Carla Zuppetti, Direttore Generale degli Italiani all’Estero per la Farnesina.
Una volta a Berna, il sottosegretario ha iniziato la sua giornata istituzionale con l’incontro con i parlamentari, i Comites e il Cgie, al quale hanno partecipato anche l’ambasciatore d’Italia in Svizzera e gli Enti Gestori, con il loro Coordinatore, Roger Nesti.
Alfredo Mantica, durante l'incontro ha affrontato diversi temi: in particolare, si è discusso della situazione di rappresentanza degli italiani nel mondo e dei tagli della Finanziaria, che - se non cambierà nulla - andranno a incidere direttamente su alcune voci relative agli italiani all'estero, prima fra tutte la diffusione e l'insegnamento della lingua italiana nel mondo.
Riguardo il sistema di rappresentanza in Italia dei connazionali residenti oltre confine, sono state in parte ripetute le questioni affrontate nelle audizioni di Camera e Senato: "avendo cinque anni di tempo di fronte, credo sia opportuno rivedere il sistema di rappresentanza degli italiani all'estero", ha detto Mantica, riferendosi quindi ai Comites, al Cgie e ai parlamentari eletti nel mondo.
"Essendo arrivati ad avere una rappresentanza parlamentare degli italiani all'estero, Comites e Cgie a mio giudizio e a giudizio del governo andrebbero rivisti nel passaggio da una struttura che è nata sindacale, cioè di rappresentanza degli interessi settoriali particolari dei vari mondi - Argentina, Australia, Europa - con un sistema determinato dalle leggi, ad una struttura in cui deve prevalere la politica, cioè un sistema di rappresentanza in cui i Comites assomiglino ai consigli comunali, il Cgie sia paragonabile alle Regioni, e i parlamentari al governo". "Questo - spiega Mantica - perchè credo non sia corretto avere un sistema centrale che decide", per esempio, che "i tagli aumentano, senza una partecipazione a livello locale (in questo caso continentale)" da parte degli italiani all'estero e dei loro rappresentanti. E' chiaro che questo progetto si articola in una serie di questioni, ed "è un problema che non si risolve domani mattina, ma il problema dei tagli non è un problema solo del 2009", ammette Mantica. "Forse cercando di modificare la rappresentanza riusciremo anche sui tagli ad avere poteri contrattuali diversi verso il sistema di governo italiano", e quindi ad affrontare in maniera adeguata la questione nella sede più opportuna, quella parlamentare.
"È vero che ci sono 18 eletti nel mondo", ma se si vuole costruire qualcosa di valido, "tutti i mille parlamentari devono essere messi in condizioni di parlare di italiani all'estero con cognizione di causa", dichiara il sottosegretario.
Per quanto riguarda Comites e Cgie, "il problema è di rappresentanza politica". "I 18 non possono trasformarsi istituzionalmente in rappresentanti di una minoranza, ma devono rappresentare alcuni cittadini che invece di abitare a Milano o a Roma, vivano" ad esempio "in Argentina o in Australia": insomma, devono rappresentare cittadini italiani che vivono all'estero.
C'è quindi da pensare ad una serie di riforme per Comites e Cgie, e mettere in agenda anche la riforma degli Istituti di cultura italiana nel mondo, le scuole italiane all'estero, tutte le strutture - insomma - che abbiano qualche legame con gli italiani residenti oltre confine.
Per quanto riguarda i tagli nella Finanziaria, Mantica ammette: "siamo al prendere o lasciare". "Nessuno si diverte a fare tagli, ma questa è la situazione. A legislazione vigente i tagli vengono fatti dal ministero dell'Economia, e ogni ministero subisce il taglio. Il problema è che all'interno delle voci tagliate non si ha grande flessibilità. Per esempio, la scuola italiana in Svizzera, come in molte parti del mondo, è composta da due realtà: una di queste sono gli enti gestori (privati), l'altra riguarda professori di ruolo che dall'Italia vengono mandati in Svizzera. Uno penserebbe di affrontare il discorso su un unico tavolo: non è così. Perchè i professori che vengono dall'Italia sono del ministero dell'Istruzione e sono voci di bilancio intese come spese generali; gli enti gestori, cioè i privati, sono considerati trasferimento di risorse. Più facile tagliare trasferimenti che stipendi".
In futuro, per cercare di risolvere almeno in parte questa situazione, "se il taglio alla scuola è il 20 per cento, si consenta di agire in un mix fra pubblico e privato, calibrato secondo le esigenze del Paese, in questo caso la Svizzera. Adattare questi tagli con una certa flessibilità sulla base delle condizioni esistenti. Le ragioni del taglio non sono legate a una scelta politica, ma purtroppo alla contabilità dello stato. L'impegno che mi sono assunto con loro è quello come Mae di andare a discutere la flessibilità di operare sui tagli".
Riguardo questo, Mantica ha ascoltato anche i pareri degli Enti Gestori, rappresentati nell'incontro dal Coordinatore dott. Roger Nesti: "Ho cercato di spiegare che uno sforzo che noi comunque dobbiam fare è di vedere in questi tagli non solo una difficoltà, ma anche un'opportunità di seria indagine che ha lo scopo di migliorare la qualità della spesa". Quindi, "tagli diversi a seconda delle differenze di qualità o di prestazioni. Ai consoli, come funzionari, dirò che cercherò di imporre una valutazione – visto che sono loro a dare indicazioni alla direzione generale – nel quadro di assunzione di responsabilità nel formulare giudizi su quello che avviene".
Mantica, passando ad altri temi, ha confermato che la chiusura del Consolato di Berna è irreversibile e definitiva: questa diventerà una cancelleria consolare. "Nell'aspetto sostanziale non è cambiato nulla", spiega il sottosegretario: ci saranno "gli stessi uffici di prima", verranno offerti "gli stessi servizi". Forse, "c'è solo l'effetto immagine, però terrei distinte le cose. In fondo onestamente l'unico che ci ha rimesso il posto è il console. In termini operativi cambia molto poco".
Si può spiegare tutto, tuttavia facciamo notare a Mantica che questi tagli agli italiani all'estero hanno creato tanto malumore fra le comunità italiane di tutto il mondo, soprattutto quando si parla di lingua italiana. "Quello che dico è che se io prendo 100 lire che spendo per gli italiani nel mondo e vado a leggere attentamente alcune voci e alcune spese, credo che ciascuno di noi, secondo la nostra sensibilità, troverà qualcosa che non va. Pensiamo ad esempio ai soldi che si spendono per i giornali italiani all'estero, che comunque non verranno toccati da questa finanziaria: sono convinto che con la stessa cifra si potrebbe parlare del tema specifico dell'informazione e della telecomunicazione, o di un sistema di reti di informazione che costa meno ma magari rende di più".
Per quanto riguarda proprio l'editoria, Mantica si augura che il governo presto metta mano ad una riforma a 360 gradi: "Lo spirito della legge è stato ampliamente tradito. Vedremo quello che verrà fuori".
Con tutti questi tagli, per cercare di recuperare qualcosa si è presentato un emendamento, approvato in Commissione Bilancio, ritenuto ammissibile quindi, che tende a prendere soldi da altre voci di spesa senza che il saldo complessivo della manovra venga modificato. "Si è trovata questa formula che il governo condivide: creare un fondo che viene finanziato e questo fondo viene messo a disposizione - con flessibilità - nei capitoli legati agli italiani nel mondo, lasciando al governo il compito di utlizzare questi fondi secondo le priorità, nei diversi temi". La parola d'ordine sarà quindi "flessibilità". "Tratteremo in sede di governo con Tremonti, sperando dia parere positivo. Se l'emendamento viene approvato in Aula, entra a far parte integrante della legge finanziaria".
Mantica conclude parlando di Comites e Cgie: "l'obiettivo è quello di un nuovo sistema di rappresentanza". "Non ho problemi sulla modalità. Mi batterò fino alla fine perchè nella legislatura venga affrontato come punto primo dell'agenda".
"I comites restano, con più poteri, più radicamento, più rappresentanza. I comites a mio giudizio sono i consigli comunali, regionali; il Cgie organismo di raccordo tra questi consigli regionali e i parlamentari". Mantica parla anche di un "super intercomites che metta insieme i Comites di tutto il mondo in modo tale che il parlamentare abbia un punto di riferimento in questo. Struttura politica rappresentanza di interessi economici e politici". Il nodo è quello delle elezioni di primavera:" non voglio rimandare, sono disposto a sentire chiunque voglia dire la sua sulle modalità più adatte ad affrontare l'argomento".
da http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11737/2008-11-03.html
Mantica a Berna, Svizzera: Finanziaria, "siamo al prendere o lasciare"
di Ricky Filosa
Lo scorso venerdì 31 ottobre, il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, si è recato a Berna – Svizzera – per incontrare i Comites svizzeri, i rappresentanti svizzeri del Cgie e i parlamentari all’estero eletti nella confederazione elvetica, tutti dell’opposizione.
I parlamentari presenti erano Franco Narducci, Claudio Micheloni e Gianni Farina, tutti e tre del Partito Democratico. Assente non giustificato Antonio Razzi, il deputato dell’Italia dei Valori, che - come lui stesso ha ammesso - non sapeva nemmeno dell’incontro: infatti, intervistato il giorno prima da Italia chiama Italia, Razzi confessava di non essere a conoscenza della visita di Mantica in Svizzera. Incredibile, ma è così. A dimostrazione che la comunicazione è spesso cosa non facile nemmeno fra gli eletti all'estero, o fra essi e il governo. Oppure, è Razzi che rappresenta un caso a sè: anche questo è possibile.
