I corsi di lingua e cultura: tagli
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sabrina
cri64
annalaura
Rosanna
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Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
Hai pienamente ragione, Cri!
Infatti io ringrazio, rispetto e sono riconoscente al Paese che mi ospita, la Svizzera, che ha fatto tanto per me e per la mia famiglia, ci ha salvati dalla povertà assoluta dalla quale non saremmo usciti fuori, rimanendo in Italia. Mi ha fatto crescere e mi ha coccolata pur non essendo mia Madre. E la sofferenza lacerante di questi tempi è proprio constatare che l'Italia, la Madre naturale, mi voglia rinnegare, come figlia e come cittadina.
L'amarezza è troppa!!! E il mio grido è disperato, come disperato può essere l'urlo di una lupa a difesa dei suoi cuccioli quando li vede in pericolo o prossimi alla morte, perché io voglio difendere con le unghie e con i denti tutti i bambini italiani che vivono qui e che rischiano di non avere più accesso libero alla conoscenza della lingua d'origine e delle loro radici. Loro sono deboli e incapaci di reagire, e allora dobbiamo farlo noi adulti fino all'esaurimento delle nostre energie.
È nel loro diritto... È nel nostro diritto!
Infatti io ringrazio, rispetto e sono riconoscente al Paese che mi ospita, la Svizzera, che ha fatto tanto per me e per la mia famiglia, ci ha salvati dalla povertà assoluta dalla quale non saremmo usciti fuori, rimanendo in Italia. Mi ha fatto crescere e mi ha coccolata pur non essendo mia Madre. E la sofferenza lacerante di questi tempi è proprio constatare che l'Italia, la Madre naturale, mi voglia rinnegare, come figlia e come cittadina.
L'amarezza è troppa!!! E il mio grido è disperato, come disperato può essere l'urlo di una lupa a difesa dei suoi cuccioli quando li vede in pericolo o prossimi alla morte, perché io voglio difendere con le unghie e con i denti tutti i bambini italiani che vivono qui e che rischiano di non avere più accesso libero alla conoscenza della lingua d'origine e delle loro radici. Loro sono deboli e incapaci di reagire, e allora dobbiamo farlo noi adulti fino all'esaurimento delle nostre energie.
È nel loro diritto... È nel nostro diritto!
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
Gli italiani sempre più umiliati
di Giovanni Monte
Disco verde dal Consiglio dei ministri che, ha approvato il pacchetto con le misure anti-crisi (80 miliardi): a sostegno di famiglie, imprese ed economia. Ma è proprio vero? No, è tutto falso –dico io--. Infatti si tratta solo di un 'regalo di Natale' di qualche centinaia di euro per le famiglie italiane, per ottenere un “grande” ritorno di immagine internazionale. Anzi, queste misure accentueranno la crisi..ulteriormente—aggiungo io--. Per l`Italia, occorrono delle vere riforme strutturali a tutti i livelli (nella “trasparenza”). Al di là delle modeste quantità di risorse trovate per rilanciare l'economia, manca la qualità di un intervento sistemico per rivedere i fondamenti delle tradizionali debolezze italiane". Il Bel Paese fa acqua da tutte le parti, e di ciò i cittadini non ne sono i maggiori colpevoli. Da incriminare e da condannare, è bensì “tutta” la classe politica ed economica: ...non hanno nessuna attenuante ! Il presidente neoeletto degli Stati Uniti ha garantito che "un piano di salvataggio della classe media" sarà tra le sue priorità, una volta insediato alla Casa Bianca. Perché il ceto medio? Perché l`esistenza del ceto medio, in America, ha sempre giocato un ruolo importante nella democrazia. Gli americani hanno paura di avere un ceto medio culturalmente e politicamente disorientato". Mentre nel Bel Paese non c`è ormai neppure il ceto medio. Che cosa è successo in Italia ? Il 10% della popolazione --del potere e dell`economia-- oggi controlla il 90% della popolazione. Per cui è scomparso il ceto medio come condizione di piena cittadinanza sociale. Nel 90% del resto della popolazione non esiste alcun ceto medio, perchè oltre ai poveri e poverissimi, il resto rappresenta essenzialmente una popolazione “a rischio di poverta`”—e comunque sottomessa e suddita del potere politico-economico (rappresentata dal 10% ). Per cui il Governo in Italia non ha nessuna necessità di preoccuparsi “del ruolo della democrazia”, per cui l`esistenza o meno del ceto medio è irrilevante –anzi inutile per il Governo--. Una volta poveri si nasceva, ma con qualche sacrificio e un po' di fortuna ci si poteva anche allontanare dalla povertà. Oggi a quelli che nascono poveri, si devono aggiungere quelli creati dalla incapacità della politica, a gestire l'economia e i rapporti tra i consociati; ed è sparita anche la speranza dell'affrancamento --combinando doti naturali e spirito di sacrificio (...vedi il concorso in magistratura)--.E` rimasta quella di far soldi, --o partecipando al grande fratello o entrando in politica--. ...E ciò è molto triste. ...
Politici Italiani, continuate pure a discutere sulla presidenza della commissione di vigilanza..etc.....L'unica politica che portate avanti con coerenza è quella dei redditi e privilegi della casta. Bravi, avanti così, ...finchè il popolo ve lo consente. ..ma attenti, che la corda..potrebbe anche rompersi !!
Credo sarebbe stato un buon esempio e --politicamente necessario-- che infine anche i parlamentari avessero fatto anche loro dei sacrifici, invece di umiliare i nostri poveri in Italia (persino con la service card). Ed invece no, nessuna misericordia, il 12 Novembre, ad eccezione dell`IDV, tutti i parlamentari hanno votato e voluto a loro favore anche il “doppio rimborso elettorale” –300 milioni di euro--. Che vergogna !! Che Dio li fulmini e li condanni tutti insieme ...questi esseri senza alcuna onorevolenza !
" Viva L'Italia una e di tutti ".
da http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=436&Itemid=40
di Giovanni Monte
Disco verde dal Consiglio dei ministri che, ha approvato il pacchetto con le misure anti-crisi (80 miliardi): a sostegno di famiglie, imprese ed economia. Ma è proprio vero? No, è tutto falso –dico io--. Infatti si tratta solo di un 'regalo di Natale' di qualche centinaia di euro per le famiglie italiane, per ottenere un “grande” ritorno di immagine internazionale. Anzi, queste misure accentueranno la crisi..ulteriormente—aggiungo io--. Per l`Italia, occorrono delle vere riforme strutturali a tutti i livelli (nella “trasparenza”). Al di là delle modeste quantità di risorse trovate per rilanciare l'economia, manca la qualità di un intervento sistemico per rivedere i fondamenti delle tradizionali debolezze italiane". Il Bel Paese fa acqua da tutte le parti, e di ciò i cittadini non ne sono i maggiori colpevoli. Da incriminare e da condannare, è bensì “tutta” la classe politica ed economica: ...non hanno nessuna attenuante ! Il presidente neoeletto degli Stati Uniti ha garantito che "un piano di salvataggio della classe media" sarà tra le sue priorità, una volta insediato alla Casa Bianca. Perché il ceto medio? Perché l`esistenza del ceto medio, in America, ha sempre giocato un ruolo importante nella democrazia. Gli americani hanno paura di avere un ceto medio culturalmente e politicamente disorientato". Mentre nel Bel Paese non c`è ormai neppure il ceto medio. Che cosa è successo in Italia ? Il 10% della popolazione --del potere e dell`economia-- oggi controlla il 90% della popolazione. Per cui è scomparso il ceto medio come condizione di piena cittadinanza sociale. Nel 90% del resto della popolazione non esiste alcun ceto medio, perchè oltre ai poveri e poverissimi, il resto rappresenta essenzialmente una popolazione “a rischio di poverta`”—e comunque sottomessa e suddita del potere politico-economico (rappresentata dal 10% ). Per cui il Governo in Italia non ha nessuna necessità di preoccuparsi “del ruolo della democrazia”, per cui l`esistenza o meno del ceto medio è irrilevante –anzi inutile per il Governo--. Una volta poveri si nasceva, ma con qualche sacrificio e un po' di fortuna ci si poteva anche allontanare dalla povertà. Oggi a quelli che nascono poveri, si devono aggiungere quelli creati dalla incapacità della politica, a gestire l'economia e i rapporti tra i consociati; ed è sparita anche la speranza dell'affrancamento --combinando doti naturali e spirito di sacrificio (...vedi il concorso in magistratura)--.E` rimasta quella di far soldi, --o partecipando al grande fratello o entrando in politica--. ...E ciò è molto triste. ...
Politici Italiani, continuate pure a discutere sulla presidenza della commissione di vigilanza..etc.....L'unica politica che portate avanti con coerenza è quella dei redditi e privilegi della casta. Bravi, avanti così, ...finchè il popolo ve lo consente. ..ma attenti, che la corda..potrebbe anche rompersi !!
Credo sarebbe stato un buon esempio e --politicamente necessario-- che infine anche i parlamentari avessero fatto anche loro dei sacrifici, invece di umiliare i nostri poveri in Italia (persino con la service card). Ed invece no, nessuna misericordia, il 12 Novembre, ad eccezione dell`IDV, tutti i parlamentari hanno votato e voluto a loro favore anche il “doppio rimborso elettorale” –300 milioni di euro--. Che vergogna !! Che Dio li fulmini e li condanni tutti insieme ...questi esseri senza alcuna onorevolenza !
" Viva L'Italia una e di tutti ".
da http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=436&Itemid=40
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
Video della manifestazione di sabato 29 novembre a Zurigo.
http://it.youtube.com/watch?v=Nzbfc6BoJDE
http://it.youtube.com/watch?v=Nzbfc6BoJDE
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
PD GERMANIA, DANIELI: “RISPOSTE FORTI AD UN GOVERNO NEMICO DEGLI ITALIANI NEL MONDO”
di Redazione
Wednesday, 03 December 2008
La riunione del PD della Germania a Stoccarda che ha visto la presenza dei rappresentanti di 18 città ha rappresentato una prima netta risposta dei nostri connazionali alle decisioni del Governo Berlusconi. Una rinnovata volontà di essere protagonisti in un momento così critico è stata espressa con determinazione da tutti i partecipanti. “Il Partito Democratico della Germania che nasce oggi - ha affermato il sen. Franco Danieli nel corso dell’incontro - è lo strumento necessario, assieme al movimento associativo, per contrastare le sciagurate politiche di un governo nemico degli italiani nel mondo.
Un partito che deve radicarsi nel territorio, composto da persone perbene che vivono sulla propria pelle le scelte di Berlusconi e soci e che vogliono reagire. Quando si tagliano del 60 % le risorse, quando ricompaiono vecchie pratiche di governo, quando una parte della struttura diplomatica del MAE non reagisce, ma asseconda lo scempio, quando ritorna in campo la solita retorica un po’ fascistoide e un pò demagogica, quando i giovani che noi abbiamo voluto a Roma dovranno semplicemente ascoltare un mare di falsità a fronte della dura realtà dei tagli, quando gli stanziamenti per il museo nazionale dell’emigrazione sono più che dimezzati ed il progetto ridotto a piccola cosa, quando si propone il rinvio delle elezioni dei Comites e si vuole impedire il voto presso i seggi consolari per le elezioni europee, quando vengono messe in discussione le nuove assunzioni dei contrattisti a tempo indeterminato e si riducono i digitatori, quando si tagliano i fondi per i giornali dell’emigrazione… quando tutto questo è la proposta del Governo, allora bisogna rispondere con determinazione, occorrerà ricostruire sulle macerie che ancora una volta si lasceranno alle spalle”.
http://www.ilgiornale.ch/
di Redazione
Wednesday, 03 December 2008
La riunione del PD della Germania a Stoccarda che ha visto la presenza dei rappresentanti di 18 città ha rappresentato una prima netta risposta dei nostri connazionali alle decisioni del Governo Berlusconi. Una rinnovata volontà di essere protagonisti in un momento così critico è stata espressa con determinazione da tutti i partecipanti. “Il Partito Democratico della Germania che nasce oggi - ha affermato il sen. Franco Danieli nel corso dell’incontro - è lo strumento necessario, assieme al movimento associativo, per contrastare le sciagurate politiche di un governo nemico degli italiani nel mondo.