Verso le 8 del mattino, Mantica è partito dall’aereoporto militare di Campino con volo di Stato diretto a Berna: al suo seguito, oltre alla delegazione dei giornalisti delle varie testate – fra le quali, oltre Italia chiama Italia, anche l’Ansa, Il Velino e Rai International - presente, fra gli altri, il ministro plenipotenziario Carla Zuppetti, Direttore Generale degli Italiani all’Estero per la Farnesina.
Una volta a Berna, il sottosegretario ha iniziato la sua giornata istituzionale con l’incontro con i parlamentari, i Comites e il Cgie, al quale hanno partecipato anche l’ambasciatore d’Italia in Svizzera e gli Enti Gestori, con il loro Coordinatore, Roger Nesti.
Alfredo Mantica, durante l'incontro ha affrontato diversi temi: in particolare, si è discusso della situazione di rappresentanza degli italiani nel mondo e dei tagli della Finanziaria, che - se non cambierà nulla - andranno a incidere direttamente su alcune voci relative agli italiani all'estero, prima fra tutte la diffusione e l'insegnamento della lingua italiana nel mondo.
Riguardo il sistema di rappresentanza in Italia dei connazionali residenti oltre confine, sono state in parte ripetute le questioni affrontate nelle audizioni di Camera e Senato: "avendo cinque anni di tempo di fronte, credo sia opportuno rivedere il sistema di rappresentanza degli italiani all'estero", ha detto Mantica, riferendosi quindi ai Comites, al Cgie e ai parlamentari eletti nel mondo.
"Essendo arrivati ad avere una rappresentanza parlamentare degli italiani all'estero, Comites e Cgie a mio giudizio e a giudizio del governo andrebbero rivisti nel passaggio da una struttura che è nata sindacale, cioè di rappresentanza degli interessi settoriali particolari dei vari mondi - Argentina, Australia, Europa - con un sistema determinato dalle leggi, ad una struttura in cui deve prevalere la politica, cioè un sistema di rappresentanza in cui i Comites assomiglino ai consigli comunali, il Cgie sia paragonabile alle Regioni, e i parlamentari al governo". "Questo - spiega Mantica - perchè credo non sia corretto avere un sistema centrale che decide", per esempio, che "i tagli aumentano, senza una partecipazione a livello locale (in questo caso continentale)" da parte degli italiani all'estero e dei loro rappresentanti. E' chiaro che questo progetto si articola in una serie di questioni, ed "è un problema che non si risolve domani mattina, ma il problema dei tagli non è un problema solo del 2009", ammette Mantica. "Forse cercando di modificare la rappresentanza riusciremo anche sui tagli ad avere poteri contrattuali diversi verso il sistema di governo italiano", e quindi ad affrontare in maniera adeguata la questione nella sede più opportuna, quella parlamentare.
"È vero che ci sono 18 eletti nel mondo", ma se si vuole costruire qualcosa di valido, "tutti i mille parlamentari devono essere messi in condizioni di parlare di italiani all'estero con cognizione di causa", dichiara il sottosegretario.
Per quanto riguarda Comites e Cgie, "il problema è di rappresentanza politica". "I 18 non possono trasformarsi istituzionalmente in rappresentanti di una minoranza, ma devono rappresentare alcuni cittadini che invece di abitare a Milano o a Roma, vivano" ad esempio "in Argentina o in Australia": insomma, devono rappresentare cittadini italiani che vivono all'estero.
C'è quindi da pensare ad una serie di riforme per Comites e Cgie, e mettere in agenda anche la riforma degli Istituti di cultura italiana nel mondo, le scuole italiane all'estero, tutte le strutture - insomma - che abbiano qualche legame con gli italiani residenti oltre confine.
Per quanto riguarda i tagli nella Finanziaria, Mantica ammette: "siamo al prendere o lasciare". "Nessuno si diverte a fare tagli, ma questa è la situazione. A legislazione vigente i tagli vengono fatti dal ministero dell'Economia, e ogni ministero subisce il taglio. Il problema è che all'interno delle voci tagliate non si ha grande flessibilità. Per esempio, la scuola italiana in Svizzera, come in molte parti del mondo, è composta da due realtà: una di queste sono gli enti gestori (privati), l'altra riguarda professori di ruolo che dall'Italia vengono mandati in Svizzera. Uno penserebbe di affrontare il discorso su un unico tavolo: non è così. Perchè i professori che vengono dall'Italia sono del ministero dell'Istruzione e sono voci di bilancio intese come spese generali; gli enti gestori, cioè i privati, sono considerati trasferimento di risorse. Più facile tagliare trasferimenti che stipendi".
In futuro, per cercare di risolvere almeno in parte questa situazione, "se il taglio alla scuola è il 20 per cento, si consenta di agire in un mix fra pubblico e privato, calibrato secondo le esigenze del Paese, in questo caso la Svizzera. Adattare questi tagli con una certa flessibilità sulla base delle condizioni esistenti. Le ragioni del taglio non sono legate a una scelta politica, ma purtroppo alla contabilità dello stato. L'impegno che mi sono assunto con loro è quello come Mae di andare a discutere la flessibilità di operare sui tagli".
Riguardo questo, Mantica ha ascoltato anche i pareri degli Enti Gestori, rappresentati nell'incontro dal Coordinatore dott. Roger Nesti: "Ho cercato di spiegare che uno sforzo che noi comunque dobbiam fare è di vedere in questi tagli non solo una difficoltà, ma anche un'opportunità di seria indagine che ha lo scopo di migliorare la qualità della spesa". Quindi, "tagli diversi a seconda delle differenze di qualità o di prestazioni. Ai consoli, come funzionari, dirò che cercherò di imporre una valutazione – visto che sono loro a dare indicazioni alla direzione generale – nel quadro di assunzione di responsabilità nel formulare giudizi su quello che avviene".
Mantica, passando ad altri temi, ha confermato che la chiusura del Consolato di Berna è irreversibile e definitiva: questa diventerà una cancelleria consolare. "Nell'aspetto sostanziale non è cambiato nulla", spiega il sottosegretario: ci saranno "gli stessi uffici di prima", verranno offerti "gli stessi servizi". Forse, "c'è solo l'effetto immagine, però terrei distinte le cose. In fondo onestamente l'unico che ci ha rimesso il posto è il console. In termini operativi cambia molto poco".
Si può spiegare tutto, tuttavia facciamo notare a Mantica che questi tagli agli italiani all'estero hanno creato tanto malumore fra le comunità italiane di tutto il mondo, soprattutto quando si parla di lingua italiana. "Quello che dico è che se io prendo 100 lire che spendo per gli italiani nel mondo e vado a leggere attentamente alcune voci e alcune spese, credo che ciascuno di noi, secondo la nostra sensibilità, troverà qualcosa che non va. Pensiamo ad esempio ai soldi che si spendono per i giornali italiani all'estero, che comunque non verranno toccati da questa finanziaria: sono convinto che con la stessa cifra si potrebbe parlare del tema specifico dell'informazione e della telecomunicazione, o di un sistema di reti di informazione che costa meno ma magari rende di più".
Per quanto riguarda proprio l'editoria, Mantica si augura che il governo presto metta mano ad una riforma a 360 gradi: "Lo spirito della legge è stato ampliamente tradito. Vedremo quello che verrà fuori".
Con tutti questi tagli, per cercare di recuperare qualcosa si è presentato un emendamento, approvato in Commissione Bilancio, ritenuto ammissibile quindi, che tende a prendere soldi da altre voci di spesa senza che il saldo complessivo della manovra venga modificato. "Si è trovata questa formula che il governo condivide: creare un fondo che viene finanziato e questo fondo viene messo a disposizione - con flessibilità - nei capitoli legati agli italiani nel mondo, lasciando al governo il compito di utlizzare questi fondi secondo le priorità, nei diversi temi". La parola d'ordine sarà quindi "flessibilità". "Tratteremo in sede di governo con Tremonti, sperando dia parere positivo. Se l'emendamento viene approvato in Aula, entra a far parte integrante della legge finanziaria".
Mantica conclude parlando di Comites e Cgie: "l'obiettivo è quello di un nuovo sistema di rappresentanza". "Non ho problemi sulla modalità. Mi batterò fino alla fine perchè nella legislatura venga affrontato come punto primo dell'agenda".
"I comites restano, con più poteri, più radicamento, più rappresentanza. I comites a mio giudizio sono i consigli comunali, regionali; il Cgie organismo di raccordo tra questi consigli regionali e i parlamentari". Mantica parla anche di un "super intercomites che metta insieme i Comites di tutto il mondo in modo tale che il parlamentare abbia un punto di riferimento in questo. Struttura politica rappresentanza di interessi economici e politici". Il nodo è quello delle elezioni di primavera:" non voglio rimandare, sono disposto a sentire chiunque voglia dire la sua sulle modalità più adatte ad affrontare l'argomento".
da http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11737/2008-11-03.html
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Video: manifestazione a Berna
https://www.youtube.com/watch?v=fZq-dI6gzzk
https://www.youtube.com/watch?v=fZq-dI6gzzk
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
03 Nov 2008 07:40:00
Berna, Svizzera: Mantica accolto dai manifestanti al grido di "vergogna, vergogna!"
Si lamentano, gli italiani residenti all'estero, per i tagli nella Finanziaria che andranno a colpire tanti capitoli ad essi dedicati, fra i quali la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
"Italiani nel mondo, uguale a tagliati nel mondo", sostengono gli Enti Gestori in Svizzera. Rispetto al 2008, infatti, nel 2009 per gli italiani nel mondo sono previsti circa 43 milioni di euro in meno.