Un partito che deve radicarsi nel territorio, composto da persone perbene che vivono sulla propria pelle le scelte di Berlusconi e soci e che vogliono reagire. Quando si tagliano del 60 % le risorse, quando ricompaiono vecchie pratiche di governo, quando una parte della struttura diplomatica del MAE non reagisce, ma asseconda lo scempio, quando ritorna in campo la solita retorica un po’ fascistoide e un pò demagogica, quando i giovani che noi abbiamo voluto a Roma dovranno semplicemente ascoltare un mare di falsità a fronte della dura realtà dei tagli, quando gli stanziamenti per il museo nazionale dell’emigrazione sono più che dimezzati ed il progetto ridotto a piccola cosa, quando si propone il rinvio delle elezioni dei Comites e si vuole impedire il voto presso i seggi consolari per le elezioni europee, quando vengono messe in discussione le nuove assunzioni dei contrattisti a tempo indeterminato e si riducono i digitatori, quando si tagliano i fondi per i giornali dell’emigrazione… quando tutto questo è la proposta del Governo, allora bisogna rispondere con determinazione, occorrerà ricostruire sulle macerie che ancora una volta si lasceranno alle spalle”.
http://www.ilgiornale.ch/
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
CGIE – ASSEMBLEA PLENARIA
Gli interventi dei parlamentari eletti all’estero
I rappresentanti degli italiani all’estero all’opposizione contestano i tagli della Finanziaria
ROMA – Sono intervenuti alcuni fra i parlamentari italiani all’eletti all’estero, a seguito della relazione del governo e di quella del Comitato di presidenza del Cgie, nel corso della prima mattinata di lavori dell’Assemblea plenaria.
“Invece del quadro di riforme che avrei voluto sentire nella relazione di governo – ha detto Marco Fedi, deputato (Pd) eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide – constato un vuoto assoluto di idee e di progetto politico da proporre in un dialogo aperto tra maggioranza e opposizione. La ripresa di questo dialogo, in un quadro che oggi è invece desolante, è l’unica possibilità di realizzare un’azione forte di contrasto alla difficile situazione che il Paese si trova ad affrontare”. L’on. Fedi sottolinea, inoltre, che la possibilità della ripresa di un confronto serio si basa sulla disponibilità al recupero delle risorse decurtate dalla Finanziaria. Altro nodo problematico: il rinnovo di Comites e Cgie nei termini previsti per legge. “Perché proporre micro-riforme dei Comites, modificati solo nel 2003, o del Cgie – domanda Fedi - senza aver ridisegnato un nuovo assetto istituzionale, e invece procedere al rinnovo, vero, autentico, di questi organismi e successivamente ridisegnare dopo che il Parlamento, le forze politiche, avranno nuovamente esplicitato la direzione in cui andrà la riforma costituzionale?”
Dello stesso avviso Franco Narducci, deputato eletto per il Pd in Europa, che aggiunge: “Prima di pensare ad un progetto di riforma occorrerebbe attuare interamente per i Comites la legge già esistente, compreso l’accreditamento di questi ultimi da parte delle autorità consolari, cosa che non sempre avviene”. Riafferma poi tutto il merito del Cgie nella programmazione della Conferenza dei giovani: “un’iniziativa complessa – aggiunge Narducci – per il processo di integrazione avanzato nei contesti di residenza dei giovani, ma da svolgersi senza ambiguità anche rispetto alle nuove forma di mobilità che riscontriamo in Italia”. Egli ritiene poi che i tagli praticati sulle politiche per gli italiani all’estero non siano limitati alla Finanziaria di cui si sta discutendo e che il problema più grande sia la sproporzione del taglio relativo a questi capitoli di spesa nel complesso della manovra.
Mirella Giai, senatrice eletta in America Latina per il Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie), ribadisce la drammaticità delle ripercussioni che i tagli produrranno tra le fasce di popolazione più debole. “Non tutti i connazionali residenti in Argentina hanno fatto fortuna – chiarisce la Giai – e c’è chi vive unicamente dell’assistenza che riceve dall’Italia”. “Come possiamo dire ai nostri giovani – si chiede – che l’Italia è la nostra patria e si cura dei nostri interessi se ci nega completamente il sostegno che ci era stato promesso?”
“La nostra non è una politica di opposizione – ha spiegato Ricardo Merlo (Maie), deputato eletto in America Latina – ma ci opponiamo piuttosto ai provvedimenti che ledono i nostri interessi. Razionalizzare non vuol dire necessariamente tagliare, ma quello che ci impedisce di condividere questa Finanziaria è la mancanza di un progetto politico per gli italiani all’estero. Possiamo essere disposti a fare dei sacrifici, ma solo alla luce di un obiettivo che in questa manovra ci pare completamente assente”.
Interviene anche Claudio D’Amico, deputato eletto in Italia per la Lega Nord e membro della Commissione Bilancio, che ricorda la difficoltà economica internazionale “che ci costringe a fare le cose utilizzando meno fondi possibili. Non è corretto dire che il governo abbandona gli italiani all’estero perché è la nostra coalizione politica ad aver contribuito alla nascita della rappresentanza politica da loro espressa”. “Coloro che coltivano l’identità italiana all’estero – ha concluso D’Amico – lo fanno indipendentemente dai contributi erogati dallo Stato”.
“Se la Lega appoggia il federalismo come principio – ha replicato il deputato Fabio Porta, eletto per il Pd in America Latina – dovrebbe per i connazionali all’estero stanziare un contributo proporzionale a ciò che da essi ha ricevuto e quindi ben superiore ai 40 milioni di euro di cui oggi si parla”. “Questo Cgie si riunisce in un momento molto delicato – ha proseguito Porta – per la grave crisi attraversata dal Paese e alla vigilia della prima Conferenza dei giovani italiani all’estero, che rischia di trasformarsi nel canto del cigno delle politiche rivolte agli italiani nel mondo”
“I tagli si ripercuoteranno sull’Italia – ha concluso Porta – e dobbiamo tenere alta l’attenzione su ciò che sta avvenendo. Ciò che mi amareggia di più di questo governo è stata la decisione di concedere l’assegno sociale solo a chi risiede in Italia da 10 anni, come se l’andare all’estero fosse considerata una colpa e come se non si trattasse di italiani come gli altri”.
Interviene, nel corso del dibattito, anche Laura Garavini, deputata del Pd eletta in Europa: “Siamo qui per ascoltarvi a attraverso voi ascoltare la voce dei nostri connazionali. La nostra presenza non è solo formale”. “Ci troviamo di fronte ad un sistema di politiche contro gli italiani all’estero, in cui il governo ci dimostra il suo completo disinteresse e la Conferenza dei giovani – aggiunge – rischia di divenire un palliativo: si dice di tenere ai legami con i connazionali ma nei fatti ci si comporta in modo ben diverso. Con una volontà politica di questo tipo, - conclude la Garavini - una politica bipartisan non è assolutamente proponibile”. (Viviana Pansa – Inform)
INFORM - N. 236 - 5 dicembre 2008
Gli interventi dei parlamentari eletti all’estero
I rappresentanti degli italiani all’estero all’opposizione contestano i tagli della Finanziaria
ROMA – Sono intervenuti alcuni fra i parlamentari italiani all’eletti all’estero, a seguito della relazione del governo e di quella del Comitato di presidenza del Cgie, nel corso della prima mattinata di lavori dell’Assemblea plenaria.
“Invece del quadro di riforme che avrei voluto sentire nella relazione di governo – ha detto Marco Fedi, deputato (Pd) eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide – constato un vuoto assoluto di idee e di progetto politico da proporre in un dialogo aperto tra maggioranza e opposizione. La ripresa di questo dialogo, in un quadro che oggi è invece desolante, è l’unica possibilità di realizzare un’azione forte di contrasto alla difficile situazione che il Paese si trova ad affrontare”. L’on. Fedi sottolinea, inoltre, che la possibilità della ripresa di un confronto serio si basa sulla disponibilità al recupero delle risorse decurtate dalla Finanziaria. Altro nodo problematico: il rinnovo di Comites e Cgie nei termini previsti per legge. “Perché proporre micro-riforme dei Comites, modificati solo nel 2003, o del Cgie – domanda Fedi - senza aver ridisegnato un nuovo assetto istituzionale, e invece procedere al rinnovo, vero, autentico, di questi organismi e successivamente ridisegnare dopo che il Parlamento, le forze politiche, avranno nuovamente esplicitato la direzione in cui andrà la riforma costituzionale?”
Dello stesso avviso Franco Narducci, deputato eletto per il Pd in Europa, che aggiunge: “Prima di pensare ad un progetto di riforma occorrerebbe attuare interamente per i Comites la legge già esistente, compreso l’accreditamento di questi ultimi da parte delle autorità consolari, cosa che non sempre avviene”. Riafferma poi tutto il merito del Cgie nella programmazione della Conferenza dei giovani: “un’iniziativa complessa – aggiunge Narducci – per il processo di integrazione avanzato nei contesti di residenza dei giovani, ma da svolgersi senza ambiguità anche rispetto alle nuove forma di mobilità che riscontriamo in Italia”. Egli ritiene poi che i tagli praticati sulle politiche per gli italiani all’estero non siano limitati alla Finanziaria di cui si sta discutendo e che il problema più grande sia la sproporzione del taglio relativo a questi capitoli di spesa nel complesso della manovra.
Mirella Giai, senatrice eletta in America Latina per il Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie), ribadisce la drammaticità delle ripercussioni che i tagli produrranno tra le fasce di popolazione più debole. “Non tutti i connazionali residenti in Argentina hanno fatto fortuna – chiarisce la Giai – e c’è chi vive unicamente dell’assistenza che riceve dall’Italia”. “Come possiamo dire ai nostri giovani – si chiede – che l’Italia è la nostra patria e si cura dei nostri interessi se ci nega completamente il sostegno che ci era stato promesso?”
“La nostra non è una politica di opposizione – ha spiegato Ricardo Merlo (Maie), deputato eletto in America Latina – ma ci opponiamo piuttosto ai provvedimenti che ledono i nostri interessi. Razionalizzare non vuol dire necessariamente tagliare, ma quello che ci impedisce di condividere questa Finanziaria è la mancanza di un progetto politico per gli italiani all’estero. Possiamo essere disposti a fare dei sacrifici, ma solo alla luce di un obiettivo che in questa manovra ci pare completamente assente”.
Interviene anche Claudio D’Amico, deputato eletto in Italia per la Lega Nord e membro della Commissione Bilancio, che ricorda la difficoltà economica internazionale “che ci costringe a fare le cose utilizzando meno fondi possibili. Non è corretto dire che il governo abbandona gli italiani all’estero perché è la nostra coalizione politica ad aver contribuito alla nascita della rappresentanza politica da loro espressa”. “Coloro che coltivano l’identità italiana all’estero – ha concluso D’Amico – lo fanno indipendentemente dai contributi erogati dallo Stato”.
“Se la Lega appoggia il federalismo come principio – ha replicato il deputato Fabio Porta, eletto per il Pd in America Latina – dovrebbe per i connazionali all’estero stanziare un contributo proporzionale a ciò che da essi ha ricevuto e quindi ben superiore ai 40 milioni di euro di cui oggi si parla”. “Questo Cgie si riunisce in un momento molto delicato – ha proseguito Porta – per la grave crisi attraversata dal Paese e alla vigilia della prima Conferenza dei giovani italiani all’estero, che rischia di trasformarsi nel canto del cigno delle politiche rivolte agli italiani nel mondo”
“I tagli si ripercuoteranno sull’Italia – ha concluso Porta – e dobbiamo tenere alta l’attenzione su ciò che sta avvenendo. Ciò che mi amareggia di più di questo governo è stata la decisione di concedere l’assegno sociale solo a chi risiede in Italia da 10 anni, come se l’andare all’estero fosse considerata una colpa e come se non si trattasse di italiani come gli altri”.
Interviene, nel corso del dibattito, anche Laura Garavini, deputata del Pd eletta in Europa: “Siamo qui per ascoltarvi a attraverso voi ascoltare la voce dei nostri connazionali. La nostra presenza non è solo formale”. “Ci troviamo di fronte ad un sistema di politiche contro gli italiani all’estero, in cui il governo ci dimostra il suo completo disinteresse e la Conferenza dei giovani – aggiunge – rischia di divenire un palliativo: si dice di tenere ai legami con i connazionali ma nei fatti ci si comporta in modo ben diverso. Con una volontà politica di questo tipo, - conclude la Garavini - una politica bipartisan non è assolutamente proponibile”. (Viviana Pansa – Inform)
INFORM - N. 236 - 5 dicembre 2008
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
L'ON. DI BIAGIO (Pdl) SUI CONTRATTISTI MAE: NECESSARI PROVVEDIMENTI URGENTI
"Abbiamo sollecitato l’intervento repentino del ministro Frattini affinché venga fatta definitivamente chiarezza sullo status di centinaia di dipendenti della rete diplomatico-consolare italiana,
di cittadinanza italiana e straniera, aventi contratto regolato dalla legge locale e nei confronti dei quali sussiste una chiara violazione delle garanzie e dei diritti tracciati dall’ordinamento comunitario". Così si è espresso in una nota, l’on. Aldo Di Biagio, deputato del PdL eletto nella Ripartizione Europa, all’indomani della sottoposizione in Commissione Esteri del testo dell’interrogazione a risposta immediata al ministro Frattini, sottoscritta anche dall’on. Guglielmo Picchi, sulla situazione di discriminazione e di complessa difficoltà contrattuale che si ritrovano a dover sostenere i contrattualizzati del MAE, assunti successivamente all’entrata in vigore del D. Lgs n. 103 del 2000.
"Il trattamento giuridico ed economico degli impiegati a contratto regolato dalla legge locale", afferma oggi Di Biagio, "è fortemente differenziato rispetto a quello riservato agli impiegati a contratto regolato dalla legge italiana che svolgono analoghe mansioni e sono inquadrati in posizioni comparabili. A tale aspetto", prosegue, "va aggiunto che gli impiegati con contratto locale nell’ambito della disciplina dei diritti sindacali sono esclusi dal diritto di elettorato attivo e passivo ai fini della costituzione delle Rappresentanze sindacali unitarie (RSU), lasciando emergere una chiara discriminazione basata sulla nazionalità ed in quanto tale in contrasto con l’art. 39 del Trattato UE e dell’art.8 del Regolamento (Cee) del Consiglio 15 ottobre 1968, n. 1612,m relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno del territorio della Comunità Europea".
"Ulteriore aspetto va rintracciato nel fatto che gli impiegati a contratto assunti successivamente all’entrata in vigore del decreto 103, aventi contratto regolato dalla legge locale", aggiunge il deputato eletto all’estero, "non hanno la facoltà di optare per la normativa regolante il contratto, con ovvi riflessi sulla tutela e sul rispetto dei diritti sanciti in sede comunitaria".
"In virtù di tali aspetti", conclude l’on. Di Biagio, "chiediamo al ministro Frattini di accertarsi delle fattispecie contrattuale tracciate e di promuovere adeguati provvedimenti al fine di colmare il limite normativo che condiziona lo status degli impiegati del MAE aventi contratto regolato dalla legge locale, oggetto di evidenti discriminazione e di chiare violazione del diritto comunitario".
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=476&Itemid=40
"Abbiamo sollecitato l’intervento repentino del ministro Frattini affinché venga fatta definitivamente chiarezza sullo status di centinaia di dipendenti della rete diplomatico-consolare italiana,
di cittadinanza italiana e straniera, aventi contratto regolato dalla legge locale e nei confronti dei quali sussiste una chiara violazione delle garanzie e dei diritti tracciati dall’ordinamento comunitario". Così si è espresso in una nota, l’on. Aldo Di Biagio, deputato del PdL eletto nella Ripartizione Europa, all’indomani della sottoposizione in Commissione Esteri del testo dell’interrogazione a risposta immediata al ministro Frattini, sottoscritta anche dall’on. Guglielmo Picchi, sulla situazione di discriminazione e di complessa difficoltà contrattuale che si ritrovano a dover sostenere i contrattualizzati del MAE, assunti successivamente all’entrata in vigore del D. Lgs n. 103 del 2000.
"Il trattamento giuridico ed economico degli impiegati a contratto regolato dalla legge locale", afferma oggi Di Biagio, "è fortemente differenziato rispetto a quello riservato agli impiegati a contratto regolato dalla legge italiana che svolgono analoghe mansioni e sono inquadrati in posizioni comparabili. A tale aspetto", prosegue, "va aggiunto che gli impiegati con contratto locale nell’ambito della disciplina dei diritti sindacali sono esclusi dal diritto di elettorato attivo e passivo ai fini della costituzione delle Rappresentanze sindacali unitarie (RSU), lasciando emergere una chiara discriminazione basata sulla nazionalità ed in quanto tale in contrasto con l’art. 39 del Trattato UE e dell’art.8 del Regolamento (Cee) del Consiglio 15 ottobre 1968, n. 1612,m relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno del territorio della Comunità Europea".
"Ulteriore aspetto va rintracciato nel fatto che gli impiegati a contratto assunti successivamente all’entrata in vigore del decreto 103, aventi contratto regolato dalla legge locale", aggiunge il deputato eletto all’estero, "non hanno la facoltà di optare per la normativa regolante il contratto, con ovvi riflessi sulla tutela e sul rispetto dei diritti sanciti in sede comunitaria".
"In virtù di tali aspetti", conclude l’on. Di Biagio, "chiediamo al ministro Frattini di accertarsi delle fattispecie contrattuale tracciate e di promuovere adeguati provvedimenti al fine di colmare il limite normativo che condiziona lo status degli impiegati del MAE aventi contratto regolato dalla legge locale, oggetto di evidenti discriminazione e di chiare violazione del diritto comunitario".
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=476&Itemid=40
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
SENATO
Iniziato in Aula il dibattito sulla Finanziaria. Il 12 dicembre il voto finale
Nino Randazzo (Pd) : “Azione punitiva del governo Berlusconi contro gli italiani all'estero”
“Nel futuro dei giovani di origine italiana c’è un vuoto assoluto d’iniziativa pubblica”
ROMA - Iniziata questa mattina nell’Aula del Senato la discussione generale sulla Finanziaria 2009, che verrà votata – secondo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo – nella mattinata di venerdì 12 dicembre.
In sede di dibattito è intervenuto Nino Randazzo, senatore del Pd eletto nella Circoscrizione Estero, che ha parlato di “azione punitiva del governo Berlusconi contro gli italiani all'estero”.
“Forse, anzi senza troppi “forse” – ha esordito l’esponente Pd - il passaggio in quest’aula della Finanziaria 2009 – che poi nel nuovo impianto di base triennale, con una folle blindatura, dovrebbe estendersi in sequenza peggiorativa anche al 2010 e 2011 – è già stato deciso e sigillato in altro tempo e altro luogo,dove, a quanto pare, vigono la volontà e la norma di ignorare alcune delle più impellenti esigenze ed elementari aspirazioni degli italiani in patria e all’estero. Ciò non può costringere molti di noi a fare la parte dei ciambellani e rinunciare alla denuncia forte e circostanziata di un documento che, pur in un clima generale di crisi economica, poteva e doveva essere più equilibrato e meno punitivo”
Per Randazzo “questa Finanziaria, fra l’altro, rappresenta, per le politiche per gli italiani all’estero, un immeritato colpo di una pesantezza senza precedenti”. Giacché , ha ricordato, “in un bilancio della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Esteri, un bilancio già ridotto all’osso, di 73 milioni di euro per l’anno ancora in corso, sono stati apportati senza necessità, senza logica e senza criterio tagli complessivi per circa 45 milioni, colpendo in maniera singolarmente selvaggia i contributi per i corsi di lingua e cultura, ridotti da 34 milioni a 14 milioni e mezzo di euro, e i contributi per l’assistenza diretta e indiretta ai connazionali indigenti fuori d’Italia, che passano da 31 milioni a meno di 12 milioni di euro”. E “se a questo si aggiunge l’altro scriteriato taglio di 92 milioni nel bilancio della Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, che contribuirà ad incidere ancora più negativamente sull’immagine dell’Italia all’estero, ci si trova di fronte – ha detto il senatore - allo smantellamento del sistema “italiani nel mondo”, come è stato faticosamente costruito da mezzo secolo e come lo conosciamo oggi”.
Nino Randazzo si è soffermato su un paio di punti: “Il primo è che i tagli di 45 milioni di euro nel bilancio della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie rappresenta una cifra, che è sì questione di vita o di morte per le strutture degli italiani nel mondo, ma è di tale esiguità nel contesto generale della Legge Finanziaria da poterla giudicare solo come espressione di una volontà politica punitiva e vendicativa nei confronti degli italiani nel mondo. Perché una cifra di tale esiguità potrebbe essere, almeno parzialmente, recuperata nelle pieghe del bilancio, così come avvenne per l’ultima Finanziaria, quella dell’anno ancora in corso, del precedente governo. Il secondo punto è che il taglio di 19 milioni e mezzo di euro nei contributi agli enti gestori dei corsi di lingua e cultura e il quasi azzeramento pratico dei contributi per le attività culturali gestite dalle rappresentanze consolari – da 3 milioni e mezzo a 996 mila euro – vengono a contraddire e vanificare le stesse prese di posizione ufficiali del governo, e in particolare del ministro Frattini, circa una ripresa dell’iniziativa culturale italiana nel mondo”.