In particolare, nel 2009 per i Comites verranno stanziati 2.710.042 euro (meno 600mila rispetto all'anno precedente), mentre per il Cgie si passerà da due milioni di euro, a 1.550.000.
I fondi per l'assistenza diminuiranno di 19milioni di euro, arrivando a 11.777.047 contro i 30.774.000 del 2008.
Per quanto riguarda i contributi a enti, associazioni e Comitati per l'assistenza, si passerà da 34.000.000 a 14.500.000, mentre per l'educazione scolastica e culturale il taglio sarò di 2milioni e 500mila euro (nel 2008 stanziati 3 milioni e 250mila euro).
Al progetto del Museo dell’emigrazione Italiana è stato tolto un milione di euro, arrivando quindi a 1 milione e 800mila euro, rispetto ai 2.800.000 del 2008.
Anche la Conferenza dei giovani Italiani nel Mondo ha subito un forte taglio: da 2.000.000 a 1.400.000, con una differenza di 600mila euro.
"Ecco come Berlusconi pensa a noi"; "hanno i soldi per le loro tasche, ma non per la difussione della lingua italiana nel mondo"; "giovani italiani all'estero traditi"; sono alcuni degli slogan che si potevano leggere sui cartelli preparati dai menifestanti che davanti alla Casa d'Italia di Berna hanno accolto il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, al grido di "vergogna, vergogna".
Mantica non si è fatto comunque intimidire, e ha portato a termine la sua visita istituzionale incontrando proprio alla Casa d'Italia un gruppo di giovani italiani residenti in Svizzera, in preparazione della prima Conferenza Mondiale dei giovani italiani che si terrà alla Fao, a Roma, a metà dicembre.
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11738/2008-11-03.html
Berna, Svizzera: Mantica accolto dai manifestanti al grido di "vergogna, vergogna!"
Si lamentano, gli italiani residenti all'estero, per i tagli nella Finanziaria che andranno a colpire tanti capitoli ad essi dedicati, fra i quali la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
"Italiani nel mondo, uguale a tagliati nel mondo", sostengono gli Enti Gestori in Svizzera. Rispetto al 2008, infatti, nel 2009 per gli italiani nel mondo sono previsti circa 43 milioni di euro in meno.
In particolare, nel 2009 per i Comites verranno stanziati 2.710.042 euro (meno 600mila rispetto all'anno precedente), mentre per il Cgie si passerà da due milioni di euro, a 1.550.000.
I fondi per l'assistenza diminuiranno di 19milioni di euro, arrivando a 11.777.047 contro i 30.774.000 del 2008.
Per quanto riguarda i contributi a enti, associazioni e Comitati per l'assistenza, si passerà da 34.000.000 a 14.500.000, mentre per l'educazione scolastica e culturale il taglio sarò di 2milioni e 500mila euro (nel 2008 stanziati 3 milioni e 250mila euro).
Al progetto del Museo dell’emigrazione Italiana è stato tolto un milione di euro, arrivando quindi a 1 milione e 800mila euro, rispetto ai 2.800.000 del 2008.
Anche la Conferenza dei giovani Italiani nel Mondo ha subito un forte taglio: da 2.000.000 a 1.400.000, con una differenza di 600mila euro.
"Ecco come Berlusconi pensa a noi"; "hanno i soldi per le loro tasche, ma non per la difussione della lingua italiana nel mondo"; "giovani italiani all'estero traditi"; sono alcuni degli slogan che si potevano leggere sui cartelli preparati dai menifestanti che davanti alla Casa d'Italia di Berna hanno accolto il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, al grido di "vergogna, vergogna".
Mantica non si è fatto comunque intimidire, e ha portato a termine la sua visita istituzionale incontrando proprio alla Casa d'Italia un gruppo di giovani italiani residenti in Svizzera, in preparazione della prima Conferenza Mondiale dei giovani italiani che si terrà alla Fao, a Roma, a metà dicembre.
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11738/2008-11-03.html
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Mon, 03 Nov 2008 08:00:00
Gianni Farina (Pd) sui tagli per gli italiani all'estero: "La soluzione più logica è un decreto legge"
Gianni Farina, eletto in Europa e proviente dalla Svizzera, è stato uno dei parlamentari che lo scorso venerdì 31 ottobre si sono potuti confrontare con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica.
Per Farina, la situazione degli italiani all'estero, per quanto riguarda la prossima Finanziaria, è drastica: "La finanziaria mi sembra vada ulteriormente verso un voto di fiducia. Noi faremo una battaglia in parlamento", promette il deputato del Pd. "Abbiamo presentato una serie di emendamenti, che ricostituiscono il finanziamento già previsto per il 2008 e il 2009". Tuttavia, secondo Farina, "andremo verso un voto di fiducia che azzererà tutto".
Quindi, se le cose stanno così, "quale può essere lo strumento per ridare fiducia e speranza?", si chiede l'onorevole. Che poi denuncia: "Siamo di fronte a enti e istituzioni che dal primo gennaio 2009 dovranno chiudere". A questo punto, vista l'emergenza, "mi pare che la soluzione più logica sia il decreto legge, che ripristini i 54 milioni che mancano", conclude.
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11731/2008-11-03.html
Gianni Farina (Pd) sui tagli per gli italiani all'estero: "La soluzione più logica è un decreto legge"
Gianni Farina, eletto in Europa e proviente dalla Svizzera, è stato uno dei parlamentari che lo scorso venerdì 31 ottobre si sono potuti confrontare con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica.
Per Farina, la situazione degli italiani all'estero, per quanto riguarda la prossima Finanziaria, è drastica: "La finanziaria mi sembra vada ulteriormente verso un voto di fiducia. Noi faremo una battaglia in parlamento", promette il deputato del Pd. "Abbiamo presentato una serie di emendamenti, che ricostituiscono il finanziamento già previsto per il 2008 e il 2009". Tuttavia, secondo Farina, "andremo verso un voto di fiducia che azzererà tutto".
Quindi, se le cose stanno così, "quale può essere lo strumento per ridare fiducia e speranza?", si chiede l'onorevole. Che poi denuncia: "Siamo di fronte a enti e istituzioni che dal primo gennaio 2009 dovranno chiudere". A questo punto, vista l'emergenza, "mi pare che la soluzione più logica sia il decreto legge, che ripristini i 54 milioni che mancano", conclude.
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11731/2008-11-03.html
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Tue, 04 Nov 2008 08:10:00
Italiani all'estero: tagli alla diffusione della lingua italiana nel mondo. Narducci (Pd): si colpisce uno dei "nervi pulsanti fra Italia e Svizzera"
L'On. Franco Narducci, insieme ai colleghi Gianni Farina e Claudio Micheloni, ha partecipato all'incontro con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, lo scorso 31 ottobre a Berna, Svizzera.
Alla Casa d'Italia di Berna, abbiamo sentito le opinioni di Narducci riguardo i tagli presenti nella Finanziaria che andranno a colpire gli italiani residenti all'estero.
"Credo che Mantica oggi a Berna abbia potuto toccare con mano, vedere di persona, quanto sdegno e preoccupazione desta la manovra nella comunità italiana in Svizzera", dichiara l'onorevole eletto in Europa, facendo riferimento proprio alla Finanziaria.
"Viviamo in un paese che ha un grande legame con l'Italia: confina con l'Italia, annovera l'italiano fra le lingue nazionali svizzere", spiega. "Colpire con questa finanziaria come si colpiscono, dal 2009, soprattutto i corsi di lingua italiana, significa colpire uno dei centri vitali, uno dei nervi pulsanti di questo rapporto tra Italia e Svizzera".
"I genitori vogliono che i propri figli continuino a mantenere il legame con la loro lingua, che è veicolo di cultura, valori e italianità". "Credo - aggiunge il deputato del Pd - che ciò che sta accadendo non può lasciare indifferente il governo. Mi auguro che la via di emendamenti che stiamo tentando in parlamento possa portare a un risultato".
"Noi abbiamo presentato un emedamento che toglie 40 milioni di euro di risorse al ministero dell'Economia, da vari capitoli di spesa, per costituire un fondo da destinare alla Direzione Generale degli italiani all'estero".
Mantica è stato accolto, nella sua visita alla Casa d'Italia, da una cinquantina di manifestanti al grido di "vergogna, vergogna": cosa si sente di dire a quelle persone?
"Intanto ho apprezzato il fatto che il sottosegretario non ha evitato questo incontro, e si è preso le proprie responsabilità, anche le urla della gente". "Questo - ammette Narducci - credo faccia onore al sottosegretario" A queste persone "si può chiedere di continuare a far sentire al governo la propria voce, affinchè si posa correggere il tiro dettato da questa Finanziaria".
Ma non è che forse, solo forse, siamo arrivati a questa situazione perchè in realtà gli sprechi nel passato sono stati tanti?
"Questa non è nè la situazione reale nè una giustificazione", secondo Narducci. "Noi abbiamo istituti di cultura numerosi che hanno una copertura finanziaria inferiore a quella di altri paesi. Che ci sia necessità di razionalizzare è fuori discussione, ma che con 28 milioni di euro" si può fare poco.
In conclusione, cosa devono aspettarsi gli italiani all'estero?
"Lo sapremo nel momento in cui il governo deciderà di mettere la fiducia o no".
da http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11733/2008-11-04.html
Italiani all'estero: tagli alla diffusione della lingua italiana nel mondo. Narducci (Pd): si colpisce uno dei "nervi pulsanti fra Italia e Svizzera"
L'On. Franco Narducci, insieme ai colleghi Gianni Farina e Claudio Micheloni, ha partecipato all'incontro con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, lo scorso 31 ottobre a Berna, Svizzera.