“Ma di quale iniziativa si parla – ha chiesto polemicamente Randazzo - se l’Italia non ha avuto finora, e men che meno l’avrà d’ora in avanti, una coerente e coordinata politica culturale degna del nome? Se dobbiamo solo vergognarci quando le nostre politiche culturali all’estero sono messe a confronto con quelle di Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda, Grecia e di un’altra ventina di Paesi di cui siamo fanalino di coda? Se la maggioranza dei corsi d’italiano all’estero dovrà ora venire soppressa, le scuole dovranno letteralmente chiudere?”.
Per quanto poi riguarda i giovani d’origine italiana - “che in questi giorni per ironica coincidenza con la discussione della Finanziaria 2009 si riuniscono a Roma grazie allo stanziamento di 2 milioni di euro del governo Prodi decurtato di 600 mila euro da questo governo” – Randazzo ha rimarcato che “nel loro futuro c’è un vuoto assoluto d’iniziativa pubblica, non c'è più alcuna trasmissione di lingue e cultura, non c’è nessuna politica di recupero linguistico e culturale delle nuove generazioni”. Randazzo ha puntato l’indice contro “chi nella maggioranza non perde occasione di agitare il tricolore, si riempie la bocca di “italianità”, “identità italiana” nel mondo, “italiani all’estero risorsa dell’Italia”, “ambasciatori di cultura”, “promotori del Made in Italy”, e poi in quest’aula, come già alla Camera, non arrossisce nel votare una misura che, negando un contributo quasi insignificante nel contesto del bilancio dello Stato, distrugge i corsi di quella lingua che è ragion d’essere dell’identità culturale, della stessa presenza italiana all’estero”.
INFORM - N. 238 - 9 dicembre 2008
Iniziato in Aula il dibattito sulla Finanziaria. Il 12 dicembre il voto finale
Nino Randazzo (Pd) : “Azione punitiva del governo Berlusconi contro gli italiani all'estero”
“Nel futuro dei giovani di origine italiana c’è un vuoto assoluto d’iniziativa pubblica”
ROMA - Iniziata questa mattina nell’Aula del Senato la discussione generale sulla Finanziaria 2009, che verrà votata – secondo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo – nella mattinata di venerdì 12 dicembre.
In sede di dibattito è intervenuto Nino Randazzo, senatore del Pd eletto nella Circoscrizione Estero, che ha parlato di “azione punitiva del governo Berlusconi contro gli italiani all'estero”.
“Forse, anzi senza troppi “forse” – ha esordito l’esponente Pd - il passaggio in quest’aula della Finanziaria 2009 – che poi nel nuovo impianto di base triennale, con una folle blindatura, dovrebbe estendersi in sequenza peggiorativa anche al 2010 e 2011 – è già stato deciso e sigillato in altro tempo e altro luogo,dove, a quanto pare, vigono la volontà e la norma di ignorare alcune delle più impellenti esigenze ed elementari aspirazioni degli italiani in patria e all’estero. Ciò non può costringere molti di noi a fare la parte dei ciambellani e rinunciare alla denuncia forte e circostanziata di un documento che, pur in un clima generale di crisi economica, poteva e doveva essere più equilibrato e meno punitivo”
Per Randazzo “questa Finanziaria, fra l’altro, rappresenta, per le politiche per gli italiani all’estero, un immeritato colpo di una pesantezza senza precedenti”. Giacché , ha ricordato, “in un bilancio della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Esteri, un bilancio già ridotto all’osso, di 73 milioni di euro per l’anno ancora in corso, sono stati apportati senza necessità, senza logica e senza criterio tagli complessivi per circa 45 milioni, colpendo in maniera singolarmente selvaggia i contributi per i corsi di lingua e cultura, ridotti da 34 milioni a 14 milioni e mezzo di euro, e i contributi per l’assistenza diretta e indiretta ai connazionali indigenti fuori d’Italia, che passano da 31 milioni a meno di 12 milioni di euro”. E “se a questo si aggiunge l’altro scriteriato taglio di 92 milioni nel bilancio della Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, che contribuirà ad incidere ancora più negativamente sull’immagine dell’Italia all’estero, ci si trova di fronte – ha detto il senatore - allo smantellamento del sistema “italiani nel mondo”, come è stato faticosamente costruito da mezzo secolo e come lo conosciamo oggi”.
Nino Randazzo si è soffermato su un paio di punti: “Il primo è che i tagli di 45 milioni di euro nel bilancio della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie rappresenta una cifra, che è sì questione di vita o di morte per le strutture degli italiani nel mondo, ma è di tale esiguità nel contesto generale della Legge Finanziaria da poterla giudicare solo come espressione di una volontà politica punitiva e vendicativa nei confronti degli italiani nel mondo. Perché una cifra di tale esiguità potrebbe essere, almeno parzialmente, recuperata nelle pieghe del bilancio, così come avvenne per l’ultima Finanziaria, quella dell’anno ancora in corso, del precedente governo. Il secondo punto è che il taglio di 19 milioni e mezzo di euro nei contributi agli enti gestori dei corsi di lingua e cultura e il quasi azzeramento pratico dei contributi per le attività culturali gestite dalle rappresentanze consolari – da 3 milioni e mezzo a 996 mila euro – vengono a contraddire e vanificare le stesse prese di posizione ufficiali del governo, e in particolare del ministro Frattini, circa una ripresa dell’iniziativa culturale italiana nel mondo”.
“Ma di quale iniziativa si parla – ha chiesto polemicamente Randazzo - se l’Italia non ha avuto finora, e men che meno l’avrà d’ora in avanti, una coerente e coordinata politica culturale degna del nome? Se dobbiamo solo vergognarci quando le nostre politiche culturali all’estero sono messe a confronto con quelle di Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda, Grecia e di un’altra ventina di Paesi di cui siamo fanalino di coda? Se la maggioranza dei corsi d’italiano all’estero dovrà ora venire soppressa, le scuole dovranno letteralmente chiudere?”.
Per quanto poi riguarda i giovani d’origine italiana - “che in questi giorni per ironica coincidenza con la discussione della Finanziaria 2009 si riuniscono a Roma grazie allo stanziamento di 2 milioni di euro del governo Prodi decurtato di 600 mila euro da questo governo” – Randazzo ha rimarcato che “nel loro futuro c’è un vuoto assoluto d’iniziativa pubblica, non c'è più alcuna trasmissione di lingue e cultura, non c’è nessuna politica di recupero linguistico e culturale delle nuove generazioni”. Randazzo ha puntato l’indice contro “chi nella maggioranza non perde occasione di agitare il tricolore, si riempie la bocca di “italianità”, “identità italiana” nel mondo, “italiani all’estero risorsa dell’Italia”, “ambasciatori di cultura”, “promotori del Made in Italy”, e poi in quest’aula, come già alla Camera, non arrossisce nel votare una misura che, negando un contributo quasi insignificante nel contesto del bilancio dello Stato, distrugge i corsi di quella lingua che è ragion d’essere dell’identità culturale, della stessa presenza italiana all’estero”.
INFORM - N. 238 - 9 dicembre 2008
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
SERA (UIM): ITALIANI ALL'ESTERO IGNORATI DAL GOVERNO
"Incredibile ma vero! Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero si è riunito a Roma in assemblea plenaria da venerdì 5 dicembre, e per tutto il lungo fine settimana dell’Immacolata, per discutere dei tagli che hanno colpito e colpiranno gli italiani all’estero
(ICI, assegno sociale, corsi di lingua e cultura italiana, assistenza agli emigrati indigenti, ecc.) ma anche per preparare la Prima Conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo che si inaugura domani mattina alla Camera dei Deputati alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Gli stessi giovani italiani che parteciperanno alla Conferenza sono arrivati a Roma da tutto il mondo fin da domenica scorsa 7 dicembre e si stanno incontrando presso la FAO in riunioni di Paese, continentali e tematiche per preparare la Conferenza stessa. Ebbene, né il Cgie né i 424 giovani presenti a Roma hanno ancora visto un rappresentante del governo italiano". È quanto rileva oggi Alberto Sera, Segretario Generale della UIM, secondo cui "anche da questo ignorare il Cgie ed i giovani è evidente il disinteresse che il governo italiano dimostra per gli emigrati e di coloro che vivono all’estero, a partire dal senatore Alfredo Mantica, Sottosegretario al MAE con delega agli italiani nel mondo".
"Probabilmente – riconosce Sera – in questi giorni, visto le numerose deleghe, ricevute dal Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, il senatore Mantica potrà essere stato anche in tutt’altre faccende affaccendato ma, se così anche fosse, non sarebbe il caso che restituisse al Ministro la delega per gli italiani all’estero a beneficio di qualche altro suo collega, magari più interessato nei confronti delle comunità italiane nel mondo?".
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=486&Itemid=40
"Incredibile ma vero! Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero si è riunito a Roma in assemblea plenaria da venerdì 5 dicembre, e per tutto il lungo fine settimana dell’Immacolata, per discutere dei tagli che hanno colpito e colpiranno gli italiani all’estero
(ICI, assegno sociale, corsi di lingua e cultura italiana, assistenza agli emigrati indigenti, ecc.) ma anche per preparare la Prima Conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo che si inaugura domani mattina alla Camera dei Deputati alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Gli stessi giovani italiani che parteciperanno alla Conferenza sono arrivati a Roma da tutto il mondo fin da domenica scorsa 7 dicembre e si stanno incontrando presso la FAO in riunioni di Paese, continentali e tematiche per preparare la Conferenza stessa. Ebbene, né il Cgie né i 424 giovani presenti a Roma hanno ancora visto un rappresentante del governo italiano". È quanto rileva oggi Alberto Sera, Segretario Generale della UIM, secondo cui "anche da questo ignorare il Cgie ed i giovani è evidente il disinteresse che il governo italiano dimostra per gli emigrati e di coloro che vivono all’estero, a partire dal senatore Alfredo Mantica, Sottosegretario al MAE con delega agli italiani nel mondo".
"Probabilmente – riconosce Sera – in questi giorni, visto le numerose deleghe, ricevute dal Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, il senatore Mantica potrà essere stato anche in tutt’altre faccende affaccendato ma, se così anche fosse, non sarebbe il caso che restituisse al Ministro la delega per gli italiani all’estero a beneficio di qualche altro suo collega, magari più interessato nei confronti delle comunità italiane nel mondo?".
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=486&Itemid=40
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
ITALIANI ALL'ESTERO: "ARRANGIATEVI". OGGI SU "LA STAMPA"
"Abbiamo visto gli studenti affollare piazze e strade italiane per protestare conto i tagli imposti dai provvedimenti decisi dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini sulle scuole e sulle università.
Abbiamo visto in questi ultimi giorni infiammarsi anche la Grecia con manifestazioni finite nel sangue sempre per la scuola. Sta accadendo anche qualcos'altro: da oltre un mese gli italiani di tutto il mondo provano a far sentire la loro voce contro i tagli ai finanziamenti alla comunità italiana all'estero. Il governo ha deciso di stanziare nella Finanziaria 2009 il 66% in meno dei fondi, il che vuol dire cancellare i corsi seguiti da circa 500 mila italiani all'estero, i due terzi del totale". Inizia così l’articolo a firma di Flavia Amabile, pubblicato oggi sul quotidiano di Torino "La Stampa".
"In segno di protesta – ricorda la giornalista – la settimana scorsa in Svizzera sono stati occupati i consolati di Basilea e Losanna, una folla di persone è scesa per le strade di Zurigo, e agitazioni ci sono state a Ginevra e Neuchatel. E bisogna pensare che è davvero una causa sentita quella dei corsi di italiano per riuscire a invadere la compassata comunità elvetica alle prese con questa sorta di "Onda" italiana all'estero. E poi manifestazioni in tutto il mondo, dal Sudafrica al Brasile. Il governo finge di non sentire e domani sono previste nuove iniziative organizzate dai sindacati degli italiani all'estero".
"Possibilità di rimediare ne esistono poche", osserva la Amabile. "Ci aveva provato l'onorevole Narducci del Pd. "I genitori vogliono che i propri figli continuino a mantenere il legame con la loro lingua, che è veicolo di cultura, valori e italianità", aveva spiegato e aveva presentato un emendamento da 40 milioni di euro da prelevare al ministero dell'Economia, da vari capitoli di spesa, per costituire un fondo da destinare alla Direzione Generale degli italiani all'estero. Più o meno era la cifra dei tagli decisi ma la maggioranza l'ha bocciato e non se ne è fatto nulla".
"Il punto – si legge ancora nell’articolo – è che il governo taglia anche i fondi per gli italiani all'estero con più di 65 anni. Allora l’on. Narducci ha presentato un Ordine del Giorno che impegna il Governo "ad effettuare una verifica sull’indigenza riguardante i cittadini italiani residenti all’estero e a ripristinare, nel quadro della legge finanziaria 2009-2011, le risorse economiche occorrenti per fronteggiare la povertà che colpisce i nostri connazionali appartenenti soprattutto alla fascia di popolazione anziana, in un quadro di regole rigorose e condivise".
da http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=487&Itemid=40
"Abbiamo visto gli studenti affollare piazze e strade italiane per protestare conto i tagli imposti dai provvedimenti decisi dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini sulle scuole e sulle università.
Abbiamo visto in questi ultimi giorni infiammarsi anche la Grecia con manifestazioni finite nel sangue sempre per la scuola. Sta accadendo anche qualcos'altro: da oltre un mese gli italiani di tutto il mondo provano a far sentire la loro voce contro i tagli ai finanziamenti alla comunità italiana all'estero. Il governo ha deciso di stanziare nella Finanziaria 2009 il 66% in meno dei fondi, il che vuol dire cancellare i corsi seguiti da circa 500 mila italiani all'estero, i due terzi del totale". Inizia così l’articolo a firma di Flavia Amabile, pubblicato oggi sul quotidiano di Torino "La Stampa".
"In segno di protesta – ricorda la giornalista – la settimana scorsa in Svizzera sono stati occupati i consolati di Basilea e Losanna, una folla di persone è scesa per le strade di Zurigo, e agitazioni ci sono state a Ginevra e Neuchatel. E bisogna pensare che è davvero una causa sentita quella dei corsi di italiano per riuscire a invadere la compassata comunità elvetica alle prese con questa sorta di "Onda" italiana all'estero. E poi manifestazioni in tutto il mondo, dal Sudafrica al Brasile. Il governo finge di non sentire e domani sono previste nuove iniziative organizzate dai sindacati degli italiani all'estero".
"Possibilità di rimediare ne esistono poche", osserva la Amabile. "Ci aveva provato l'onorevole Narducci del Pd. "I genitori vogliono che i propri figli continuino a mantenere il legame con la loro lingua, che è veicolo di cultura, valori e italianità", aveva spiegato e aveva presentato un emendamento da 40 milioni di euro da prelevare al ministero dell'Economia, da vari capitoli di spesa, per costituire un fondo da destinare alla Direzione Generale degli italiani all'estero. Più o meno era la cifra dei tagli decisi ma la maggioranza l'ha bocciato e non se ne è fatto nulla".
"Il punto – si legge ancora nell’articolo – è che il governo taglia anche i fondi per gli italiani all'estero con più di 65 anni. Allora l’on. Narducci ha presentato un Ordine del Giorno che impegna il Governo "ad effettuare una verifica sull’indigenza riguardante i cittadini italiani residenti all’estero e a ripristinare, nel quadro della legge finanziaria 2009-2011, le risorse economiche occorrenti per fronteggiare la povertà che colpisce i nostri connazionali appartenenti soprattutto alla fascia di popolazione anziana, in un quadro di regole rigorose e condivise".
da http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=487&Itemid=40
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
CONFERENZA MONDIALE DEI GIOVANI ITALIANI ALL'ESTERO: OGGI APERTURA UFFICIALE
Per i connazionali dai 18 ai 35 provenienti da tutto il mondo la settimana dei lavori per la Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all'estero è iniziata due giorni fa, lunedì: ma è oggi che la Conferenza si apre in maniera ufficiale.
I 440 giovani italiani provenienti dall'estero, insieme ai 200 e passa coetanei italiani, rappresentanti delle associazioni e delle regioni, "occuperano" domani i seggi di Montecitorio, sui quali di solito si siedono i parlamentari.
La Conferenza inizierà alle 10: interverranno il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il presidente del Senato, Renato Schifani, e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Alle 12,00 i giovani si trasferiranno alla Fao, dove è prevista anche la colazione.
Un gruppo di giovani, invece, saranno accompagnati in Via Teulada, alla sede della Rai, per partecipare a una trasmissione che andrà in onda su Rai Due. Il loro ritorno alla Fao è previsto per le 15:30 circa, quando inizierà la Plenaria, con gli interventi di 15 delegati (5 per ogni Area geografica).
Prima dell'inizio della Plenaria, previsto il saluto del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, poi l'intervento del Segretario Generale del Cgie, e del Presidente Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
Alle 15:00, la relazione del Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini.
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=494&Itemid=40
Per i connazionali dai 18 ai 35 provenienti da tutto il mondo la settimana dei lavori per la Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all'estero è iniziata due giorni fa, lunedì: ma è oggi che la Conferenza si apre in maniera ufficiale.
I 440 giovani italiani provenienti dall'estero, insieme ai 200 e passa coetanei italiani, rappresentanti delle associazioni e delle regioni, "occuperano" domani i seggi di Montecitorio, sui quali di solito si siedono i parlamentari.
La Conferenza inizierà alle 10: interverranno il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il presidente del Senato, Renato Schifani, e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Alle 12,00 i giovani si trasferiranno alla Fao, dove è prevista anche la colazione.
Un gruppo di giovani, invece, saranno accompagnati in Via Teulada, alla sede della Rai, per partecipare a una trasmissione che andrà in onda su Rai Due. Il loro ritorno alla Fao è previsto per le 15:30 circa, quando inizierà la Plenaria, con gli interventi di 15 delegati (5 per ogni Area geografica).
Prima dell'inizio della Plenaria, previsto il saluto del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, poi l'intervento del Segretario Generale del Cgie, e del Presidente Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
Alle 15:00, la relazione del Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini.
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=494&Itemid=40
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
MINISTRO FRATTINI. IL GOVERNO DA IMPORTANZA AGLI ITALIANI ALL'ESTERO
Roma - In occasione della cerimonia inaugurale della prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo, Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri, ha tenuto un discorso alla Camera dei deputati. "Voi tutti sapete che nel mese di luglio scorso abbiamo preso a cuore questa iniziativa che oggi 10 dicembre vede la luce. Data che coincide l'anniversario della nascita della Carta internazionale dei diritti dell'uomo". "Questo convegno - ha continuato Frattini - è la dimostrazione che il governo italiano dà importanza agli italiani all'estero, che vedo hanno una grande voglia d'Italia, di crescere insieme attraverso le varie generazioni".
Il Ministero in preparazione a questo Convegno aveva dato vita ad un blog "che ha avuto un grande successo e si è rivelato uno strumento utilissimo per questi lavori. Credo che questo strumento non andrà disperso". Il ministro poi è passato al nodo centrale di questa Conferenza: "Il senso di questa conferenza è far capire che gli italiani all'estero e in particolare i giovani, sono una parte integrante del nostro sistema paese. Vi consideriamo veri ambasciatori dell'Italia nel mondo e l'Italia ha il dovere di valorizzare voi".
"Credo che l'esportazione di talenti italiani, possa mettere in vetrina a livello internazionale le nostre qualità. Io nella mia esperienza all'estero ho avuto modo di incontrare giovani che tengono alto il nome dell'Italia e oggi questa conferenza dimostra, in una situazione di crisi, il rafforzamento dell'attaccamento verso le comunità degli italiani all'estero e in particolare ai giovani".
Franco Frattini ha poi elencato i cinque temi su cui si soffermeranno e dibatteranno i giovani in questa conferenza: "italianità; lingua e cultura italiana; informazione e comunicazione; rappresentanza e partecipazione; lavoro".
"Ci dobbiamo sentire tutti parte di un sistema coordinato, voi in particolare. Noi dobbiamo aiutare tutti insieme l'immagine dell'Italia a crescere nel mondo. Dobbiamo essere coscienti che il vostro successo all'estero si traduce in maniera immediata in un valore aggiunto per il nostro paese. La lingua, poi - ha continuato Frattini - è il segnale immediato della nostra collettività ed è uno strumento che va salvaguardato, anche attraverso le nuove comunicazioni. Le risorse, non mi nascondo, sono scarse. Ma non possiamo arrenderci. Dobbiamo fare una razionalizzazione".
"Vi è una crisi finanziaria globale - ha poi confermato il ministro - a cui i governi del mondo stanno cercando delle risposte. Io non sono pessimista. Molti giovani che lavorano all'estero mi trasmettono un messaggio rassicurante, credono nelle potenzialità del nostro paese. Contiamo di creare un nuovo percorso per le nostre comunità all'estero, e lo vogliamo fare ascoltando, iniziando già da oggi a questa conferenza dei giovani, anche perché la metà degli italiani all'estero è sotto i 35 anni". In conclusione il ministro Frattini, nonostante sia una conferenza dedicata i giovani, tiene a ribadire il contributo degli ‘anziani': "Credo si debba riservare un tributo anche ai meno giovani, i pionieri della collettività italiana nel mondo. Non possiamo cancellare la memoria di questi meno giovani, per riconoscenza. Anche grazie a loro l'Italia è collocata ai vertici del mondo. Ecco perché abbiamo deciso di creare un museo dell'emigrazione italiana che aprirà al Vittoriano il 2 giugno prossimo".
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=495&Itemid=40
Roma - In occasione della cerimonia inaugurale della prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo, Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri, ha tenuto un discorso alla Camera dei deputati. "Voi tutti sapete che nel mese di luglio scorso abbiamo preso a cuore questa iniziativa che oggi 10 dicembre vede la luce. Data che coincide l'anniversario della nascita della Carta internazionale dei diritti dell'uomo". "Questo convegno - ha continuato Frattini - è la dimostrazione che il governo italiano dà importanza agli italiani all'estero, che vedo hanno una grande voglia d'Italia, di crescere insieme attraverso le varie generazioni".
Il Ministero in preparazione a questo Convegno aveva dato vita ad un blog "che ha avuto un grande successo e si è rivelato uno strumento utilissimo per questi lavori. Credo che questo strumento non andrà disperso". Il ministro poi è passato al nodo centrale di questa Conferenza: "Il senso di questa conferenza è far capire che gli italiani all'estero e in particolare i giovani, sono una parte integrante del nostro sistema paese. Vi consideriamo veri ambasciatori dell'Italia nel mondo e l'Italia ha il dovere di valorizzare voi".