Alla Casa d'Italia di Berna, abbiamo sentito le opinioni di Narducci riguardo i tagli presenti nella Finanziaria che andranno a colpire gli italiani residenti all'estero.
"Credo che Mantica oggi a Berna abbia potuto toccare con mano, vedere di persona, quanto sdegno e preoccupazione desta la manovra nella comunità italiana in Svizzera", dichiara l'onorevole eletto in Europa, facendo riferimento proprio alla Finanziaria.
"Viviamo in un paese che ha un grande legame con l'Italia: confina con l'Italia, annovera l'italiano fra le lingue nazionali svizzere", spiega. "Colpire con questa finanziaria come si colpiscono, dal 2009, soprattutto i corsi di lingua italiana, significa colpire uno dei centri vitali, uno dei nervi pulsanti di questo rapporto tra Italia e Svizzera".
"I genitori vogliono che i propri figli continuino a mantenere il legame con la loro lingua, che è veicolo di cultura, valori e italianità". "Credo - aggiunge il deputato del Pd - che ciò che sta accadendo non può lasciare indifferente il governo. Mi auguro che la via di emendamenti che stiamo tentando in parlamento possa portare a un risultato".
"Noi abbiamo presentato un emedamento che toglie 40 milioni di euro di risorse al ministero dell'Economia, da vari capitoli di spesa, per costituire un fondo da destinare alla Direzione Generale degli italiani all'estero".
Mantica è stato accolto, nella sua visita alla Casa d'Italia, da una cinquantina di manifestanti al grido di "vergogna, vergogna": cosa si sente di dire a quelle persone?
"Intanto ho apprezzato il fatto che il sottosegretario non ha evitato questo incontro, e si è preso le proprie responsabilità, anche le urla della gente". "Questo - ammette Narducci - credo faccia onore al sottosegretario" A queste persone "si può chiedere di continuare a far sentire al governo la propria voce, affinchè si posa correggere il tiro dettato da questa Finanziaria".
Ma non è che forse, solo forse, siamo arrivati a questa situazione perchè in realtà gli sprechi nel passato sono stati tanti?
"Questa non è nè la situazione reale nè una giustificazione", secondo Narducci. "Noi abbiamo istituti di cultura numerosi che hanno una copertura finanziaria inferiore a quella di altri paesi. Che ci sia necessità di razionalizzare è fuori discussione, ma che con 28 milioni di euro" si può fare poco.
In conclusione, cosa devono aspettarsi gli italiani all'estero?
"Lo sapremo nel momento in cui il governo deciderà di mettere la fiducia o no".
da http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11733/2008-11-04.html
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
PIU' RISPETTO E MAGGIORE ATTENZIONE PER LE NOSTRE COMUNITA' ALL'ESTERO
“Mi dispiace constatare come il Governo abbia mostrato disattenzione nei confronti degli italiani all’estero, attraverso un severo ridimensionamento delle previsioni finanziarie su alcuni capitoli di spesa del bilancio del Ministero degli Affari Esteri relativi alle nostre comunità all’estero, che rischia di mettere in seria difficoltà i nostri connazionali con un conseguente, deleterio quanto inopportuno, deterioramento delle loro relazioni con la madre Patria”.
Così si è espresso l’On. Aldo Di Biagio, deputato del PdL, eletto nella Ripartizione Europa in una nota in merito ai provvedimenti della Finanziaria per gli italiani residenti all’estero.
“Trovo che le nostre comunità all’estero – ha ribadito il deputato del PdL – meritino più rispetto ed un’attenzione costante che prenda le forme di un adeguato e coerente sostegno finanziario. La riorganizzazione della struttura diplomatico-consolare e la mancata equità di trattamento tra cittadini residenti in Patria e i cittadini italiani oltre confine non può trovare come unica giustificazione i tagli previsti dalla Finanziaria.”
“La voce degli italiani all’estero – conclude il deputato del PdL - non può e non deve rimanere inascoltata per nessun motivo, ed esprimo il desiderio di veder realizzato e tutelato, da parte della maggioranza che i nostri connazionali all’estero hanno votato e che ora appare sorda a semplici richieste, l’inalienabile diritto di essere cittadini, nella sua forma più completa ed integra”.
(06/11/2008-ITL/ITNET)
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=304&Itemid=40
“Mi dispiace constatare come il Governo abbia mostrato disattenzione nei confronti degli italiani all’estero, attraverso un severo ridimensionamento delle previsioni finanziarie su alcuni capitoli di spesa del bilancio del Ministero degli Affari Esteri relativi alle nostre comunità all’estero, che rischia di mettere in seria difficoltà i nostri connazionali con un conseguente, deleterio quanto inopportuno, deterioramento delle loro relazioni con la madre Patria”.
Così si è espresso l’On. Aldo Di Biagio, deputato del PdL, eletto nella Ripartizione Europa in una nota in merito ai provvedimenti della Finanziaria per gli italiani residenti all’estero.
“Trovo che le nostre comunità all’estero – ha ribadito il deputato del PdL – meritino più rispetto ed un’attenzione costante che prenda le forme di un adeguato e coerente sostegno finanziario. La riorganizzazione della struttura diplomatico-consolare e la mancata equità di trattamento tra cittadini residenti in Patria e i cittadini italiani oltre confine non può trovare come unica giustificazione i tagli previsti dalla Finanziaria.”
“La voce degli italiani all’estero – conclude il deputato del PdL - non può e non deve rimanere inascoltata per nessun motivo, ed esprimo il desiderio di veder realizzato e tutelato, da parte della maggioranza che i nostri connazionali all’estero hanno votato e che ora appare sorda a semplici richieste, l’inalienabile diritto di essere cittadini, nella sua forma più completa ed integra”.
(06/11/2008-ITL/ITNET)
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=304&Itemid=40
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
INTERVISTA AISE AL SENATORE MICHELONI
........Il senatore ha chiesto al governo e ai colleghi in Commissione di rispondere a questa domanda: "siamo importanti per il Paese? è importante - per l’Italia molto più che per noi - questo tipo di rapporto? per l’economia, per la cultura, per la politica, per i rapporti internazionali?". Ed ancora una volta ha ribadito: "se la risposta è sì, mettiamoci a ragionare, se la risposta è no, allora è un altro discorso".
Ma per il parlamentare eletto in Svizzera "gli effetti dei tagli previsti per il 2009 in Finanziaria"
vanno in un’altra direzione: "tagliano i ponti con gli italiani nel mondo". Basti pensare alla
riduzione dello stanziamento dei corsi di lingua e cultura, passato dai 34 milioni di euro nel
2008 ai 14 del 2009.
La conseguenza? "Gli enti gestori in Svizzera hanno deciso, sabato scorso, di licenziare tutti gli insegnanti per la fine gennaio 2009". E questo "vuol dire uccidere tutto quello che abbiamo costruito all’estero".
A questo punto, per Claudio Micheloni "non si tratta di fare una piccola battaglia o presentare
degli emendamenti", che, peraltro, secondo il senatore del PD, "in questa Finanziaria non
avranno alcun esito". Dunque, "non si tratta solo di trovare un milione in più o un milione in
meno": serve "una risposta politica: se prendiamo sul serio gli italiani all’estero, si deve
lavorare e investire su di loro".
A sostegno delle sue riflessioni, Micheloni ha portato alcuni esempi.
Ed eccola di nuovo, la Francia, che "per la diffusione e l’insegnamento della lingua francese nel mondo spende 325 milioni e mezzo l’anno", ai quali si aggiungono "375 milioni e mezzo di euro per i loro centri culturali", il corrispettivo dei nostri Istituti di Cultura. Insomma, "questo – la Francia –è un Paese che prende sul serio la propria comunità all’estero, perché ha capito che è una risorsa".
Il senatore Micheloni è realista: "non dico che l’Italia debba investire cifre di questo tipo,
perché non ne abbiamo i mezzi", ma da lì ai nostri 14 milioni di euro per il 2009 c’è un abisso.
Un altro esempio? Per l’Assemblée des Francais de l’Etranger, che equivale al nostro Cgie, il
governo francese stanzia 6 milioni e 800 mila euro l’anno: "il nostro Cgie quest’anno ha avuto
2 milioni e l’anno prossimo avrà 1 milione e mezzo". E, ha ricordato il senatore Micheloni, "i
francesi emigrati sono circa due milioni, mentre noi siamo quasi cinque milioni".
Per il senatore eletto all’estero non si tratta di "discutere sui tagli e chiedere al governo di
ripristinare i fondi" tagliati, quanto piuttosto di mettere le carte in tavola e parlare
chiaramente. Per questo oggi proprio Micheloni ha informato la Commissione che "con il
gruppo del PD in Senato, nei prossimi giorni, presenteremo una mozione per un dibattito in
Aula sulla politica per gli italiani all’estero", nella convinzione che occorra in Senato "un
dibattito generale con il governo" al quale verrà chiesto "un intervento, fuori della Finanziaria -
perché lì il senatore è convinto che "non si otterrà nulla" - per riportare le risorse necessarie ai
capitoli per gli italiani all’estero al livello di quest’anno" e mantenerle tali il "tempo necessario"
a fare riforme altrettanto "necessarie". Su questo il senatore ha riscontrato una certa
"sintonia" anche con il sottosegretario Mantica: "siamo tutti convinti che siano necessarie delle
riforme" anche "profonde" del Ministero degli Affari Esteri, che rivedano tanto i servizi
consolari, quanto i corsi di lingua e gli IIC. Ma occorre tempo e "noi", ha detto Micheloni.
"siamo disponibili ad un lavoro di collaborazione" ed anzi, ha precisato, "gradiremmo anche
che ci sia un lavoro il più trasversale possibile e che si trovi il più largo consenso possibile". Su
questo oggi, in Commissione, Claudio Micheloni ha già incassato l’apertura del senatore
Francesco Maria Amoruso del PdL - di cui ha detto di aver "apprezzato l’intervento" -, che "a
nome del suo gruppo si è dichiarato assolutamente disponibile ad un lavoro urgente di ricerca
del più ampio consenso sui temi che abbiamo trattato oggi" e si è inoltre "dichiarato disponibile
a sostenere il dibattito in Aula", ritenendolo "un momento necessario e importante".
Quanto al sottosegretario, questi nella sua replica, oltre a rilanciare l’intenzione di istituire
immediatamente "un tavolo di lavoro per vedere se c’è disponibilità di modificare a breve le
leggi istitutive di Cgie e Comites", i famosi due mesi, "si è dichiarato anche disponibile e
interessato ad un confronto con il governo ed il Senato" sulla mozione che il PD presenterà a
breve. Claudio Micheloni ci sta lavorando e la mozione "sarà pronta entro quattro o cinque
giorni" per poi essere presentata in Senato. Intanto oggi il senatore si è detto "soddisfatto
delle reazioni generali che ci sono state a questa nostra proposta".
Un’ultima battuta Micheloni l’ha voluta riservare all’informazione, sulla quale occorre fare "una
riflessione davvero profonda", guardando, ancora una volta, a quei Paesi che prendono "sul
serio" l’informazione per la diffusione dell’immagine del proprio Paese nel mondo. Come la
Germania che "spende 273 milioni di euro l’anno" per la Deutsche Welle, televisione
paragonabile alla nostra Raitalia, alla quale vanno invece "poco meno di 50 milioni". Senza
contare "quello che si dà alla stampa e alle agenzie": per Micheloni "sono briciole". Tocca allora
tornare a quella "domanda di fondo" posta oggi ai colleghi in Commissione e "se si risponde
sì", ha detto il parlamentare eletto all’estero, "bisogna poi essere conseguenti" e capire, come i
Paesi che già seguono questa politica con "ben altre risorse", che qui non si tratta di spese, ma
di "investimenti", che garantiscono "un ritorno economico e politico importante per il Paese". E
torniamo così alla missione della nostra diplomazia.
"Bisogna uscire dal concetto, di gran lunga superato, di spesa e di rapporto assistenzialistico"
con le nostre comunità, ha riaffermato Micheloni. L’Italia "deve avere il comportamento morale
ed etico di rispondere ai problemi assistenziali dei nostri emigrati in America Latina che sono
sotto la soglia di povertà", perché "questo è un problema di dignità della politica e del Paese".
Ma poi, ha concluso, "una volta che avremo risposto a questi problemi", sarà la volta degli
investimenti.
(raffaella aronica\aise)
Per leggere tutto: http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=303&Itemid=40
........Il senatore ha chiesto al governo e ai colleghi in Commissione di rispondere a questa domanda: "siamo importanti per il Paese? è importante - per l’Italia molto più che per noi - questo tipo di rapporto? per l’economia, per la cultura, per la politica, per i rapporti internazionali?". Ed ancora una volta ha ribadito: "se la risposta è sì, mettiamoci a ragionare, se la risposta è no, allora è un altro discorso".
Ma per il parlamentare eletto in Svizzera "gli effetti dei tagli previsti per il 2009 in Finanziaria"
vanno in un’altra direzione: "tagliano i ponti con gli italiani nel mondo". Basti pensare alla
riduzione dello stanziamento dei corsi di lingua e cultura, passato dai 34 milioni di euro nel
2008 ai 14 del 2009.
La conseguenza? "Gli enti gestori in Svizzera hanno deciso, sabato scorso, di licenziare tutti gli insegnanti per la fine gennaio 2009". E questo "vuol dire uccidere tutto quello che abbiamo costruito all’estero".
A questo punto, per Claudio Micheloni "non si tratta di fare una piccola battaglia o presentare
degli emendamenti", che, peraltro, secondo il senatore del PD, "in questa Finanziaria non
avranno alcun esito". Dunque, "non si tratta solo di trovare un milione in più o un milione in
meno": serve "una risposta politica: se prendiamo sul serio gli italiani all’estero, si deve
lavorare e investire su di loro".
A sostegno delle sue riflessioni, Micheloni ha portato alcuni esempi.
Ed eccola di nuovo, la Francia, che "per la diffusione e l’insegnamento della lingua francese nel mondo spende 325 milioni e mezzo l’anno", ai quali si aggiungono "375 milioni e mezzo di euro per i loro centri culturali", il corrispettivo dei nostri Istituti di Cultura. Insomma, "questo – la Francia –è un Paese che prende sul serio la propria comunità all’estero, perché ha capito che è una risorsa".
Il senatore Micheloni è realista: "non dico che l’Italia debba investire cifre di questo tipo,
perché non ne abbiamo i mezzi", ma da lì ai nostri 14 milioni di euro per il 2009 c’è un abisso.
Un altro esempio? Per l’Assemblée des Francais de l’Etranger, che equivale al nostro Cgie, il
governo francese stanzia 6 milioni e 800 mila euro l’anno: "il nostro Cgie quest’anno ha avuto
2 milioni e l’anno prossimo avrà 1 milione e mezzo". E, ha ricordato il senatore Micheloni, "i
francesi emigrati sono circa due milioni, mentre noi siamo quasi cinque milioni".
Per il senatore eletto all’estero non si tratta di "discutere sui tagli e chiedere al governo di
ripristinare i fondi" tagliati, quanto piuttosto di mettere le carte in tavola e parlare
chiaramente. Per questo oggi proprio Micheloni ha informato la Commissione che "con il
gruppo del PD in Senato, nei prossimi giorni, presenteremo una mozione per un dibattito in
Aula sulla politica per gli italiani all’estero", nella convinzione che occorra in Senato "un
dibattito generale con il governo" al quale verrà chiesto "un intervento, fuori della Finanziaria -
perché lì il senatore è convinto che "non si otterrà nulla" - per riportare le risorse necessarie ai
capitoli per gli italiani all’estero al livello di quest’anno" e mantenerle tali il "tempo necessario"
a fare riforme altrettanto "necessarie". Su questo il senatore ha riscontrato una certa
"sintonia" anche con il sottosegretario Mantica: "siamo tutti convinti che siano necessarie delle
riforme" anche "profonde" del Ministero degli Affari Esteri, che rivedano tanto i servizi
consolari, quanto i corsi di lingua e gli IIC. Ma occorre tempo e "noi", ha detto Micheloni.
"siamo disponibili ad un lavoro di collaborazione" ed anzi, ha precisato, "gradiremmo anche
che ci sia un lavoro il più trasversale possibile e che si trovi il più largo consenso possibile". Su
questo oggi, in Commissione, Claudio Micheloni ha già incassato l’apertura del senatore
Francesco Maria Amoruso del PdL - di cui ha detto di aver "apprezzato l’intervento" -, che "a
nome del suo gruppo si è dichiarato assolutamente disponibile ad un lavoro urgente di ricerca
del più ampio consenso sui temi che abbiamo trattato oggi" e si è inoltre "dichiarato disponibile
a sostenere il dibattito in Aula", ritenendolo "un momento necessario e importante".
Quanto al sottosegretario, questi nella sua replica, oltre a rilanciare l’intenzione di istituire
immediatamente "un tavolo di lavoro per vedere se c’è disponibilità di modificare a breve le
leggi istitutive di Cgie e Comites", i famosi due mesi, "si è dichiarato anche disponibile e
interessato ad un confronto con il governo ed il Senato" sulla mozione che il PD presenterà a
breve. Claudio Micheloni ci sta lavorando e la mozione "sarà pronta entro quattro o cinque
giorni" per poi essere presentata in Senato. Intanto oggi il senatore si è detto "soddisfatto
delle reazioni generali che ci sono state a questa nostra proposta".
Un’ultima battuta Micheloni l’ha voluta riservare all’informazione, sulla quale occorre fare "una
riflessione davvero profonda", guardando, ancora una volta, a quei Paesi che prendono "sul
serio" l’informazione per la diffusione dell’immagine del proprio Paese nel mondo. Come la
Germania che "spende 273 milioni di euro l’anno" per la Deutsche Welle, televisione
paragonabile alla nostra Raitalia, alla quale vanno invece "poco meno di 50 milioni". Senza
contare "quello che si dà alla stampa e alle agenzie": per Micheloni "sono briciole". Tocca allora
tornare a quella "domanda di fondo" posta oggi ai colleghi in Commissione e "se si risponde
sì", ha detto il parlamentare eletto all’estero, "bisogna poi essere conseguenti" e capire, come i
Paesi che già seguono questa politica con "ben altre risorse", che qui non si tratta di spese, ma
di "investimenti", che garantiscono "un ritorno economico e politico importante per il Paese". E
torniamo così alla missione della nostra diplomazia.
"Bisogna uscire dal concetto, di gran lunga superato, di spesa e di rapporto assistenzialistico"
con le nostre comunità, ha riaffermato Micheloni. L’Italia "deve avere il comportamento morale
ed etico di rispondere ai problemi assistenziali dei nostri emigrati in America Latina che sono
sotto la soglia di povertà", perché "questo è un problema di dignità della politica e del Paese".
Ma poi, ha concluso, "una volta che avremo risposto a questi problemi", sarà la volta degli
investimenti.