"Credo che l'esportazione di talenti italiani, possa mettere in vetrina a livello internazionale le nostre qualità. Io nella mia esperienza all'estero ho avuto modo di incontrare giovani che tengono alto il nome dell'Italia e oggi questa conferenza dimostra, in una situazione di crisi, il rafforzamento dell'attaccamento verso le comunità degli italiani all'estero e in particolare ai giovani".
Franco Frattini ha poi elencato i cinque temi su cui si soffermeranno e dibatteranno i giovani in questa conferenza: "italianità; lingua e cultura italiana; informazione e comunicazione; rappresentanza e partecipazione; lavoro".
"Ci dobbiamo sentire tutti parte di un sistema coordinato, voi in particolare. Noi dobbiamo aiutare tutti insieme l'immagine dell'Italia a crescere nel mondo. Dobbiamo essere coscienti che il vostro successo all'estero si traduce in maniera immediata in un valore aggiunto per il nostro paese. La lingua, poi - ha continuato Frattini - è il segnale immediato della nostra collettività ed è uno strumento che va salvaguardato, anche attraverso le nuove comunicazioni. Le risorse, non mi nascondo, sono scarse. Ma non possiamo arrenderci. Dobbiamo fare una razionalizzazione".
"Vi è una crisi finanziaria globale - ha poi confermato il ministro - a cui i governi del mondo stanno cercando delle risposte. Io non sono pessimista. Molti giovani che lavorano all'estero mi trasmettono un messaggio rassicurante, credono nelle potenzialità del nostro paese. Contiamo di creare un nuovo percorso per le nostre comunità all'estero, e lo vogliamo fare ascoltando, iniziando già da oggi a questa conferenza dei giovani, anche perché la metà degli italiani all'estero è sotto i 35 anni". In conclusione il ministro Frattini, nonostante sia una conferenza dedicata i giovani, tiene a ribadire il contributo degli ‘anziani': "Credo si debba riservare un tributo anche ai meno giovani, i pionieri della collettività italiana nel mondo. Non possiamo cancellare la memoria di questi meno giovani, per riconoscenza. Anche grazie a loro l'Italia è collocata ai vertici del mondo. Ecco perché abbiamo deciso di creare un museo dell'emigrazione italiana che aprirà al Vittoriano il 2 giugno prossimo".
http://news.laltraitalia.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=495&Itemid=40
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
Credo che la maggior parte degli italiani residenti in patria ha dimenticato la montagna di risorse che dall'estero arrivano in Italia (turismo di ritorno, pensioni pagate agli ex-emigrati residenti in Italia - 4,1 miliardi l'anno, le importazioni dall'Italia dei prodotti agro-alimentari destinati alla ristorazione) e che i corsi d'italiano sono destinati ai ragazzi italiani nati all'estero / cittadini italiani. Per questo motivo trovo gravissimo il fatto che vengano effettuati tagli così pesanti.
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
Vittorio Feltri contro i Giovani Italiani nel mondo: "Importiamo papponi"
Thu, 11 Dec 2008 09:50:00
Libero, il quotidiano di Vittorio Feltri, dedica l'apertura di oggi alla Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani all'Estero. Giovani che, secondo Feltri, sono venuti a Roma "per parlare del nulla e spendere denaro pubblico"
Oggi il quotidiano di Vittorio Feltri apre con un titolo a caratteri cubitali: "Importiamo papponi". Sottotitolo: "Seicento giovani convocati per una settimana a Roma da tutto il mondo. A discutere sul nulla e a spendere denaro pubblico. L'idea è stata di Prodi - si legge ancora nel sottotitolo -, questo governo l'ha attuata".
In altri tempi la notizia sarebbe passata inosservata. Oggi invece con questi chiari di luna induce a riflettere. Riassumo.
Il governo Prodi, prima di essere "dimissionato", promosse uno strano convegno intitolato "Giovani nel Mondo". All'epoca nessuno si domandò di che si trattasse, quanto costasse e chi pagasse. Se non che ieri il convegno è cominciato a Roma e si è scoperto l'altarino.Più di seicento ragazzotti, di cui quattrocento provenienti dall'estero, sono arrivati nella capitale e vi soggiorneranno una settimana. Tutto, comprese le spese di viaggio, a carico dello Stato che si è incollato anche l'onere di compensare gli invitati con un gettone di 350 euro.
Soldi investiti bene? La nostra cronista Elisa Calessi è andata a seguire la prima giornata di lavori e ha verificato che la discussione verte sul nulla o, se preferite, sull'incerto sesso degli angeli. Una colossale sciocchezza che si segnala soltanto per l'inutile imponenza".
Non intendiamo avviare una tardiva polemica con l'ex presidente del Consiglio, il quale probabilmente avrà dato l'ok alla manifestazione senza approfondire, firmando un sacco di scartoffie d'ordinaria amministrazione. Ma una tiratina d'orecchi agli attuali governanti, responsabili di averla confermata con facilità, va data in modo plateale. Perchè è venuto il momento di considerare il denaro pubblico con il massimo rispetto; è solo il caso di ricordare che la crisi impone un cambiamento di stile per ragioni di buon gusto e per la necessità di recuperare fondi onde aiutare chi è in difficoltà, i disoccupati e i poveri.
La demagogia non c'entra. Qui bisogna mettersi in testa un concetto elementare ben noto ad ogni famiglia ma trascurato - vizio antico - dai signori che gestiscono l'Italia: i quattrini risparmiati sono i primi guadagnati. In passato i ministri spendevano e spandevano con folle disinvoltura al punto d'aver accumulato il debito pubblico più alto d'Europa (del quale siamo tutti schiavi).
Adesso occorre una sterzata. Eccezioni al rigore o almeno alla sobrietà non sono consentite neppure per andare incontro a un gruppone di ragazzi felici di trascorrere una vacanza gratis senza essersela meritata.
Mi rendo conto che la scampagnata in questione non comporterà un esborso tale da mandarci in malora; ma dalla classe dirigente ci aspettiamo il buon esempio. O i sacrifici li facciamo tutti, e allora abbassiamo ubbidienti la testa, oppure, se costatiamo la conessione di odiosi privilegi, finiremo col ribellarci.
La regina Elisabetta ha tagliato lo stanziamento perfino per il riscaldamento; i nostri si permettono di ospitare seicento giovani a spese nostre. E' il segno che non hanno niente.
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/12507/2008-12-11.html
Thu, 11 Dec 2008 09:50:00
Libero, il quotidiano di Vittorio Feltri, dedica l'apertura di oggi alla Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani all'Estero. Giovani che, secondo Feltri, sono venuti a Roma "per parlare del nulla e spendere denaro pubblico"
Oggi il quotidiano di Vittorio Feltri apre con un titolo a caratteri cubitali: "Importiamo papponi". Sottotitolo: "Seicento giovani convocati per una settimana a Roma da tutto il mondo. A discutere sul nulla e a spendere denaro pubblico. L'idea è stata di Prodi - si legge ancora nel sottotitolo -, questo governo l'ha attuata".
In altri tempi la notizia sarebbe passata inosservata. Oggi invece con questi chiari di luna induce a riflettere. Riassumo.
Il governo Prodi, prima di essere "dimissionato", promosse uno strano convegno intitolato "Giovani nel Mondo". All'epoca nessuno si domandò di che si trattasse, quanto costasse e chi pagasse. Se non che ieri il convegno è cominciato a Roma e si è scoperto l'altarino.Più di seicento ragazzotti, di cui quattrocento provenienti dall'estero, sono arrivati nella capitale e vi soggiorneranno una settimana. Tutto, comprese le spese di viaggio, a carico dello Stato che si è incollato anche l'onere di compensare gli invitati con un gettone di 350 euro.
Soldi investiti bene? La nostra cronista Elisa Calessi è andata a seguire la prima giornata di lavori e ha verificato che la discussione verte sul nulla o, se preferite, sull'incerto sesso degli angeli. Una colossale sciocchezza che si segnala soltanto per l'inutile imponenza".
Non intendiamo avviare una tardiva polemica con l'ex presidente del Consiglio, il quale probabilmente avrà dato l'ok alla manifestazione senza approfondire, firmando un sacco di scartoffie d'ordinaria amministrazione. Ma una tiratina d'orecchi agli attuali governanti, responsabili di averla confermata con facilità, va data in modo plateale. Perchè è venuto il momento di considerare il denaro pubblico con il massimo rispetto; è solo il caso di ricordare che la crisi impone un cambiamento di stile per ragioni di buon gusto e per la necessità di recuperare fondi onde aiutare chi è in difficoltà, i disoccupati e i poveri.
La demagogia non c'entra. Qui bisogna mettersi in testa un concetto elementare ben noto ad ogni famiglia ma trascurato - vizio antico - dai signori che gestiscono l'Italia: i quattrini risparmiati sono i primi guadagnati. In passato i ministri spendevano e spandevano con folle disinvoltura al punto d'aver accumulato il debito pubblico più alto d'Europa (del quale siamo tutti schiavi).
Adesso occorre una sterzata. Eccezioni al rigore o almeno alla sobrietà non sono consentite neppure per andare incontro a un gruppone di ragazzi felici di trascorrere una vacanza gratis senza essersela meritata.
Mi rendo conto che la scampagnata in questione non comporterà un esborso tale da mandarci in malora; ma dalla classe dirigente ci aspettiamo il buon esempio. O i sacrifici li facciamo tutti, e allora abbassiamo ubbidienti la testa, oppure, se costatiamo la conessione di odiosi privilegi, finiremo col ribellarci.
La regina Elisabetta ha tagliato lo stanziamento perfino per il riscaldamento; i nostri si permettono di ospitare seicento giovani a spese nostre. E' il segno che non hanno niente.
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/12507/2008-12-11.html
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
Fri, 12 Dec 2008 08:40:00
Una risposta a Feltri. A proposito di "papponi" - di Ricky Filosa
"Questo infierire contro i giovani deridendoli e mortificandoli, nasconde forse la volontà di mantenere lo status quo? Eppure, anche da lei, direttore, abbiamo sentito dire che la classe politica va svecchiata"
Abbiamo sempre apprezzato il quotidiano "Libero" nei contenuti anticonformisti e nello stile vivace e schietto.
E' per noi di Italia chiama Italia un punto di riferimento anche formativo, per le firme di alto livello e la libertà di giudizio, tanto che spesso ne riprendiamo gli articoli sul nostro portale, quando il messaggio è condiviso o dirompente.
Ieri, però, siamo rimasti sorpresi e feriti da quell'epiteto volgare schiaffato in prima pagina a caratteri cubitali indirizzato ai giovani italiani convenuti a Roma da tutto il mondo per la prima Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all'estero.
Ci sentiamo feriti nel metodo (eccessivo il linguaggio, offensive le allusioni) e feriti nel merito (troppi pregiudizi, scarsa conoscenza dei problemi e delle nuove opportunità, solo meschini "conti della serva").
E' ovvio che la nostra ammirazione per il direttore Feltri non possa essere scalfita da una momentanea caduta di stile che reputiamo tale forse perchè troppo appassionati e coinvolti su questa tematica. Ma vorremmo provare a rispondere a quella sua "parolaccia" del tutto inappropriata ponendo anche noi qualche interrogativo.
Questo infierire contro i giovani deridendoli e mortificandoli, nasconde forse la volontà di mantenere lo status quo? Eppure, anche da lei, direttore, abbiamo sentito dire che la classe politica va svecchiata.
Se non sarà data fiducia ai tanti che vogliono partecipare e non saranno coltivate le menti migliori, il cambiamento sarà impossibile.
Perchè mettere in evidenza quelle domande-trabocchetto che qualche giovane più ingenuo o meno preparato non ha saputo gestire, e ignorare invece qualsiasi riferimento di contenuto alle parole altamente qualificanti con cui Napolitano, Fini, Schifani e Frattini hanno commosso i presenti e i telespettatori?
E' proprio sicuro, direttore, che parlare sempre e solo di soldi, di quanto si spende facendo e di quanto si risparmierebbe non facendo, alla fine non meschinizzi le sue battaglie, abbassandole a mere questioni di bottega?
Lasci che ci pensi Oscar Giannino a fare i conti al Paese.
Caro direttore, mettiamo da parte le polemiche e cerchiamo con umiltà di trarre qualche "profitto" dalla sua analisi impietosa: è la nostra prima Conferenza, direttore, non ce la distrugga; possiamo correggere qualcosa e meritare la sua stima la prossima volta. Certo, servirà una selezione più rigorosa dei partecipanti, e forse maggiori interventi in teleconferenza per soddisfare la sua sete di risparmio. Ma ci lasci la possibilità di crescere e contribuire all'immagine buona del Paese: non siamo ancora in gamba come lei, ma il tempo, e i suoi consigli, potranno esserci d'aiuto.
Rispettosamente,
Ricky Filosa* - Italia chiama Italia
*Giovane italiano residente all'estero, nella Repubblica Dominicana, partecipante alla prima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/12525/2008-12-12.html
Una risposta a Feltri. A proposito di "papponi" - di Ricky Filosa
"Questo infierire contro i giovani deridendoli e mortificandoli, nasconde forse la volontà di mantenere lo status quo? Eppure, anche da lei, direttore, abbiamo sentito dire che la classe politica va svecchiata"
Abbiamo sempre apprezzato il quotidiano "Libero" nei contenuti anticonformisti e nello stile vivace e schietto.
E' per noi di Italia chiama Italia un punto di riferimento anche formativo, per le firme di alto livello e la libertà di giudizio, tanto che spesso ne riprendiamo gli articoli sul nostro portale, quando il messaggio è condiviso o dirompente.
Ieri, però, siamo rimasti sorpresi e feriti da quell'epiteto volgare schiaffato in prima pagina a caratteri cubitali indirizzato ai giovani italiani convenuti a Roma da tutto il mondo per la prima Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all'estero.
Ci sentiamo feriti nel metodo (eccessivo il linguaggio, offensive le allusioni) e feriti nel merito (troppi pregiudizi, scarsa conoscenza dei problemi e delle nuove opportunità, solo meschini "conti della serva").
E' ovvio che la nostra ammirazione per il direttore Feltri non possa essere scalfita da una momentanea caduta di stile che reputiamo tale forse perchè troppo appassionati e coinvolti su questa tematica. Ma vorremmo provare a rispondere a quella sua "parolaccia" del tutto inappropriata ponendo anche noi qualche interrogativo.
Questo infierire contro i giovani deridendoli e mortificandoli, nasconde forse la volontà di mantenere lo status quo? Eppure, anche da lei, direttore, abbiamo sentito dire che la classe politica va svecchiata.
Se non sarà data fiducia ai tanti che vogliono partecipare e non saranno coltivate le menti migliori, il cambiamento sarà impossibile.
Perchè mettere in evidenza quelle domande-trabocchetto che qualche giovane più ingenuo o meno preparato non ha saputo gestire, e ignorare invece qualsiasi riferimento di contenuto alle parole altamente qualificanti con cui Napolitano, Fini, Schifani e Frattini hanno commosso i presenti e i telespettatori?
E' proprio sicuro, direttore, che parlare sempre e solo di soldi, di quanto si spende facendo e di quanto si risparmierebbe non facendo, alla fine non meschinizzi le sue battaglie, abbassandole a mere questioni di bottega?
Lasci che ci pensi Oscar Giannino a fare i conti al Paese.
Caro direttore, mettiamo da parte le polemiche e cerchiamo con umiltà di trarre qualche "profitto" dalla sua analisi impietosa: è la nostra prima Conferenza, direttore, non ce la distrugga; possiamo correggere qualcosa e meritare la sua stima la prossima volta. Certo, servirà una selezione più rigorosa dei partecipanti, e forse maggiori interventi in teleconferenza per soddisfare la sua sete di risparmio. Ma ci lasci la possibilità di crescere e contribuire all'immagine buona del Paese: non siamo ancora in gamba come lei, ma il tempo, e i suoi consigli, potranno esserci d'aiuto.
Rispettosamente,
Ricky Filosa* - Italia chiama Italia
*Giovane italiano residente all'estero, nella Repubblica Dominicana, partecipante alla prima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/12525/2008-12-12.html
Re: I corsi di lingua e cultura: tagli
CONFERENZA MONDIALE DEI GIOVANI:
momento per una nuova ripartenza?
Partecipanti e lavori
Si è svolta a Roma dal 10 al 12 dicembre la prima Conferenza mondiale dei giovani italiani e discendenti di italiani all'estero. I delegati presenti nella capitale italiana erano 400 di età compresa tra i 18 e i 35 anni, residenti in tutti i Paesi del Mondo. A questi si sono aggiunti altri 200 giovani residenti in Italia tra studenti, professionisti, imprenditori, lavoratori, esponenti del mondo dell'arte, della cultura e dello sport, invitati per dare anche il loro contributo alla conferenza. Durante i tre giorni del meeting, i giovani si sono divisi nelle cinque commissioni tematiche scelte nei mesi di dibattito a livello continentale che hanno preceduto la conferenza, ovvero: identità italiana e multiculturalismo; lingua e cultura italiana; informazione e comunicazione; mondo del lavoro e lavoro nel mondo; rappresentanza e partecipazione.
La seduta inaugurale della conferenza, il 10 dicembre, è stata ospitata alla Camera dei deputati ed è stata aperta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sono seguiti gli interventi dei presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, poi i partecipanti si sono trasferiti alla sede della Fao (Organizzazione Internazionale per l’Alimentazione e l’Agricoltura), dove si è svolto il resto della Conferenza. Qui sono intervenuti il segretario generale del Cgie, Elio Carozza e il ministro degli Affari esteri, Franco Frattini. Il congresso è proseguito con i lavori dei gruppi tematici e degli interventi di altri esponenti del Governo e della Vice-presidente del Gruppo parlamentare del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, Marina Sereni.
Il commento
La retorica, le omissioni, gli inganni.
Comites e Consiglio Generale: l’eventuale proposta di rinvio delle elezioni, un vulnus, un atto arrogante e antidemocratico.
Le responsabilità dei governo.
L’appello al ministro degli esteri Frattini e al sottosegretario Mantica.
Il Parlamento repubblicano arricchito dai rappresentanti della gioventù italiana nel mondo: un’occasione che non va sciupata.
Il momento storico della giovane comunità italiana è purtroppo alquanto annebbiato nel mare dell’ipocrisia, della bolsa retorica sul patrimonio della nostra comunità nazionale nelle terre d’Europa e del mondo. Cosa sarà frullato nella testa dei nostri giovani, nell’assistere al diluvio di elogi, affermazioni scontate, banalità sulle loro professionalità, sul loro attaccamento alla patria, alla loro, a quella dei loro padri e persino dei loro antenati?
Nel mentre si distrugge ogni prospettiva per una vera politica di sostegno alla promozione della lingua e della cultura italiana, e ogni altro serio intervento, tagliando drasticamente i capitoli di spesa all’uopo dedicati, non vi è alcun pudore nello spandere elogi a destra e a manca.
l giovane australiano, ricco di multiculturalità, di un sapere che ne fa patrimonio della nazione in cui ha realizzato i suoi sogni; alla ragazza venuta quassù dalla terra argentina sul Rio de la Plata, o al giovane venuto da quella Berlino nella quale ha assistito all’esplosione creativa della grande capitale dell’unita ritrovata della nuova Germania.
I saluti del Presidente della Repubblica, dei presidenti di Camera e Senato.
Nessun rilievo sugli interventi delle più alte cariche dello Stato, dal commosso saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a quelli di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Parole sentite, di altissimo valore istituzionale: una visione del mondo fondata sui sacri principi della democrazia, della convivenza e della solidarietà tra popoli e nazioni. Popoli e nazioni ove pulsano i cuori, le speranze e le aspettative di tanti nostri giovani .
L’intervento del ministro degli Esteri on. Frattini.
Qualche riflessione amara sull’intervento del ministro degli Esteri On. Frattini. Non tanto sui contenuti del discorso, a tratti efficace e ricco di contenuti, quanto sulla contraddizione tra affermazioni e atti. Si assicura l’interessamento e l’impegno del governo nel promuovere lingua e cultura italiana nel mondo, l’attenzione verso le generazioni che hanno vissuto il drammatico esodo di massa ante e dopo guerra nel mentre si assiste a tagli sui capitoli di spesa per l’estero che appaiono per quello che sono: una ferita, una cesura, una noncuranza, il tentativo di stendere il velo dell’oblio sulle vicende di milioni di uomini e di donne della diffusa italianità nel mondo.
Onorevole Ministro Frattini, sia più coerente, dia un senso logico ad affermazioni e atti, ristabilisca in noi la certezza che non tutto è perduto.
Non tutto è perduto, sia per quanto riguarda il recupero dei fondi sui capitoli di spesa per l’estero, sia per il rispetto delle scadenze elettorali che riguardano più direttamente la nostra collettività.
Il rispetto delle scadenze elettorali per il rinnovo di Comites e Cgie.
Parliamo del rinnovo dei Comitati degli Italiani nel mondo e successivamente, del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
Girano strane teorie, ipotesi fantasiose e irresponsabili, camuffate dietro la confusa idea di un ipotetico rinvio delle elezioni da permettere la riforma delle leggi istitutive. Quali riforme? Di cosa parlano il Sottosegretario agli Esteri, Senatore Mantica, forse vittima, lo affermiamo con rispetto, di decisioni calate dall’alto, o l’onorevole Zacchera, Presidente del Comitato degli italiani nel mondo della Camera dei deputati.
La legge, quella dei Comites, è di straordinario valore democratico, aggiornata a fine 2003, per tener conto della novità storica dell’elezione dei diciotto parlamentari nella Circoscrizione estero. Non abbisogna di fumose riforme, ma di rispettarne i postulati per rinnovare con più forza, questa sì, la proficua collaborazione con le autorità diplomatico-consolari di riferimento nel perseguire e difendere interessi e aspettative delle nostre comunità. Non abbiamo bisogno di un accentramento in pochi Comites, staccati dai cittadini e dominati dalle nomenclature organizzate. Al contrario, di più organismi, arricchiti dalla presenza di tanti giovani e ragazze, anche in uno stesso Consolato - come è previsto dalla legge istitutiva - che sappiano e possano tenere un rapporto positivo con la comunità che li ha eletti. Essere per i nostri Consolati la fonte a cui fare riferimento nei necessari processi informativi e promozionali. Chiedere il rinvio delle elezioni degli organismi elettivi, come si ipotizza in ambienti di governo e nelle rispettive commissioni parlamentari, sarebbe, quindi, di una gravità senza precedenti:
- un vulnus democratico
- un atto di prepotenza
- un insulto all’intelligenza, alle aspettative della comunità nazionale.
- una visione autoritaria della democrazia.