(raffaella aronica\aise)
Per leggere tutto: http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=303&Itemid=40
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
Fri, 07 Nov 2008 08:30:00
Gli italiani all'estero e la Finanziaria, Nardi (Cgie): "Gli eletti del Pd attivi a 360 gradi; da quelli del PdL, silenzio assordante"
Dino Nardi è membro del Coniglio Generale degli Italiani all'Estero e Coordinatore UIM per l'Europa. Venerdì scorso, 31 ottobre, era fra coloro che hanno incontrato a Berna - Svizzera - il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel Mondo, Alfredo Mantica, con il quale si sono affrontati diversi temi, e in particolare i tagli della Finanziaria che vanno a toccare, fra le altre cose, l'insegnamento e la diffusione della lingua italiana nel mondo.
Italia chiama Italia ha voluto sentire, su questo ed altro, il consigliere Nardi.
Dino Nardi, venerdì scorso lei è stato fra quelli che hanno partecipato all'incontro con il sottosegretario Mantica. Soddisfatto?
Sinceramente no, ma d'altra parte non è che nutrissi molte speranze su dei risultati positivi dalla riunione di Berna con il Sottosegretario, la cui opinione in merito agli italiani all'estero e sui tagli era già ampiamente conosciuta a chi, come il sottoscritto, segue attentamente le vicende sociali e politiche che riguardano gli italiani all'estero. Come pure non mi illudo che la manifestazione di protesta della comunità italiana alla Casa d'Italia di Berna, nonostante fosse dovuta ed abbia visto la presenza di qualche centinaia di persone arrivate da tutta la Svizzera, possa "sblindare" la Legge Finanziaria 2009 del Ministro Tremonti. Ovviamente ognuno si assume poi le sue responsabilità politiche nei confronti degli italiani all'estero e di chi lo ha eletto.
Se siamo arrivati a tagliare così tanto, forse qualche spreco c'è....Lei è d'accordo?
C'è modo e modo di tagliare: con il bisturi, con il coltello, con il seghetto o con la mannaia. Ecco, il guaio è che il governo nei confronti degli italiani all'estero ha usato proprio la mannaia facendo danni enormi. Mentre se si voleva incidere in qualche spreco, che probabilmente ci può essere anche nei capitoli di spesa destinati agli italiani all'estero, sarebbe stato necessario usare il bisturi, coinvolgendo, magari, lo stesso CGIE ed i parlamentari della Circoscrizione Estero.
Quello che il governo non ha capito è che per gli italiani all'estero l'unica attenzione e soluzione ai loro problemi ed alle loro necessità arriva solo attraverso lo Stato centrale e quindi il Ministero degli Affari Esteri, ed in piccola parte il Ministero del Lavoro e, qualche "briciola", attraverso le Regioni, ma non tutte. Mentre i nostri connazionali in Italia possono contare anche sulle amministrazione locali: comuni, province, regioni che, non di rado, subentrano allo Stato centrale quando questi opera qualche taglio. Pertanto con questi tagli, operati adesso dal governo nei confronti delle comunità italiane all'estero, gli emigrati sono del tutto indifesi e non possono contare su nessun altro intervento alternativo o sostitutivo di chicchessia.
In Svizzera si spende molto per l'insegnamento dell'italiano, ma non sempre la qualità delle scuole o degli stessi insegnanti è soddisfacente...Mantica ha detto di voler premiare la qualità del lavoro. Lei, consigliere, che ne pensa?
Tutto è perfettibile e quindi ci può essere più o meno qualità anche nel settore scolastico dei corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera. Tuttavia non credo proprio che con il taglio indiscriminato al finanziamento di questo settore, operato dal governo, sia possibile premiare la qualità. Il risultato che si otterrà sarà semplicemente quello che gli enti gestori dovranno decidere quali corsi mantenere in vita e quali interrompere sin dal prossimo primo gennaio e l'interruzione, con il taglio che ci sarà, riguarderà ben due corsi su tre. A mio avviso, l'ho già detto e scritto, ritengo che gli enti gestori dovrebbero semplicemente rifiutarsi di continuare la loro attività in questo settore portando tutti i libri contabili e amministrativi ai rispettivi Consolati di riferimento affinchè sia lo stesso Stato a gestire questo fallimento.
Giovani italiani nel mondo: lei cosa si aspetta dall'assemblea dei giovani di dicembre?
Mi domando onestamente se essa abbia ancora un senso dopo le decisioni prese da questo governo a danno delle nostre comunità all'estero. Cosa si potrà dir loro da parte delle autorità e del governo? Evidentemente avremo la prova provata che ancora una volta si predicherà bene razzolando male, ma con i giovani presenti a Roma per la Conferenza, con una cultura meticciata con quella dei Paesi di residenza e con una visione dell'Italia che spesso è quella critica trasmessa loro dai familiari e dai media, sarà duro bleffare! Credo che questi 424 giovani presenti a Roma avrebbero tutte le ragioni per manifestare la loro delusione con una bella e civile protesta, magari davanti a Palazzo Chigi.
Insomma, al di là degli slogan e dei colori politici, obiettivamente, come giudichi l'operato del governo nei confronti degli italiani all'estero?
Un vero e proprio disastro iniziato con l'esclusione degli iscritti all'AIRE, proprietari di un'abitazione in Italia tenuta a propria disposizione per i rientri in patria durante le ferie o le ricorrenti festività, dal beneficio dell'esclusione dal pagamento dell'ICI sulla prima casa, un beneficio che invece avevano precedentemente anche gli emigrati. Un disastro proseguito con l'aver aggiunto il nuovo requisito dei dieci anni di residenza continuativa in Italia per aver diritto all'assegno sociale da parte degli ultra sessantacinquenni indigenti, ovvero un requisito che penalizzerà tutti quegli emigrati italiani anziani che, dopo una vita trascorsa all'estero in Paesi extra europei, rientrano poi in Italia e che si possono trovare anch'essi in uno stato di indigenza. Due vere e proprie discriminazioni per gli emigrati italiani rispetto ai connazionali in Italia. Un disastro continuato infine con questa Legge Finanziaria 2009 che ha tagliato 50 milioni di euro rispetto agli 80 del corrente anno e chissà cosa riserverà ancora il prossimo futuro!
Come giudica, invece, finora, il lavoro degli eletti all'estero? Riescono davvero a rappresentarci?
Cominciando da quest'ultima domanda, credo che, in generale, non sia facile poter rappresentare in parlamento, a Roma in Italia, una comunità di oltre quattro milioni di persone che vive in ogni parte del globo. Le distanze sono enormi, in questo senso i più facilitati sono ovviamente gli eletti in Europa, per molti eletti negli altri continenti non vi è l'effettiva possibilità di poter essere presenti in parlamento ed avere il polso delle situazioni e delle problematiche delle comunità che li hanno eletti. Proprio per queste loro oggettive difficoltà ho sempre ritenuto, e sono tuttora convinto, che i diciotto eletti nella Circoscrizione Estero abbiano bisogno come l'acqua dei Comites e del CGIE e cioè di sensori sul territorio affinchè chi è costretto, comunque, a vivere a Roma per gran parte del tempo possa conoscere l'evoluzione delle problematiche delle nostre comunità. Poi, naturalmente, si può discutere se gli attuali Comites e CGIE, come sono oggi, vanno o meno bene, ma questo è un altro discorso.
A proposito, invece, di come giudicare il lavoro svolto finora dagli eletti, a mio avviso, bisogna fare una distinzione tra gli eletti nel PD o in altri partiti dell'attuale opposizione e quelli che fanno parte della maggioranza di governo. Infatti, mentre i primi sono molto attivi in parlamento e fuori nel farsi carico di rappresentare e difendere soprattutto le richieste e i diritti degli italiani all'estero, anche se con scarsissimo successo visto i rapporti di forza nell'attuale parlamento tra maggioranza ed opposizione, gli eletti nei partiti che sostengono questo governo, salvo qualche rarissima eccezione, brillano invece per il loro assordante silenzio rispetto alle problematiche degli italiani all'estero e per la loro latitanza dai lavori e dall'attività dei Comites e del CGIE sui quali si può, naturalmente, anche essere legittimamente critici ma perlomeno dopo averli quantomeno conosciuti e frequentati e non aprioristicamente come molti di loro stanno facendo.
Ritengo, infine, che, al di là del partito di appartenenza, in alcuni momenti importanti dei lavori parlamentari come, per esempio, la discussione della legge finanziaria, vi dovrebbe essere un confronto tra i 18 eletti nella Circoscrizione Estero per arrivare a delle posizioni bipartisan su questioni di grande interesse degli italiani all'estero da portare e difendere, poi, nei rispettivi gruppi parlamentari e in aula. Questo è quanto fanno in Svizzera i deputati ticinesi alle Camere Federali a Berna quando sono in discussione gli interessi del Cantone Ticino. A volte basterebbe guardarsi intorno per scoprire che l'acqua calda è già stata inventata!
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11814/2008-11-07.html
Gli italiani all'estero e la Finanziaria, Nardi (Cgie): "Gli eletti del Pd attivi a 360 gradi; da quelli del PdL, silenzio assordante"
Dino Nardi è membro del Coniglio Generale degli Italiani all'Estero e Coordinatore UIM per l'Europa. Venerdì scorso, 31 ottobre, era fra coloro che hanno incontrato a Berna - Svizzera - il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel Mondo, Alfredo Mantica, con il quale si sono affrontati diversi temi, e in particolare i tagli della Finanziaria che vanno a toccare, fra le altre cose, l'insegnamento e la diffusione della lingua italiana nel mondo.
Italia chiama Italia ha voluto sentire, su questo ed altro, il consigliere Nardi.
Dino Nardi, venerdì scorso lei è stato fra quelli che hanno partecipato all'incontro con il sottosegretario Mantica. Soddisfatto?
Sinceramente no, ma d'altra parte non è che nutrissi molte speranze su dei risultati positivi dalla riunione di Berna con il Sottosegretario, la cui opinione in merito agli italiani all'estero e sui tagli era già ampiamente conosciuta a chi, come il sottoscritto, segue attentamente le vicende sociali e politiche che riguardano gli italiani all'estero. Come pure non mi illudo che la manifestazione di protesta della comunità italiana alla Casa d'Italia di Berna, nonostante fosse dovuta ed abbia visto la presenza di qualche centinaia di persone arrivate da tutta la Svizzera, possa "sblindare" la Legge Finanziaria 2009 del Ministro Tremonti. Ovviamente ognuno si assume poi le sue responsabilità politiche nei confronti degli italiani all'estero e di chi lo ha eletto.
Se siamo arrivati a tagliare così tanto, forse qualche spreco c'è....Lei è d'accordo?
C'è modo e modo di tagliare: con il bisturi, con il coltello, con il seghetto o con la mannaia. Ecco, il guaio è che il governo nei confronti degli italiani all'estero ha usato proprio la mannaia facendo danni enormi. Mentre se si voleva incidere in qualche spreco, che probabilmente ci può essere anche nei capitoli di spesa destinati agli italiani all'estero, sarebbe stato necessario usare il bisturi, coinvolgendo, magari, lo stesso CGIE ed i parlamentari della Circoscrizione Estero.
Quello che il governo non ha capito è che per gli italiani all'estero l'unica attenzione e soluzione ai loro problemi ed alle loro necessità arriva solo attraverso lo Stato centrale e quindi il Ministero degli Affari Esteri, ed in piccola parte il Ministero del Lavoro e, qualche "briciola", attraverso le Regioni, ma non tutte. Mentre i nostri connazionali in Italia possono contare anche sulle amministrazione locali: comuni, province, regioni che, non di rado, subentrano allo Stato centrale quando questi opera qualche taglio. Pertanto con questi tagli, operati adesso dal governo nei confronti delle comunità italiane all'estero, gli emigrati sono del tutto indifesi e non possono contare su nessun altro intervento alternativo o sostitutivo di chicchessia.
In Svizzera si spende molto per l'insegnamento dell'italiano, ma non sempre la qualità delle scuole o degli stessi insegnanti è soddisfacente...Mantica ha detto di voler premiare la qualità del lavoro. Lei, consigliere, che ne pensa?
Tutto è perfettibile e quindi ci può essere più o meno qualità anche nel settore scolastico dei corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera. Tuttavia non credo proprio che con il taglio indiscriminato al finanziamento di questo settore, operato dal governo, sia possibile premiare la qualità. Il risultato che si otterrà sarà semplicemente quello che gli enti gestori dovranno decidere quali corsi mantenere in vita e quali interrompere sin dal prossimo primo gennaio e l'interruzione, con il taglio che ci sarà, riguarderà ben due corsi su tre. A mio avviso, l'ho già detto e scritto, ritengo che gli enti gestori dovrebbero semplicemente rifiutarsi di continuare la loro attività in questo settore portando tutti i libri contabili e amministrativi ai rispettivi Consolati di riferimento affinchè sia lo stesso Stato a gestire questo fallimento.
Giovani italiani nel mondo: lei cosa si aspetta dall'assemblea dei giovani di dicembre?
Mi domando onestamente se essa abbia ancora un senso dopo le decisioni prese da questo governo a danno delle nostre comunità all'estero. Cosa si potrà dir loro da parte delle autorità e del governo? Evidentemente avremo la prova provata che ancora una volta si predicherà bene razzolando male, ma con i giovani presenti a Roma per la Conferenza, con una cultura meticciata con quella dei Paesi di residenza e con una visione dell'Italia che spesso è quella critica trasmessa loro dai familiari e dai media, sarà duro bleffare! Credo che questi 424 giovani presenti a Roma avrebbero tutte le ragioni per manifestare la loro delusione con una bella e civile protesta, magari davanti a Palazzo Chigi.
Insomma, al di là degli slogan e dei colori politici, obiettivamente, come giudichi l'operato del governo nei confronti degli italiani all'estero?
Un vero e proprio disastro iniziato con l'esclusione degli iscritti all'AIRE, proprietari di un'abitazione in Italia tenuta a propria disposizione per i rientri in patria durante le ferie o le ricorrenti festività, dal beneficio dell'esclusione dal pagamento dell'ICI sulla prima casa, un beneficio che invece avevano precedentemente anche gli emigrati. Un disastro proseguito con l'aver aggiunto il nuovo requisito dei dieci anni di residenza continuativa in Italia per aver diritto all'assegno sociale da parte degli ultra sessantacinquenni indigenti, ovvero un requisito che penalizzerà tutti quegli emigrati italiani anziani che, dopo una vita trascorsa all'estero in Paesi extra europei, rientrano poi in Italia e che si possono trovare anch'essi in uno stato di indigenza. Due vere e proprie discriminazioni per gli emigrati italiani rispetto ai connazionali in Italia. Un disastro continuato infine con questa Legge Finanziaria 2009 che ha tagliato 50 milioni di euro rispetto agli 80 del corrente anno e chissà cosa riserverà ancora il prossimo futuro!
Come giudica, invece, finora, il lavoro degli eletti all'estero? Riescono davvero a rappresentarci?
Cominciando da quest'ultima domanda, credo che, in generale, non sia facile poter rappresentare in parlamento, a Roma in Italia, una comunità di oltre quattro milioni di persone che vive in ogni parte del globo. Le distanze sono enormi, in questo senso i più facilitati sono ovviamente gli eletti in Europa, per molti eletti negli altri continenti non vi è l'effettiva possibilità di poter essere presenti in parlamento ed avere il polso delle situazioni e delle problematiche delle comunità che li hanno eletti. Proprio per queste loro oggettive difficoltà ho sempre ritenuto, e sono tuttora convinto, che i diciotto eletti nella Circoscrizione Estero abbiano bisogno come l'acqua dei Comites e del CGIE e cioè di sensori sul territorio affinchè chi è costretto, comunque, a vivere a Roma per gran parte del tempo possa conoscere l'evoluzione delle problematiche delle nostre comunità. Poi, naturalmente, si può discutere se gli attuali Comites e CGIE, come sono oggi, vanno o meno bene, ma questo è un altro discorso.
A proposito, invece, di come giudicare il lavoro svolto finora dagli eletti, a mio avviso, bisogna fare una distinzione tra gli eletti nel PD o in altri partiti dell'attuale opposizione e quelli che fanno parte della maggioranza di governo. Infatti, mentre i primi sono molto attivi in parlamento e fuori nel farsi carico di rappresentare e difendere soprattutto le richieste e i diritti degli italiani all'estero, anche se con scarsissimo successo visto i rapporti di forza nell'attuale parlamento tra maggioranza ed opposizione, gli eletti nei partiti che sostengono questo governo, salvo qualche rarissima eccezione, brillano invece per il loro assordante silenzio rispetto alle problematiche degli italiani all'estero e per la loro latitanza dai lavori e dall'attività dei Comites e del CGIE sui quali si può, naturalmente, anche essere legittimamente critici ma perlomeno dopo averli quantomeno conosciuti e frequentati e non aprioristicamente come molti di loro stanno facendo.
Ritengo, infine, che, al di là del partito di appartenenza, in alcuni momenti importanti dei lavori parlamentari come, per esempio, la discussione della legge finanziaria, vi dovrebbe essere un confronto tra i 18 eletti nella Circoscrizione Estero per arrivare a delle posizioni bipartisan su questioni di grande interesse degli italiani all'estero da portare e difendere, poi, nei rispettivi gruppi parlamentari e in aula. Questo è quanto fanno in Svizzera i deputati ticinesi alle Camere Federali a Berna quando sono in discussione gli interessi del Cantone Ticino. A volte basterebbe guardarsi intorno per scoprire che l'acqua calda è già stata inventata!
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11814/2008-11-07.html
Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
IL SOGNO INFRANTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
di MICHELE SCHIAVONE
A nulla è servito aver modificato eccezionalmente due articoli della costituzione italiana, aver affermato solennemente il pieno diritto di cittadinanza a chi risiede all’estero e aver eletto nelle due assemblee nazionali, per due volte di seguito, diciotto parlamentari impegnati in realtà diverse da quelle metropolitane, se il destino di oltre sessantamilioni di persone sfugge da ogni logica e continua ad essere deciso fuori dalle aule parlamentari. Si ha la vaga sensazione che, nonostante ciò, nei riguardi di chi vive all’estero ci sia un atteggiamento del tipo "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri" di orwelliana memoria.
La manovra finanziaria elaborata per il prossimo anno, che questo governo si accinge a varare nelle prossime settimane, avrà delle ricadute traumatiche sulla rete e nelle relazioni dei cittadini italiani che vivono nel mondo. L’entità dei tagli agli interventi contenuti nell’articolato più che ispirarsi a calcoli di politiche economiche, giustificabili allorquando si cerca di mantenere assieme il sistema paese anche in situazioni di ristrettezze congiunturali, inducono invece a pensare a provvedimenti punitivi di vera e propria macelleria finanziaria.
Tanto è irrisorio nel bilancio dello stato, di un paese che si vanta, di essere grande, la somma che questo governo ha previsto di cancellare sugli interventi destinati al mantenimento dell’intero "sistema Italia" all’estero, quanto cinico è l’accanimento con il quale l’esecutivo ha deciso di soffocare ogni pur interessante specificità italiana nel mondo.