- un aiuto alle corporazioni e ai poteri forti organizzati presenti tra le comunità all’estero.
E sarebbe altrettanto e più grave se, a quanto scritto, si aggiungesse la favola del rinvio per il risparmio dei sei milioni previsti per il rinnovo, allo scopo di poterli poi investire nei disastrati capitoli di spesa per l’estero.
Elemosina al posto della democrazia.
Qualche milioncino per tappare alcuni buchi qua e là. L’elemosina al posto della democrazia. Accontentare, chissà?, chi ha più voce, una più ascoltata creatività nel difendere interessi acquisiti. Tanto vale, generalmente, anche per il successivo rinnovo indiretto del CGIE. Certo, l’organismo abbisogna di alcuni aggiornamenti.
- Un rafforzamento delle assemblee continentali: nei compiti e nelle periodicità delle convocazioni.
- Una riduzione dell’esecutivo, oggi eccessivo, anche alla luce degli eletti in Parlamento.
- Una riflessione che ipotizzi la definizione del rapporto tra l’organismo del CGIE e gli eletti in parlamento e poco altro.
Se vi è onestà intellettuale, politica e morale, si può fare presto e bene.
Presto e bene, anche prevedendo l’elezione a suffragio universale del Consiglio Generale.
Come sarebbe auspicabile e come avviene in altri paesi (la Francia) ove viene eletta l’Assemblea Superiore dei francesi all’estero a suffragio universale, oltre ad eleggere dodici senatori nel Senato della Repubblica nella forma indiretta dettata dalla costituzione francese.
In quella Francia che si appresta, anch’essa, ad eleggere dodici deputati nell’Assemblea Nazionale provenienti dalle comunità francesi nel mondo.
Abbiamo fatto scuola democratica!
Ne siamo orgogliosi perché tutto ciò è stato conquistato nel corso di decenni di straordinario impegno per assolvere alle aspettative della collettività italiana nel mondo.
Dalla conferenza mondiale dei giovani può partire un messaggio di speranza: cambiare, invertire la tendenza, si può e si deve. E per metterli in grado di iniziare, autonomamente, una grande avventura, sarebbe opportuno istituire subito i coordinamenti nazionali dei giovani.
Onorevole Ministro degli Esteri Franco Frattini, Sottosegretario Mantica, non deludete questi straordinari giovani, fate della Conferenza mondiale il momento della ripartenza, della svolta all’altezza dei tempi.
On. Gianni Farina
Roma, 12 dicembre 2008
momento per una nuova ripartenza?
Partecipanti e lavori
Si è svolta a Roma dal 10 al 12 dicembre la prima Conferenza mondiale dei giovani italiani e discendenti di italiani all'estero. I delegati presenti nella capitale italiana erano 400 di età compresa tra i 18 e i 35 anni, residenti in tutti i Paesi del Mondo. A questi si sono aggiunti altri 200 giovani residenti in Italia tra studenti, professionisti, imprenditori, lavoratori, esponenti del mondo dell'arte, della cultura e dello sport, invitati per dare anche il loro contributo alla conferenza. Durante i tre giorni del meeting, i giovani si sono divisi nelle cinque commissioni tematiche scelte nei mesi di dibattito a livello continentale che hanno preceduto la conferenza, ovvero: identità italiana e multiculturalismo; lingua e cultura italiana; informazione e comunicazione; mondo del lavoro e lavoro nel mondo; rappresentanza e partecipazione.
La seduta inaugurale della conferenza, il 10 dicembre, è stata ospitata alla Camera dei deputati ed è stata aperta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sono seguiti gli interventi dei presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, poi i partecipanti si sono trasferiti alla sede della Fao (Organizzazione Internazionale per l’Alimentazione e l’Agricoltura), dove si è svolto il resto della Conferenza. Qui sono intervenuti il segretario generale del Cgie, Elio Carozza e il ministro degli Affari esteri, Franco Frattini. Il congresso è proseguito con i lavori dei gruppi tematici e degli interventi di altri esponenti del Governo e della Vice-presidente del Gruppo parlamentare del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, Marina Sereni.
Il commento
La retorica, le omissioni, gli inganni.
Comites e Consiglio Generale: l’eventuale proposta di rinvio delle elezioni, un vulnus, un atto arrogante e antidemocratico.
Le responsabilità dei governo.
L’appello al ministro degli esteri Frattini e al sottosegretario Mantica.
Il Parlamento repubblicano arricchito dai rappresentanti della gioventù italiana nel mondo: un’occasione che non va sciupata.
Il momento storico della giovane comunità italiana è purtroppo alquanto annebbiato nel mare dell’ipocrisia, della bolsa retorica sul patrimonio della nostra comunità nazionale nelle terre d’Europa e del mondo. Cosa sarà frullato nella testa dei nostri giovani, nell’assistere al diluvio di elogi, affermazioni scontate, banalità sulle loro professionalità, sul loro attaccamento alla patria, alla loro, a quella dei loro padri e persino dei loro antenati?
Nel mentre si distrugge ogni prospettiva per una vera politica di sostegno alla promozione della lingua e della cultura italiana, e ogni altro serio intervento, tagliando drasticamente i capitoli di spesa all’uopo dedicati, non vi è alcun pudore nello spandere elogi a destra e a manca.
l giovane australiano, ricco di multiculturalità, di un sapere che ne fa patrimonio della nazione in cui ha realizzato i suoi sogni; alla ragazza venuta quassù dalla terra argentina sul Rio de la Plata, o al giovane venuto da quella Berlino nella quale ha assistito all’esplosione creativa della grande capitale dell’unita ritrovata della nuova Germania.
I saluti del Presidente della Repubblica, dei presidenti di Camera e Senato.
Nessun rilievo sugli interventi delle più alte cariche dello Stato, dal commosso saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a quelli di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Parole sentite, di altissimo valore istituzionale: una visione del mondo fondata sui sacri principi della democrazia, della convivenza e della solidarietà tra popoli e nazioni. Popoli e nazioni ove pulsano i cuori, le speranze e le aspettative di tanti nostri giovani .
L’intervento del ministro degli Esteri on. Frattini.
Qualche riflessione amara sull’intervento del ministro degli Esteri On. Frattini. Non tanto sui contenuti del discorso, a tratti efficace e ricco di contenuti, quanto sulla contraddizione tra affermazioni e atti. Si assicura l’interessamento e l’impegno del governo nel promuovere lingua e cultura italiana nel mondo, l’attenzione verso le generazioni che hanno vissuto il drammatico esodo di massa ante e dopo guerra nel mentre si assiste a tagli sui capitoli di spesa per l’estero che appaiono per quello che sono: una ferita, una cesura, una noncuranza, il tentativo di stendere il velo dell’oblio sulle vicende di milioni di uomini e di donne della diffusa italianità nel mondo.
Onorevole Ministro Frattini, sia più coerente, dia un senso logico ad affermazioni e atti, ristabilisca in noi la certezza che non tutto è perduto.
Non tutto è perduto, sia per quanto riguarda il recupero dei fondi sui capitoli di spesa per l’estero, sia per il rispetto delle scadenze elettorali che riguardano più direttamente la nostra collettività.
Il rispetto delle scadenze elettorali per il rinnovo di Comites e Cgie.
Parliamo del rinnovo dei Comitati degli Italiani nel mondo e successivamente, del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
Girano strane teorie, ipotesi fantasiose e irresponsabili, camuffate dietro la confusa idea di un ipotetico rinvio delle elezioni da permettere la riforma delle leggi istitutive. Quali riforme? Di cosa parlano il Sottosegretario agli Esteri, Senatore Mantica, forse vittima, lo affermiamo con rispetto, di decisioni calate dall’alto, o l’onorevole Zacchera, Presidente del Comitato degli italiani nel mondo della Camera dei deputati.
La legge, quella dei Comites, è di straordinario valore democratico, aggiornata a fine 2003, per tener conto della novità storica dell’elezione dei diciotto parlamentari nella Circoscrizione estero. Non abbisogna di fumose riforme, ma di rispettarne i postulati per rinnovare con più forza, questa sì, la proficua collaborazione con le autorità diplomatico-consolari di riferimento nel perseguire e difendere interessi e aspettative delle nostre comunità. Non abbiamo bisogno di un accentramento in pochi Comites, staccati dai cittadini e dominati dalle nomenclature organizzate. Al contrario, di più organismi, arricchiti dalla presenza di tanti giovani e ragazze, anche in uno stesso Consolato - come è previsto dalla legge istitutiva - che sappiano e possano tenere un rapporto positivo con la comunità che li ha eletti. Essere per i nostri Consolati la fonte a cui fare riferimento nei necessari processi informativi e promozionali. Chiedere il rinvio delle elezioni degli organismi elettivi, come si ipotizza in ambienti di governo e nelle rispettive commissioni parlamentari, sarebbe, quindi, di una gravità senza precedenti:
- un vulnus democratico
- un atto di prepotenza
- un insulto all’intelligenza, alle aspettative della comunità nazionale.
- una visione autoritaria della democrazia.
- un aiuto alle corporazioni e ai poteri forti organizzati presenti tra le comunità all’estero.
E sarebbe altrettanto e più grave se, a quanto scritto, si aggiungesse la favola del rinvio per il risparmio dei sei milioni previsti per il rinnovo, allo scopo di poterli poi investire nei disastrati capitoli di spesa per l’estero.
Elemosina al posto della democrazia.
Qualche milioncino per tappare alcuni buchi qua e là. L’elemosina al posto della democrazia. Accontentare, chissà?, chi ha più voce, una più ascoltata creatività nel difendere interessi acquisiti. Tanto vale, generalmente, anche per il successivo rinnovo indiretto del CGIE. Certo, l’organismo abbisogna di alcuni aggiornamenti.
- Un rafforzamento delle assemblee continentali: nei compiti e nelle periodicità delle convocazioni.
- Una riduzione dell’esecutivo, oggi eccessivo, anche alla luce degli eletti in Parlamento.
- Una riflessione che ipotizzi la definizione del rapporto tra l’organismo del CGIE e gli eletti in parlamento e poco altro.
Se vi è onestà intellettuale, politica e morale, si può fare presto e bene.
Presto e bene, anche prevedendo l’elezione a suffragio universale del Consiglio Generale.
Come sarebbe auspicabile e come avviene in altri paesi (la Francia) ove viene eletta l’Assemblea Superiore dei francesi all’estero a suffragio universale, oltre ad eleggere dodici senatori nel Senato della Repubblica nella forma indiretta dettata dalla costituzione francese.
In quella Francia che si appresta, anch’essa, ad eleggere dodici deputati nell’Assemblea Nazionale provenienti dalle comunità francesi nel mondo.
Abbiamo fatto scuola democratica!
Ne siamo orgogliosi perché tutto ciò è stato conquistato nel corso di decenni di straordinario impegno per assolvere alle aspettative della collettività italiana nel mondo.
Dalla conferenza mondiale dei giovani può partire un messaggio di speranza: cambiare, invertire la tendenza, si può e si deve. E per metterli in grado di iniziare, autonomamente, una grande avventura, sarebbe opportuno istituire subito i coordinamenti nazionali dei giovani.
Onorevole Ministro degli Esteri Franco Frattini, Sottosegretario Mantica, non deludete questi straordinari giovani, fate della Conferenza mondiale il momento della ripartenza, della svolta all’altezza dei tempi.
On. Gianni Farina
Roma, 12 dicembre 2008
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