Una cosa è un intervento di contenimento della spesa del 10 % su un fabbisogno di miliardi per le attività dei vari ministeri, un altro effetto ha invece la decurtazione complessiva di 50 milioni di euro su un finanziamento programmato di 80 milioni. L’impatto è catastrofico e produce desertificazione. Gli effetti nefasti che ne susseguono non permettono neanche di affrontare le spese per avviare la procedura fallimentare.
Dietro l’angolo ci sono licenziamenti di massa d’insegnanti, chiusure di scuole e corsi di lingua e cultura italiana, abbandono al proprio destino dei cittadini meno abbienti, disservizi amministrativi e consolari, ridimensionamento della rappresentanza politica, impoverimento dell’identità nazionale, frustrazioni e oltraggio alla dignità di milioni di cittadini italiani. Negando il futuro alle giovani generazioni, il nostro paese ha infranto il sogno d’intere generazioni di italiani.
Non si capiscono le ragioni che portano questo governo ad affondare il coltello nella piaga degli italiani all’estero, anche perché non saranno, sicuramente, i cinquanta milioni di euro che l’esecutivo di Berlusconi vuole cancellare dagli interventi destinati al funzionamento delle politiche per gli italiani all’’estero a mettere in ginocchio il nostro paese. Non si può continuare a ricercare le ragioni di questi tagli nei teoremi e nelle dottrine economiche miracolistiche, come quelle esposte nell’ultimo saggio “La paura e la speranza”del ministro del tesoro Giulio Tremonti. Sappiamo che il nostro paese, assieme agli altri più sviluppati, è attraversato da una forte crisi economica causata dall’implosione di un’organizzazione di società costruita sul profitto immediato, sul capitalismo rampante senza regole e privo di moralità. L’unica via per superare questa impasse è ritornare al primato della politica, al riconoscimento dei ruoli, al concorso delle idee e alla valorizzazione del bene comune.
Sarebbe ingenuo, da parte del governo, addebitare alla crisi economica la causa dei tagli dei capitoli di spesa per gli italiani all’estero, come anche la messa in discussione del sistema capitalista per giustificare tali scelte. Di altro si tratta e non s’intravedono risposte chiare e lungimiranti. Fino a prova contraria questa manovra ha un obiettivo semplice: la negazione del futuro agli italiani all’estero. Da sempre ritenuti dai più, una zavorra, un peso di cui disfarsene perché divenuti ingombranti e per giunta, oggi che hanno il diritto di voto con la loro presenza politica determinano le scelte del governo del paese, è meglio correre ai ripari. Perciò il modo più semplice per colpirli nella dignità e nell’orgoglio nazionale è negar loro il futuro. Questo mefistofelico teorema va sconfitto nei germi e contrastato energicamente in tutte le forme.
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di MICHELE SCHIAVONE
A nulla è servito aver modificato eccezionalmente due articoli della costituzione italiana, aver affermato solennemente il pieno diritto di cittadinanza a chi risiede all’estero e aver eletto nelle due assemblee nazionali, per due volte di seguito, diciotto parlamentari impegnati in realtà diverse da quelle metropolitane, se il destino di oltre sessantamilioni di persone sfugge da ogni logica e continua ad essere deciso fuori dalle aule parlamentari. Si ha la vaga sensazione che, nonostante ciò, nei riguardi di chi vive all’estero ci sia un atteggiamento del tipo "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri" di orwelliana memoria.
La manovra finanziaria elaborata per il prossimo anno, che questo governo si accinge a varare nelle prossime settimane, avrà delle ricadute traumatiche sulla rete e nelle relazioni dei cittadini italiani che vivono nel mondo. L’entità dei tagli agli interventi contenuti nell’articolato più che ispirarsi a calcoli di politiche economiche, giustificabili allorquando si cerca di mantenere assieme il sistema paese anche in situazioni di ristrettezze congiunturali, inducono invece a pensare a provvedimenti punitivi di vera e propria macelleria finanziaria.
Tanto è irrisorio nel bilancio dello stato, di un paese che si vanta, di essere grande, la somma che questo governo ha previsto di cancellare sugli interventi destinati al mantenimento dell’intero "sistema Italia" all’estero, quanto cinico è l’accanimento con il quale l’esecutivo ha deciso di soffocare ogni pur interessante specificità italiana nel mondo.
Una cosa è un intervento di contenimento della spesa del 10 % su un fabbisogno di miliardi per le attività dei vari ministeri, un altro effetto ha invece la decurtazione complessiva di 50 milioni di euro su un finanziamento programmato di 80 milioni. L’impatto è catastrofico e produce desertificazione. Gli effetti nefasti che ne susseguono non permettono neanche di affrontare le spese per avviare la procedura fallimentare.
Dietro l’angolo ci sono licenziamenti di massa d’insegnanti, chiusure di scuole e corsi di lingua e cultura italiana, abbandono al proprio destino dei cittadini meno abbienti, disservizi amministrativi e consolari, ridimensionamento della rappresentanza politica, impoverimento dell’identità nazionale, frustrazioni e oltraggio alla dignità di milioni di cittadini italiani. Negando il futuro alle giovani generazioni, il nostro paese ha infranto il sogno d’intere generazioni di italiani.
Non si capiscono le ragioni che portano questo governo ad affondare il coltello nella piaga degli italiani all’estero, anche perché non saranno, sicuramente, i cinquanta milioni di euro che l’esecutivo di Berlusconi vuole cancellare dagli interventi destinati al funzionamento delle politiche per gli italiani all’’estero a mettere in ginocchio il nostro paese. Non si può continuare a ricercare le ragioni di questi tagli nei teoremi e nelle dottrine economiche miracolistiche, come quelle esposte nell’ultimo saggio “La paura e la speranza”del ministro del tesoro Giulio Tremonti. Sappiamo che il nostro paese, assieme agli altri più sviluppati, è attraversato da una forte crisi economica causata dall’implosione di un’organizzazione di società costruita sul profitto immediato, sul capitalismo rampante senza regole e privo di moralità. L’unica via per superare questa impasse è ritornare al primato della politica, al riconoscimento dei ruoli, al concorso delle idee e alla valorizzazione del bene comune.
Sarebbe ingenuo, da parte del governo, addebitare alla crisi economica la causa dei tagli dei capitoli di spesa per gli italiani all’estero, come anche la messa in discussione del sistema capitalista per giustificare tali scelte. Di altro si tratta e non s’intravedono risposte chiare e lungimiranti. Fino a prova contraria questa manovra ha un obiettivo semplice: la negazione del futuro agli italiani all’estero. Da sempre ritenuti dai più, una zavorra, un peso di cui disfarsene perché divenuti ingombranti e per giunta, oggi che hanno il diritto di voto con la loro presenza politica determinano le scelte del governo del paese, è meglio correre ai ripari. Perciò il modo più semplice per colpirli nella dignità e nell’orgoglio nazionale è negar loro il futuro. Questo mefistofelico teorema va sconfitto nei germi e contrastato energicamente in tutte le forme.
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Re: Futuro dei Corsi di Lingua e Cultura italiana all'estero
MA CON CHI È SCHIERATO L'ONOREVOLE RAZZI?
di Teresa Bagnati
In una recente intervista rilasciata a Francesca Toscano di “Italia chiama Italia”, l'On Razzi in quota IDV, dopo aver premesso che il suo obiettivo principe è quello di "tutelare gli interessi dei suoi connazionali che risiedono all'estero", ha dato l'ennesima conferma non solo di non conoscere bene le problematiche legate all'emigrazione e all'integrazione ma, - fatto assai più grave – si è ancora una volta dissociato dall'opposizione di cui , volente o nolente, il suo partito fa parte.
Mentre di Pietro e company, si sgolano in piazza per protestare contro i tagli della finanziaria, Razzi, oltre a dichiarare di non aver ricevuto l'invito dell'Intercomites (mandato a tutti i parlamentari, quindi anche a lui) a prender parte all'incontro con il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, da acuto politico qual è liquida la faccenda affermando:" c'è poco da protestare se i soldi non ci sono, non ci sono". Un po’ come andare dal medico accusando malesseri reali e sentirsi rispondere:" c'è poco da fare se lei è malato è malato!". Per me, come sua elettrice delusa, l'amara verità è che l'Onorevole Razzi, in Svizzera, è paragonabile ad un UFO, un soggetto volante non identificabile.
http://www.ilgiornale.ch/
di Teresa Bagnati
In una recente intervista rilasciata a Francesca Toscano di “Italia chiama Italia”, l'On Razzi in quota IDV, dopo aver premesso che il suo obiettivo principe è quello di "tutelare gli interessi dei suoi connazionali che risiedono all'estero", ha dato l'ennesima conferma non solo di non conoscere bene le problematiche legate all'emigrazione e all'integrazione ma, - fatto assai più grave – si è ancora una volta dissociato dall'opposizione di cui , volente o nolente, il suo partito fa parte.
Mentre di Pietro e company, si sgolano in piazza per protestare contro i tagli della finanziaria, Razzi, oltre a dichiarare di non aver ricevuto l'invito dell'Intercomites (mandato a tutti i parlamentari, quindi anche a lui) a prender parte all'incontro con il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, da acuto politico qual è liquida la faccenda affermando:" c'è poco da protestare se i soldi non ci sono, non ci sono". Un po’ come andare dal medico accusando malesseri reali e sentirsi rispondere:" c'è poco da fare se lei è malato è malato!". Per me, come sua elettrice delusa, l'amara verità è che l'Onorevole Razzi, in Svizzera, è paragonabile ad un UFO, un soggetto volante non identificabile.
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